11 agosto 1943, Terni non dimentica

Sabato in via Lanzi cerimonia di commemorazione per il 75° anniversario dei primi bombardamenti in città: «Ferocia indelebile. Città non deve più subire»

Condividi questo articolo su

Al centro Alvaro Valsenti

Ore 10.29 dell’11 agosto 1943, l’inizio dell’incubo in una calda mattinata estiva. Dodici bombardieri B 17 entrano in azione sorvolando Terni e iniziano a distruggere la città: sarà il primo di una lunga serie di bombardamenti. Tra gli edifici devastati la stazione ferroviaria, la caserma dei carabinieri, il palazzo di giustizia, la Fabbrica d’armi e il municipio, ma non solo: sabato mattina in via Lanzi cerimonia di commemorazione in occasione del 75° anniversario di quella tragica data e per ricordare le numerose vittime di quegli attacchi.

Quella mattina Terni fu travolta da – gli aerei utilizzati complessivamente furono 44 – oltre cinquecento bombe e l’allora prefetto Antonio Antonucci scrisse che «che gli effetti prodotti sono stati imponenti, quantifichiamo circa 500 morti, trovati in luoghi aperti, ma ne ipotizziamo almeno altrettanti sotto le macerie». Solo quella mattina, perché il computo totale delle vittime dei bombardamenti a Terni – numero ufficiale – salì a 1018.

Leonardo Latini durante il discorso

La distruzione e la ripartenza Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Leonardo Latini (presenti anche diversi assessori), il vice prefetto Andrea Gambassi, l’assessore regionale Giuseppe Chianella, il senatore Leonardo Grimani, rappresentanti delle forze dell’ordine (polizia di Stato, carabinieri, finanza, vigili del fuoco, forestali e polizia locale), l’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), l’Associazione nazionale bersaglieri, l’Associazione nazionale autieri d’Italia, l’Associazione nazionale carristi d’Italia e l’Associazione nazionale vittime civili di guerra: « Un momento di lutto – le parole del sindaco – e di riflessione per la città nel ricordare l’11 agosto 1943. Oltre mille morti accertati in una guerra dove i bombardamenti angloamericani colpirono anche i civili con una moral bombing, per cercare di far cadere la resistenza. Atti di barbarie con la distruzione di chiese, ospedali, chiese e monumenti cittadini: Terni nel 1944 si ritrovò spopolata, con 10 mila e 600 vani distrutti e oltre 31 mila danneggiati. La città sta ancora facendo i conti con quella guerra, da poco è stata disinnescata la bomba nei pressi della stazione ferroviaria di Cesi».

Il ricordo Poi un invito: «Le storie di quegli anni sono indelebili – ha proseguito Latini – e le testimonianze di chi c’era devono essere studiate da tutti per far comprendere cosa significhi la ferocia di una guerra. Terni si è rimboccata le maniche per far sì che la città tornasse bella e oggi siamo qui per onorare chi ha perso la vita e chi si è messo a disposizione per la ricostruzione».

La situazione da cambiare Latini chiude con un auspicio in un passaggio più generale e ad ampio raggio: «Terni ha subito tanto e continua a subire, sembra un destino. La città non deve più continuare così e parlo anche di subire decisioni prese altrove. Occorre tornare ad essere padroni del proprio destino puntando su scelte e idee condivise dall’intera comunità».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli