Giovani, Perugia investe sul futuro

Arriva il 1 dicembre l’iniziativa ‘Gli stati generali dei giovani’, promossa dall’Aidp Umbria. Obiettivo: avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro

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di E.M.

Una giornata per mettere i giovani al centro, dedicata alla loro formazione e alle prospettive concrete di entrare nel mondo del lavoro. È questo il senso dell’iniziativa dal nome “Gli stati generali dei giovani”,  organizzata e finanziata dall’Aidp (Associazione italiana per la direzione del personale) dell’Umbria, che si terrà il 1 dicembre alla Sala dei Notari di Perugia.

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La conferenza di presentazione

Il messaggio ai giovani lanciato in conferenza stampa dalla presidente del ramo umbro dell’associazione, Adriana Velasquez, è chiaro: «Non manca il lavoro, ma mancano gli stimoli». E per evitare che studenti ed ex studenti si cullino nella convinzione che costruirsi un futuro è troppo difficile, devono imparare a «presentarsi con delle proposte serie». Proprio per questo, il 1 dicembre, tutti i partecipanti avranno modo di confrontarsi su lavoro e futuro con i referenti di istituzioni, aziende pubbliche e private e associazioni no profit. Tra gli altri, ci saranno i manager delle risorse umane di aziende come Ferrari, Ducati ed Aboca. “Gli stati generali dei giovani”, con un’intera giornata di panel e tavole rotonde, si propongono come obiettivo quello di far capire concretamente ai ragazzi cosa i datori di lavoro vogliono da loro: un compito che troppo spesso, secondo Velasquez, in Italia viene lasciato in secondo piano. E per dare questa opportunità anche ai ragazzi che vivono nelle zone terremotate, probabilmente Aidp farà in modo di predisporre almeno due pullman da Norcia e da Cascia.

ADRIANA VELASQUEZ ILLUSTRA L’INIZIATIVA – IL VIDEO

Combattere la disoccupazione «Sarà un programma ricco, che cercherà di toccare tutti gli aspetti e tutte le criticità dei percorsi formativi», ha detto la referente dell’Aidp Umbria Serena Santagata, che da dottoranda conosce da vicino le problematiche degli studenti. In particolare, è bene non dimenticare che, secondo gli ultimi dati Istat, l’Italia è al terzo posto in Europa per disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni, che ha toccato quota 37%. «È un momento delicato di grande cambiamento, in cui si va verso l’industria 4.0 – ha continuato – per questo bisogna investire nel futuro e iniziative come questa danno un forte impulso». L’augurio, a cui si è unito anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi, è che l’iniziativa non resti isolata ma «possa essere l’inizio di un percorso alla riscoperta del valore dei giovani».

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Spazio ai social Ai giovani è dedicato l’evento e proprio loro ne saranno i protagonisti. A cominciare dalla comunicazione online, che sarà gestita interamente dagli studenti del corso di “Strategie di comunicazione in rete” della laurea magistrale in Comunicazione pubblica, digitale e d’impresa. Coordinati dal loro docente Luca Garosi, si occuperanno di promuovere sui social tutto ciò che succederà nel corso degli “Stati generali”. Il social media team, composto da una trentina di ragazzi, sarà presente sulle piattaforme Twitter, Facebook e Instagram con l’hashtag #protagonistigiovani, collegato an15095670_1149481925171933_4985465489759729412_nche al blog Perugia giovani. Il loro compito sarà dare massima visibilità all’evento, anche attraverso lo storytelling, rigorosamente multimediale, mediante Scribble Live e Storify.

I consigli Già nel corso della conferenza stampa di presentazione è arrivato qualche consiglio ai giovani presenti. Viene da Alfredo Mattiroli, della Mattiroli Associati srl, specializzata nella ricerca di risorse umane con esperienza soprattutto nel mondo della moda. «Esistono dei settori dove si cercano figure delle quali c’è carenza, come quella di modellista e di addetto all’e-commerce – ha spiegato – c’è quindi bisogno di portare i giovani a creare la propria professionalità».  Ma l’imperativo è uno solo: essere in grado di «internazionalizzarsi». Studiare le lingue e, per farlo, andare a fare esperienze all’estero: «Anche soltanto come semplici camerieri, conosco molti manager che sono partiti da lì».

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