Amianto: «La giustizia arriverà in fretta»

Terni, Narni e Foligno al centro dell’audizione in commissione regionale. Pennesi (Ispettorato del lavoro): «Nessuno nel 2014 insistette per l’Ast»

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«Una riflessione attenta su una questione che riguarda molti lavoratori umbri esclusi da benefici e risarcimenti, a differenza di quanto previsto in altre realtà. In Umbria sono stati rilevati 137 edifici pubblici da bonificare. Obiettivo: una legge regionale per implementare le attuali normative nazionali. Dal punto di vista industriale, le tre aree di concentrazione di amianto nei posti di lavoro più importanti sono: le Officine GR di Foligno, la ThyssenKrupp di Terni, la Sgl Carbon di Narni». Sono alcuni passaggi emersi dall’audizione di oggi durante le audizioni che si sono svolte davanti alla seconda commissione del consiglio regionale, presieduta da Eros Brega, relativamente al tema riguardante la ‘Presenza di amianto all’interno degli stabilimenti ThyssenKrupp di Terni e Sgl Carbon di Narni’.

ONA a Narni, amianto 2 - 18 luglio 2016

Il resoconto dei lavori

L’assemblea Nel pomeriggio, poi, l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona) e il capogruppo del M5S in consiglio regionale, Andrea Liberati, hanno fatto il punto in un’assemblea che si è svolta nella sala consiliare del Comune di Narni, presieduta dall’assessore Alfonso Morelli. Bonanni ha rimarcato come «di fatto l’Umbria è stata discriminata rispetto alle altre regioni, per una scelta politica e sindacale. Il ministero del Lavoro ed il Ministro hanno l’obbligo giuridico, oltre che il dovere morale, di trattare tutti i lavoratori allo stesso modo, sia per quanto riguarda la tutela della salute che pensionistica. Affermare che nella Thyssen di Torino c’è stato amianto fino al 2003, mentre in quella di Terni fino al 1992, significa anche sottrarre ai lavoratori la prevenzione e farli lavorare ancora molti anni in più su luoghi di lavoro esposti all’amianto. Questa scelta politico-sindacale e la mancanza di applicazione del principio di uguaglianza è una violazione gravissima che incide anche sulla salute. E questo vale anche per altri siti umbri, come le Officine GR di Foligno e la Sgl di Narni e circa altri 150 siti da noi censiti. C’è stata quindi esposizione e mancanza di controllo sanitario. Il Ministero non può rispondere soltanto su sollecitazioni del sindacato, ma deve intervenire a prescindere, deve trattare tutti allo stesso modo e correggere l’atto di indirizzo integrandolo, aggiungendo i siti lasciati fuori. Le Regioni dovrebbero evidenziare al Ministro che nell’atto di indirizzo emanato nel 2001 c’è questa dimenticanza e che i lavoratori umbri non possono essere discriminati. Noi chiediamo l’applicazione di una legge dello Stato, di un diritto democratico imperniato sulla salute. È necessaria una normativa uniforme, a livello regionale, sulla sorveglianza sanitaria». Ed ha annunciato che «se non avremo risposte politiche, avvieremo la cause pilota per ottenere giustizia».

PARLA L’AVVOCATO BONANNI (ONA) – IL VIDEO

ast amianto3Liberati  Andrea Liberati ha precisato che «le polemiche del passato sono come l’acqua che non macina più. Oggi, in Regione, sul tema amianto, si riparte da zero, da situazioni che riguardano la Conca ternana, quindi il polo Narnese e le Officine GR di Foligno, per la salvaguardia dei lavoratori e delle loro famiglie. Dobbiamo evitare le discriminazioni che ci sono state fino ad oggi. È il momento di ripartire tutti insieme per assicurare quelle maggiorazioni contributive a coloro che sono stati esposti all’amianto, come è stato consentito in analoghe situazioni per poli produttivi di medesimo genere fino al recente passato in altre parti d’Italia. Questo per fare in modo che dai prossimi mesi anche il Governo riconosca quanto è sotto gli occhi di tutti. Ovvero, veri e propri drammi familiari e sociali che lo Stato deve affrontare in modo finalmente serio anche in Umbria».

