Assisi, l’autopsia: Pelagatti è annegato

Nessun segno di violenza sul cadavere dell’imprenditore. Forse è rimasto incastrato nel pozzetto mentre cercava di recuperare qualcosa

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Risolto il giallo dell’imprenditore edile Domenico Pelagatti trovato morto giovedì scorso ad Assisi in un tombino lungo una stradina di campagna alle porte della città.

L’autopsia La morte è avvenuta per annegamento, secondo quanto è emerso dall’esame autoptico svolto all’istituto di medicina legale di Perugia dal professor Gualtiero Gualtieri, il cadavere infatti era riverso all’interno di un pozzetto. L’autopsia, infatti, ha confermato l’assenza di segni di violenza sul corpo dell’uomo di 50 anni, così come era emerso già dai primi rilievi. Tutti elementi, questi, che sembrano avvalorare l’ipotesi dell’incidente che viene privilegiata nell’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Assisi e da quelli del reparto operativo di Perugia.

Il pozzetto nel quale l’uomo è stato trovato a testa in giù era infatti quasi completamente pieno d’acqua e l’ipotesi è che l’imprenditore possa avere perso qualcosa mentre stava facendo una passeggiata con il cane e nel tentativo di recuperarlo sia morto annegato. In fondo al tombino, infatti, è stato trovato il cellulare dell’uomo, usato forse per farsi luce, mentre un mazzo di chiavi è stato trovato non troppo distante dal corpo. Probabilmente, dunque, Domenico è rimasto bloccato nello stesso pozzetto, la cui apertura è piuttosto stretta.

Le indagini, comunque, proseguono e queste sono solo ipotesi, dal momento che all’incidente non hanno assistito testimoni. Oltre al professor Gualtieri, all’autopsia ha partecipato anche il collega Sergio Scalise Pantuso, nominato come consulente dalla famiglia dell’imprenditore che aveva dato l’allarme giovedì scorso vedendo rientrare a casa solo il cane senza il padrone.

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