Aggressione a scuola: «C’è una denuncia»

Terni, insegnanti, operatori e alunni della ‘Benedetto Brin’ chiedono di abbassare i toni

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C’è una formale denuncia per l’episodio di cui è stata vittima una bambina ternana di dodici anni, colpita con un pugno da un sul coetaneo di origini senegalesi.

La denuncia A confermarlo è Nicola Giuliani, il comandante della stazione dei carabinieri di Collescipoli, competente per zona: sabato mattina, il comandante Giuliani ha raggiunto la scuola Brin per parlare con la preside, i docenti e raccogliere maggiori elementi in ordine all’episodio. Ed ha spiegato che «la madre della bimba ha confermato la sua versione, ovvero che l’episodio sia legato al crocifisso. Era l’unica testimone adulta presente al fatto, a differenza degli episodi dei giorni precedenti in cui c’erano anche altri adulti e insegnanti». Le indagini sull’accaduto sono tutt’ora in corso e verrà informata l’autorità giudiziaria, in particolare la Procura presso il tribunale dei Minori.

«Non parla italiano» A scuola – il ragazzino senegalese, sabato, è regolarmente in classe – si tende, invece, a stemperare il clima. La vice preside della Brin, Francesca Feroce, nello spiegare che «c’è amarezza perché sono anni che lavoriamo per l’integrazione. L’alunno viveva con i nonni in Senegal ed è arrivato in Italia da due settimane. Il padre vive qui da 20 anni», conferma un dettaglio che getterebbe una luce diversa sull’episodio: il ragazzino senegalese «non parla italiano e per cercare di agevolare la comprensione, abbiamo chiesto aiuto anche alla sorella che ha due anni più di lui e frequenta la nostra scuola».

Lo scetticismo Sull’episodio specifico, poi, «siamo molto scettici che le cose possano essere andate come è stato detto in un primo momento. Il pugno c’è stato, ma ci sono aspetti, oltre a quello della lingua, che non ci convincono. Anche l’insegnante di matematica di quella classe ha un crocifisso al collo, ma ci ha detto che il ragazzino l’ha addirittura abbracciata, dimostrandosi molto affettuoso, forse perché con lei si è sentito accolto e a proprio agio. Stiamo parlando di bambini, va tenuto sempre presente».

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