La commissione

La commissione

I sindacati Una delegazione della Fismic, dice Marco Bruni, della Rsu di ThyssenKrupp Ast, «ha partecipato a Perugia all’audizione in seconda commissione del consiglio regionale riguardo all’esposizione all’amianto nello stabilimento di Terni. Dal dibattito è emerso che la presenza dell’amianto, all’interno del sito di Ast, con il conseguente smaltimento probabilmente non del tutto terminato, è risultato comunque presente fino a tempi molto recenti. Se questo risultasse vero riteniamo inaccettabile l’eventuale discriminazione creatasi con i lavoratori che non hanno visto riconoscersi l’esposizione all’amianto al 2003 e ben oltre a tale anno. Come Rsu Fsimc del sito apprezziamo l’odierna iniziativa perché riteniamo che tale argomento debba essere discusso e chiarito in tempi rapidi per dare risposte certe, in termini di sicurezza, salute e eventuale giusto riconoscimento ad esposizione all’amianto per i tanti lavoratori presenti fino ad oggi. Cgil, Cisl e Uil, invece, ricordando di essere «da sempre impegnate per la tutela dell’ambiente e in particolare per quanto riguarda le condizioni dei luoghi di lavoro, ritengono essenziale una verifica, da parte degli organismi competenti nelle aziende interessate, per quanto riguarda le problematiche inerenti all’amianto. Ovviamente, come in passato, Cgil, Cisl e Uil porranno in essere ogni azione nelle sedi opportune, per ottenere, in presenza dei presupposti, provvedimenti in grado di supportare i lavoratori interessati per quanto riguarda gli aspetti previdenziali e della tutela della salute. Del resto gli uffici vertenze delle nostre organizzazioni sindacali stanno svolgendo attività di tutela sia per quanto riguarda gli aspetti contributivi, sia per quanto riguarda le azioni risarcitorie per malattie professionali conseguenti all’esposizione all’amianto». La Rsu Fiom Cgil della ThyssenKrupp Ast, poi, spiega che «per il ruolo che ci compete, siamo da sempre impegnati nella salvaguardia delle condizioni di lavoro sia dal punto di vista ambientale che fisico di tutti i Lavoratori del Sito e di conseguenza della Cittadinanza in generale. Riteniamo che tutte le azioni sindacali svolte in questi anni, affinché l’azienda si adoperasse ad investire dove serviva e più in generale a migliorare le condizioni ambientali e di lavoro, siano state utili ed indispensabili per risolvere alcune problematiche che nel tempo si sono presentate. Nonostante tutto, ci vediamo costretti ad evidenziare che ad oggi l’azienda presenta delle gravi carenze rispetto ai problemi che solleviamo anche come commissione sicurezza. Nello specifico: la mancanza strutturale dei Dpi (guanti, occhiali, tute, ecc…) aggravata dal fatto che l’azienda ha adottato una politica rigida e di risparmio nel rispetto dell’uso degli stessi. Ritardi nell’affrontare alcuni problemi di condizioni ambientali (sistema aspirazione scriccatura in SdF, impianto Deref nei pressi Acc, ecc..). Ritardo nel rispondere a richieste specifiche per affrontare i problemi di reparto. Come Rsu Fiom Cgil, alla luce dei recenti fatti che hanno visto coinvolta anche la cittadinanza, vedi la nuvola di polvere alzatasi la settimana scorsa, abbiamo richiesto all’azienda un sopralluogo urgente in discarica Ast per verificarne i livelli di sicurezza, il rispetto delle procedure di lavoro e le condizioni della stessa. In merito alle questioni che riguardano il tema amianto esplicitiamo quanto segue: durante la trattativa al Mise che ci ha visto coinvolti durante la vertenza Ast, non è mai emersa la volontà governativa di affrontare la questione dell’esposizione all’amianto. Come organizzazione sindacale saremmo stati d’accordo ad ogni soluzione che poteva portarci ad una risoluzione diversa della vertenza stessa e di un percorso inclusivo rispetto all’esposizione. Rispetto alle azioni da fare, in continuità al comunicato delle segreterie territoriali dei mesi scorsi , ribadiamo il sostegno alle istituzioni preposte al controllo e alla verifica dello stato attuale in merito alla presenza di amianto. Come organizzazione sindacale in continuità con quanto fatto in questi anni continueremo ed affrontate tutte le criticità rispetto allo smaltimento dell’amianto all’interno dello stabilimento e non ultimo assistendo tutti i lavoratori che lo richiedano tramite i nostri uffici competenti».

