Ambiente e allarmi: nuove polemiche

Associazioni ambientaliste e politici chiedono interventi risolutivi

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La richiesta arriva da cinque associazioni – Slow food terre dell’Umbria meridionale, Ecologicpoint, Wwf Umbria, Italia nostra Umbria e Mountain wilderness Umbria – ed è rivolta alle Province di Terni e Perugia, alla Regione Umbria, all’Anas, all’Asm di Terni.

La richiesta Le associazioni chiedono «di evitare l’impiego di erbicidi di sintesi chimica per la pulizia delle nostre strade e ricorrere invece all’esclusivo diserbo meccanico. La sicurezza stradale è prioritaria e deve essere garantita con metodi ecocompatibili e nel rispetto dell’ambiente. Il territorio è una riserva di biodiversità, di insetti utili come le api (la cui esistenza e attività sono fortemente danneggiate da tali prodotti, come è ormai dimostrato) e di erbe ad uso alimentare da salvaguardare, anche a bordo strada, e il valore paesaggistico e cromatico della viabilità secondaria umbra è per noi un elemento di identità irrinunciabile. I disseccanti utilizzati lo scorso anno contenevano glifosato, composto non selettivo e capace di rimanere a lungo nel terreno contaminando anche i corsi d’acqua, fortemente sospettato di effetti cancerogeni sull’uomo».

Altro allarme Un ulteriore segnale di allarme, «rispetto alla già critica situazione ambientale della conca ternana», arriva da Rifondazione comunista di Terni. Allarme, dice il Prc, «che si coglie esaminando i dati mensili dell’Arpa sulla presenza degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa) nell’aria, ed in particolare del benzo(a)pirene, rilevato dalla centralina di Le Grazie».

I valori Il Piano regionale per la qualità dell’aria dell’Umbria, ricorda il Prc, «già segnalava nel 2010 come, in tutta la regione, la sola centralina di Le Grazie evidenziasse valori degli Ipa superiori al valore obiettivo, con medie annuali intorno allo 0,7 ng/m³. I valori di riferimento sono: ‘buono’ se minore di 0,6; ‘accettabile’ tra 0,7-1,0; ‘scadente’ se magiore di 1».

Valori peggiorati Negli ultimi due anni, dice ancora Rifondazione comunista, «il valore medio annuale della concentrazione degli Ipa ed in particolare del benzo(a)pirene, riscontrato nella centralina Le Grazie, è salito a 1,2 (2013) e 1,3 (2014), evidenziando una tendenza alla crescita e superando il valore limite della zona ‘scadente’. Una soglia che prescrive interventi immediati per la difesa della salute pubblica e che a Terni passa, invece, completamente sotto silenzio».

Le centraline Di fronte a questi dati, il Prc «chiede all’Arpa di estendere urgentemente la rilevazione degli Ipa alle centraline di Borgo Rivo e Carrara, come è avvenuto a Perugia dove, pur non in presenza di valori significativi degli Ipa, si è estesa, di recente, la loro misurazione ad un’altra centralina (Ponte San Giovanni oltre Fontivegge). In particolare riteniamo importante estendere la misura degli IPA alla stazione di Borgo Rivo, situata nella zona di massima ricaduta dei fumi e delle polveri degli inceneritori di Maratta, per valutare il loro impatto, dal momento che il livello di concentrazione di questo inquinante sembrerebbe non dipendere dall’attività dell’acciaieria. Nel Novembre scorso, infatti, quando l’impianto siderurgico è stato fermo per la vertenza, non si è riscontrata alcuna variazione del livello di concentrazione degli Ipa».

Il Pm10 Altro dato molto preoccupante, insiste Rifondazione comunista, «riguarda il Pm10 che, per la prima volta dal 2006, nella centralina di Le Grazie, raggiunge il valore limite anche sul secondo indicatore, quello della media annuale fissato a 40 µg/m³. Questo oltre ai 55 sforamenti del valore limite giornaliero (50 µg/m³), registrati nel 2014, ben oltre i 35 giorni posto come limite massimo dalla normativa vigente. Sforamenti che si registrano da anni. Come abbiamo più volte denunciato, questa situazione richiede interventi strutturali che vanno ben oltre il palliativo del blocco parziale del traffico, unico provvedimento messo in campo da anni dalla amministrazione comunale ternana».

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