Cgil e Sunia: «Terni, città da riqualificare»

Per Attilio Romanelli e Romolo Bartolucci «non si deve perdere l’occasione offerta da un bando che mette a disposizione fino a 18 milioni»

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«Terni ha un’occasione importante per riqualificare le sue periferie e innescare processi virtuosi di miglioramento del decoro urbano, di sviluppo della mobilità sostenibile, di inclusione sociale e rafforzamento dei servizi», Attilio Romanelli, segretario della Cgil di Terni e Romolo Bartolucci, segretario del Sunia, il sindacati degli inquilini, hanno sintetizzato i contenuti di un bando nazionale che mette a disposizione fino a 18 milioni per ogni città capoluogo di provincia per progetti volti appunto alla riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.

Il documento Cgil e Sunia hanno presentato un documento con il quale sollecitano il Comune di Terni e l’Ater (l’Azienda territoriale di edilizia residenziale) a «non perdere questa occasione e a presentare dunque, entro la data di scadenza del bando (fissata per il 30 agosto; ndr) progetti utili ad aggredire le criticità che attraversano la città di Terni ed in particolare le sue periferie».

Il Sunia Romolo Bartolucci ha ricordato che «conosciamo bene la realtà delle fasce più povere e marginali della nostra città e pensiamo che questo bando possa rappresentare un’opportunità da non perdere per dare risposte ai tanti bisogni che la crisi di questi anni ha acuito e radicalizzato. Da parte nostra mettiamo a disposizione la nostra esperienza e le nostre conoscenze in materia e per questo abbiamo già richiesto agli enti preposti di convocarci per poter avanzare suggerimenti e proposte».

La Cgil Attilio Romanelli, nel rivendicare che «la Cgil ha elaborato ormai da tre anni un piano del lavoro, all’interno del quale la riqualificazione delle città è elemento centrale», ha spiegato che «ci sono tre grandi nodi rispetto ai quali questo bando offre strumenti di intervento: il primo è il grande bisogno di creare lavoro, soprattutto in edilizia, settore letteralmente devastato dalla crisi; il secondo è il nodo povertà, che incrocia ovviamente anche le tematiche della casa; il terzo è la necessità di ripensare la città stessa, andando ad intervenire sulla mobilità sostenibile (e quindi anche sulla qualità dell’ambiente), sul welfare urbano e sulla pericolosa separatezza che caratterizza sempre più alcune zone e comunità».

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