Paolo Pennesi

Paolo Pennesi

L’Ispettorato del lavoro Massimo Pennesi, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro ha definito «particolarmente attuale» questa iniziativa della seconda commissione, dato che «negli ultimi mesi a livello nazionale c’è stata una ripresa del contatto con le istituzioni governative su questo tema, perché a fronte del piano nazionale dell’amianto, documento faticosamente messo a punto negli anni passati, in realtà l’attenzione nella fase attuativa si è sostanzialmente allentata. A maggio, su forte spinta delle associazioni, anche a livello di governo è stato costituito un comitato interistituzionale, composto da tutte le amministrazioni ed allargato al coordinamento tecnico delle Regioni e ad altre rappresentanze. È in ripresa quindi l’interesse sul tema amianto, sia dal punto di vista ambientale, di tutela delle vittime, sia rispetto ai
benefici pensionistici. La situazione umbra prevede una mappatura sull’amianto».

ast amianto2La mappa L’Arpa regionale, ha spiegato Pennesi, «ha effettuato una serie di interventi per la mappatura completa degli immobili ad uso pubblico con problemi di contaminazione. Sono 137 gli immobili censiti sui quali sarà necessario intervenire attraverso bonifica. Dal punto di vista industriale, le tre aree di concentrazione più importanti sono: le Officine GR di Foligno, la ThyssenKrupp di Terni e la Sgl Carbon di Narni. In questi anni sono state portate a termine diverse bonifiche, seppure con difficoltà visti gli alti costi degli interventi. Per quanto attiene la Thyssen, il riconoscimento dell’amianto a livello ambientale, ha riguardato la realtà di Torino. Il riconoscimento deriva da un atto di indirizzo ambientale ministeriale (2001-2002) che considerava la realtà produttiva di Torino, ma non quella di Terni. Gli atti di indirizzo nascono come strumento para-normativo, che fungono da indirizzo per l’Inail, soggetto chiamato ad emettere certificazioni riguardo alle esposizioni. Tutto ciò in relazione a pratiche sollevate in tavoli ministeriali coordinati dal sottosegretario competente ai quali partecipavano le parti sociali che sottoponevano al ministero i siti e le mansioni da prendere in considerazione per le esposizioni. L’unica questione sottoposta al Ministero riguardava soltanto Torino. Il ministro Poletti si era reso comunque disponibile a riconsiderare la questione Thyssen relativamente a Terni».

ast amianto1La ‘dimenticanza’ Soprattutto perché durante la lunga trattativa del 1994 – che portò all’accordo su ThyssenKrupp Ast – della questione amianto si accennò ed il governo si era detto disposto a prenderla in esame. Ma poi nessuno più, incredibilmente – né azienda né sindacati – ha posto il problema e la cosa, anche e soprattutto per questo, non ha avuto seguito.

 

Eros Brega

Eros Brega

Brega Il presidente della seconda commissione, Eros Brega ha sottolineato come «oggi ha avuto inizio un lavoro importante e delicato su cui va evitato ogni tipo distrumentalizzazione. Si parla di lavoro e salute, quindi l’obiettivo della commissione è giungere quanto prima alla compilazione di un quadro regionale relativo alla presenza e alle problematiche dell’amianto. Entro settembre – ha assicurato – dovremo concludere la fase delle audizioni (che riprenderanno fin dalla prossima settimana, ndr) per arrivare ad una iniziativa legislativa che auspico unitaria, che possa tenere conto delle istanze e delle proposte che stanno emergendo, tesa a sortire una normativa nazionale che dia finalmente risposta ad una questione di civiltà e giustizia del diritto del lavoro».

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