Ast, ‘Acciaio sporco’: parlano Fim e Fiom

Terni, il primo sindacato scrive agli iscritti: «Errore individuale»; il secondo ricorda che «è da tempo che chiede attenzione su materie prime, rottame e appalti»

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Mercoledì mattina è prevista una riunione del direttivo provinciale, ma intanto la Fim Cisl ha voluto chiarire, con i propri iscritti, la posizione in relazione all’inchiesta ‘Acciaio sporco’: il sindacato ha fatto sapere ai lavoratori che ha già avviato le verifiche sui proprio rappresentanti che sarebbero finiti tra gli indagati «per tutelare il lavoro di tutti quelli che operano secondo i principi di lealtà e sicurezza».

ACCIAIO SPORCO: QUEI RIMPIAZZI ‘DELETERI’

I controlli Nella lettera agli iscritti si legge che «come Fim abbiamo immediatamente verificato se, tra le persone indagate, fossero coinvolti dei nostri iscritti per assumere prontamente le misure necessarie, nello specifico l’immediata sospensione della tessera e da eventuali incarichi ricoperti a fini cautelativi del buon nome della nostra organizzazione. Non siamo giustizialisti e sarà il giudice che ha in mano tutta la documentazione ad accertare le reali responsabilità relative ai capi d’accusa, ma come Fim di Terni prendiamo con forza le distanze, condannandolo, qualunque comportamento sbagliato, non in linea con i principi di legalità e sicurezza che sono alla base della nostra azione quotidiana».

Scaricati Nesun giustizialismo, dice il sindacato, ma siccome «come Fim siamo sempre stati in prima linea per cercare di tutelare l’azienda ed anche in questa fase siamo e rimarremo in prima linea per traghettare l’azienda verso quella posizione di leadership che le compete e per la quale abbiamo sempre combattuto, non permetteremo che l’errore individuale di qualcuno possa compromettere la serietà, l’impegno e la trasparenza dell’azione sindacale dei lavoratori».

La Fiom Anche la Rsu della Fiom Cgil dice la sua, ma non solo ai propri iscritti ed esprime «forte apprezzamento nei confronti dell’operato della magistratura, in merito all’indagini del Corpo forestale dello Stato rispetto alla ‘truffa del rottame’, perpetrata ai danni dell’azienda e di tutti i lavoratori che svolgono correttamente ed onestamente il proprio lavoro. Ci auguriamo che tale lavoro, con gli eventuali sviluppi, porti al più presto a fare chiarezza sull’intera vicenda ed accertare tutte le eventuali responsabilità di ogni singolo soggetto coinvolto in questa indagine. Condanniamo fermamente ogni comportamento illecito che possa creare danno a tutti i lavoratori onesti e instabilità all’intero stabilimento. Ci associamo da subito alle segreterie territoriali per l’eventuale costituzione di parte civile al processo che si terrà al termine delle indagini».

I controlli La Rsu di Fiom Cgil, poi, ricorda che «è da tempo che chiede all’azienda di focalizzare l’attenzione del proprio operato e controllo nei confronti della gestione delle materie prime, del rottame e degli appalti a loro collegati. Nel più recente passato, basta ricordare i numerosi comunicati di denuncia e prese di posizione ufficiali nel periodo della ‘vertenza Ast’, dove si spiegava negli incontri svoltisi sia in Prefettura che al Ministero la posizione del sindacato. In quelle occasioni denunciavamo lo sbilanciamento delle cifre del piano industriale. Le quali, non tenevano conto del peso reale che le materie prime avevano e tuttora hanno nel bilancio aziendale. Si invita la direzione aziendale, alla maggior trasparenza possibile per l’individuazione delle figure dei classificatori da sostituire, con criteri di scelta chiari e condivisi, ma più in generale ad operare sempre in questo senso per tutte le posizioni aziendali da colmare».

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