Differenziata: «Umbria vicina al traguardo»

L’assessore Cecchini: «Obiettivo 60% quasi raggiunto, ma l’Auri è a rischio commissariamento». E sull’inchiesta Gesenu, «il controllo non spettava a noi»

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La raccolta differenziata in Umbria è sulla buona strada per raggiungere  l’obiettivo che la Regione si era prefissata lo scorso gennaio. Lo assicura l’assessore regionale all’Ambiente Fernanda Cecchini, che mercoledì mattina ha presentato in conferenza stampa i dati relativi ai primi due trimestri del 2016. Entro dicembre, negli intenti della giunta, la raccolta differenziata doveva arrivare al 60%, effettuata con il metodo “porta a porta” nell’80% del territorio regionale.

La discarica di Borgogiglione

La discarica di Borgogiglione

I dati «La sferzata ha dato i risultati che speravamo e dall’andamento di questi mesi si percepisce che è possibile arrivare all’obiettivo previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti», ha annunciato Cecchini. Nel primo semestre dell’anno, infatti, la percentuale di raccolta differenziata ha già raggiunto il 56,2% e l’obiettivo del 60% a fine 2016 è considerato realizzabile. L’Ati 1 nei primi sei mesi dell’anno ha raggiunto una media del 52,9% e si è distinta per il forte incremento di Umbertide (73%), l’Ati 2 ha una media del 61,7% con l’ottima prestazione di Bastia (67%) e l’Ati 4 è a quota 54,5% grazie soprattutto al grande incremento dei comuni di medie dimensioni come Orvieto, Narni e Amelia. Leggermente sotto la media è l’Ati 3, che nel primo semestre dell’anno si ferma a 48,8%. Ad oggi 79 dei 92 comuni umbri invitati dalla Regione a compilare delle schede relative alla rendicontazione, hanno reso noti i loro dati mentre i tredici comuni che mancano ancora all’appello sono stati invitati a farlo in fretta. Si tratta di Gubbio, Lisciano Niccone, Scheggia e Pascelupo (Ati 1), Castiglione del Lago, Città della Pieve, Deruta, Massa Martana, Passignano, Piegaro, Tuoro (Ati2), Montenelone di Spoleto, Poggiodomo e Preci (Ati 3).

La discrica di Pietramelina

La discrica di Pietramelina

Sanzioni A conferma del fatto che la Regione sulla differenziata «fa sul serio», per gli Ati che non hanno raggiunto gli obiettivi sono già arrivate le sanzioni previste, in totale comunque sotto i 100 mila euro. Il più virtuoso è stato l’Ati 2, la cui sanzione è stata di 6.000 euro. Per Ati 1 ammonta invece a 10.000 euro, per Ati 3 a 20.000 e per Ati 4 a 40.000.

Auri a rischio commissariamento Ma al di là della raccolta differenziata – comunque importante – quello che ora preme all’assessore Cecchini è uscire dalla frammentazione della gestione della materia. La creazione di Auri, la nuova autorità unica umbra per i rifiuti, stenta infatti a decollare e se entro i primi di gennaio non sarà nominato un ufficio tecnico, si andrà verso il commissariamento. «La giunta regionale ha dato un’indicazione forte – spiega Cecchini – ora bisogna sostituire l’attuale ginepraio con unico contenitore in cui mettere la governance della gestione dei rifiuti, perché non è pensabile che una piccola regione vada avanti con 20 società. C’era una fase di transizione che ora deve finire: entro i primi se non faranno un direttore lo faremo noi attraverso commissariamento». Al momento  ci sono 12 comuni che rappresentano la governance ed hanno per presidente il sindaco di Corciano Cristian Betti: a loro spetta il compito di costituire formalmente l’Auri tramite un direttore, dei dirigenti, dei funzionari. Ma questo non è ancora stato fatto e da qui nascono le preoccupazioni dell’assessore: «Ancora ci sono quattro ambiti di gestione dei rifiuti, con venti società che si sono raggruppate ma che ancora non si sono dotate di un direttore e di una dirigenza unica». Urge quindi una semplificazione ed una razionalizzazione, fondamentale anche per «individuare eventuali patologie e qualcosa che non va».

La discarica 'Le Crete'

La discarica ‘Le Crete’

«Comuni non possono fare ciò che vogliono» Intanto, fa sapere Cecchini, stanno partendo i lavori per l’ampliamento della discarica di Belladanza, sia per il trattamento dei rifiuti che per il compostaggio, e quelli per l’ammodernamento di Casone di Foligno. «Ma bisogna far capire che per il rilancio dei comuni – sottolinea l’assessore – fare o non fare la raccolta differenziata non è indifferente. Ci rendiamo conto delle difficoltà ma quando c’è la volontà gli obiettivi si raggiungono. Ci vuole che la politica si riappropri del suo ruolo e della sua autorevolezza ed eserciti fino in fondo il suo mandato, cosicché quando c’è dea fare delle scelte si facciano, anche se impopolari». E quindi fa un appello ai sindaci del territorio: «Voglio dire ai sindaci dell’Umbria che la Regione è dalla loro parte ma non può essere che ognuno faccia quello che vuole».

