Foligno, biodigestore: «Già deciso 4 anni fa»

Secondo Presenzini (Wwf) sarebbe prioritaria la tracciabilità dei rifiuti per premiare chi differenzia e punire chi inquina la raccolta altrui

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L.P.

È un duro affondo contro la politica della Regione e delle amministrazioni comunali umbre in tema rifiuti quello che sabato è stato lanciato dal Coordinamento Umbria Rifiuti zero da Foligno, dove si è svolta la giornata informativa ‘Verso la società del riciclo’.

Il progetto di biodigestore

Il progetto di biodigestore

L’incontro E il tema che, tra tanti, ha tenuto banco è stato ovviamente quello del biodigestore di Casone, l’impianto che sarà realizzato e gestito dall’azienda Asja Ambienta Italia spa con il placet di Regione e Vus, l’azienda pubblica di servizi dell’Ati 3. Presente anche Sauro Presenzini, presidente della sezione perugina del Wwf che, da settimane, sfida apertamente l’amministrazione comunale folignate guidata da Mismetti proprio per la sua contrarietà al progetto.

Tracciabilità «A Foligno, come in tutta l’Umbria – ha ricordato Presenzini – serve la tracciabilità dei rifiuti. E’ l’unico modo di premiare e far risparmiare chi differenzia correttamente i rifiuti e di ‘punire’, invece, chi se ne frega e inquina anche la raccolta altrui». E’ questo, secondo il presidente del Wwf che ha già insignito per la seconda volta Vus e Mismetti del premio Attila per le peggiori pratiche ambientali, il punto di snodo centrale e prioritario a ogni ragionamento su un impianto, «l’ennesimo – dice – e sovradimensionato, che rischia di far pagare un alto costo in termini di salute e ambiente ai cittadini».

Comitati Dal canto loro, infatti, nei giorni scorsi, i comitati spontanei dei cittadini dei quartieri di Sassovivo, Sterpete, S. Eraclio, assieme al Wwf, avevano volutamente disertato la riunione indetta da Ati 3, Vus, Asl e istituzioni, organizzata appositamente per informare la cittadinanza sull’impianto che sarà realizzato a Casone e di cui la Regione ha già concesso il terreno all’azienda privata. «Queste riunioni di facciata – spiega Presenzini – non solo sono tardive, ma non servono a nulla, il cittadino in questa fase non potrà decidere o modificare niente rispetto a quanto già deciso dalla politica/affari».

Nessun confronto La ‘politica’, secondo Presenzini, ha già deciso tutto, «passando sopra la testa e la volontà dei cittadini, contro la volontà di quasi duemila persone, che hanno chiesto uno stop del progetto, per avere un confronto reale, un contraddittorio concreto, qualificato e neutro, con possibilità di modificare, accettare, eventualmente impedire che l’impianto industriale si realizzi, autodeterminandosi».

Le cifre Secondo quanto previsto dalla convenzione stipulata tra la Vus e l’Asja Ambiente Italia spa, saranno 53 mila le tonnellate di biomassa in ingresso nell’impianto di Casone. Di queste, si prevede che 18 mila tonnellate arriveranno al compostaggio, con una resa del 34%, mentre solo 2,4 milioni di Nmc sarà trasformato in energia, cioè biometano, pari solo allo 0,68 per cento del consumo in Umbria. «Cifre irrisorie – è stato spiegato – rispetto ai costi da sostenere da un punto di vista economico oltre che ambientale per la realizzazione del progetto. E che non servirà a nulla, se i cittadini non imparano a fare la differenziata e non vengono controllati in quello che differenziano. Quello che sembra – ha concluso Presenzini – è che vogliano forzatamente imporre una scelta immodificabile decisa già quattro anni fa».

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