Amianto in Umbria, dossier incompleto

Per quanto riguarda gli edifici privati «su 2.208 imprese hanno risposto in 220». Bonifiche a Terni: procedimento concluso nel «27 % delle aree»

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Il numero relativo ai casi di presenza di amianto – 137 edifici pubblici da bonificare in Umbria –  era emerso nel corso delle audizioni (del direttore dell’Ispettorato del lavoro, Paolo Pennesi e del presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni. tra gli altri) da parte della seconda commissione del consiglio regionale, presieduta da Eros Brega, che lunedì peraltro ascolta i rappresentanti sindacali e le associazioni di categoria. E non è che il numero avesse convinto. Adesso si capisce pure perché.

IL DOSSIER AMIANTO

mappa amianto‘Dossier approssimativo’ «In Umbria – si legge nel ‘Dossier amianto’ appena pubblicato dalla Regione – sono stati censiti dall’Arpa 137 edifici pubblici con presenza di amianto: la mappatura è stata eseguita nel 2006 effettuando sopralluoghi su 115 edifici nella provincia di Perugia e 22 in quella di Terni. Per quanto riguarda gli edifici privati la rilevazione è stata effettuata inviando alle imprese iscritte alla Camera di commercio, con più di 3 addetti e con codice Istat compatibile con la presenza di amianto, una scheda di rilevamento da compilare a cura dell’impresa stessa». Solo che «su 2.208 imprese hanno risposto in 220 (il 10%, le altre manco ci hanno pensato; ndr): la rilevazione è stata effettuata nel 2009/2010 e ha evidenziato la presenza di 96 imprese con una copertura di almeno 5.000 metri quadrati dichiarati. Nella stragrande maggioranza dei casi trattavasi per entrambe le tipologie (233 tra edifici pubblici e privati) di coperture e serbatoi e non di amianto friabile o floccato e quindi pericoloso».

Numeri variabili Tanto che, si legge sempre nel dossier, «i dati, aggiornati al 2012, riportati nel rapporto Inail relativi alla mappatura dei siti contenenti amianto evidenziano per la nostra Regione 190 siti (pubblici e privati) contenenti amianto: tale varianza del dato è imputabile alla verifica e all’aggiornamento dei dati contenuti nella Banca dati amianto da parte del ministero dell’Ambiente e agli interventi di bonifica nel frattempo avviati».

Le bonifiche Lo stato delle procedure per la bonifica delle aree contaminate dei Sin (Siti di interesse nazionale),
evidenzia per Terni «una perimetrazione di ettari 655, di cui il 94% di aree a terra caratterizzate rispetto alla superficie del Sin; l’1% di aree a terra con progetto di messa in sicurezza/bonifica presentato rispetto alla superficie del Sin; l’1% di aree con progetto di messa in sicurezza/bonifica approvato con decreto rispetto alla superficie del Sin; il 27 % di aree con procedimento concluso».

Dati incompleti Appare di tutta evidenza che il documento non permette di avere un quadro definito e realistico della situazione. Andrea Liberati (M5S) lo definisce «lacunoso sugli aspetti sanitari, ma avremo modo di recuperare.
Forse non aggiunge molto al dibattito ma è un contributo. Intanto stiamo ancora attendendo la risposta relativa alla richiesta di accesso agli atti relativa all’indicazione ‘nominativa’ dei siti pubblici contaminati».

 

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