Giuseppe Sassaroli

Giuseppe Sassaroli

Le inchieste Impossibile, poi, non parlare anche delle inchieste che in questi mesi stanno colpendo la gestione dei rifiuti in Umbria, dalla vecchia interdittiva per mafia all’ultima indagine ‘Spazzatura d’oro’. L’assessore all’Ambiente ammette di non avere ancora un quadro chiaro di tutto quello che sta accadendo, ma garantisce che si sta lavorando per monitorare costantemente il sistema, «attraverso i monitoraggi e il sistema di gestione unitaria, con la costruzione di task force sia politiche che tecniche». C’è però bisogno di un’ulteriore sferzata: «Per affermare un sistema di gestione umbro che funzioni e sia efficace servono scelte, investimenti, consapevolezza e soprattutto togliere di mezzo le eventuali patologie che ci impediscono di conseguire i risultati che vogliamo raggiungere».

PARLA L’ASSESSORE CECCHINI – L’INTERVISTA

Alessandro Bratti

Alessandro Bratti

Controllo Proprio in merito allo scandalo Gesenu, martedì il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti aveva parlato di carenze nei controlli, ma su questo la Regione allontana qualsiasi responsabilità. «Noi esercitiamo un controllo sugli atti che arrivano dagli altri, ma questo spetta alle Province e all’Arpa», ribatte Cecchini. Quello di monitorare le società di gestione dei rifiuti non sarebbe, quindi, un compito della Regione, a meno che non arrivino certificazioni da parte dei Comuni, dell’Arpa o delle Province. «I Comuni sono proprietari delle discariche e proprietari o comproprietari di società e impiantistica. Alle società affidano la gestione tramite gara d’appalto, quindi sono parte lesa in quello che è successo, perché mettevano più soldi (arrivati dai cittadini) di quelli che incassavano».

Walter Ganapini

Walter Ganapini

«Ben venga azione magistratura» Secondo Cecchini, allora, non ci sarebbero conflitti d’attribuzione su chi aveva il compito di vigilare. «Bisogna evitare di fare confusione, la legge stabilisce chi fa cosa: i controlli stanno in capo all’Arpa e alla Provincia, i comuni non hanno il compito di controllare. Servizio di smaltimento dei rifiuti è affidato dal comune attraverso regolare gara d’appalto ad una società, in quel momento il sindaco poi non è responsabile. Se individua qualcosa che non va, va dalla magistratura come parte lesa». Ben venga, allora, per Cecchini, l’azione della magistratura, per fare in modo che laddove si esce dai percorsi virtuosi ci sia qualcun altro che li individua e li punisce. «Ai cittadini bisogna dire con forza che laddove si rispettano le regole sono tutelati, chi sbaglia deve essere sospeso e rimosso del servizio rispetto al quale non devono esserci sconti di pena».

Inceneritore Quanto alla possibilità dell’Ati 2 di chiedere un inceneritore, la Regione è convinta che «nelle condizioni date in Umbria non ci sia una produzione di rifiuti sufficiente a giustificarne la presenza». E le stesse indagini non portano a valutazioni diverse: «Se i sindaci dell’Ati 2 chiederanno l’inceneritore si vedrà, noi non abbiamo contemplato la possibilità». Intanto, quindi, la priorità della Giunta è dare attuazione al Piano regionale dei rifiuti e alla gestione unitaria. Per il resto, «la magistratura andrà ad accertare se quelle patologie sono vere o no, mentre la Regione ha l’interesse che si riaffermi la trasparenza all’interno di questa materia, perché attiene alla qualità dell’ambiente (priorità per la salute dei cittadini) e ai soldi dei cittadini. Se ognuno fa il suo lavoro e sta dentro le regole, si va nella direzione giusta».

La Provincia In merito alle vicende che stanno interessando Gesenu, peraltro, «la Provincia di Perugia chiarisce di non aver avuto nessuna comunicazione in merito alle indagini. L’ente resta comunque a totale disposizione dell’autorità giudiziaria per l’accertamento dei fatti. Allo stesso tempo l’amministrazione provinciale ha disposto proprie verifiche interne al fine di accertare la correttezza e la regolarità dell’operato dei propri uffici».

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