Inceneritore, adesso parla Terni Biomassa

L’azienda dice la sua sulla chiusura dell’impianto: «Mai superati i limiti previsti, non sappiamo come abbia fatto le analisi l’Arpa»

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Adesso tocca a loro. Terni Biomassa ha voglia di dire, di spiegare e, pure, di confutare. Con la premessa che «siamo fermamente convinti che attraverso dialogo e confronto tecnico con tutte le parti coinvolte, anche grazie all’ausilio di un soggetto terzo atto alla rilevazione dei dati, si potranno sanare eventuali anomalie e ci auspichiamo per il bene di tutti che questo possa avvenire il prima possibile».

Inceneritore inceneritori biomasse marattaI controlli Terni Biomassa, poi, dice che «ogni tre mesi, come da prescrizioni autorizzative, vengono effettuati autocontrolli accurati presso laboratori certificati Accredia su parametri importanti come metalli (cadmio, tallio, mercurio, antimonio, arsenico, piombo, cromo, cobalto, rame, manganese, nichel, vanadio) e relativi composti, Ipa, diossine e furani. I risultati dei controlli vengono inviati puntualmente alla Regione e ad Arpa diventando informazione pubblica e fruibile attraverso il sito Arpa».

IL ‘CAMPIONAMENTO’ DI MARZO

I dubbi Poi, però, l’azienda introduce un elemento di dubbio importante: «Confermiamo che i risultati sono stati sempre ampiamente entro i limiti, anche quelli fatti 15 giorni prima dei controlli effettuati da Arpa che hanno riscontrato il superamento delle diossine. Allo stato attuale – è la sottolineatura – non conosciamo le modalità con cui Arpa ha effettuato i controlli e non abbiamo evidenza formale dei risultati».

LE ANALISI DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA DI MARZO

Il dialogo In questi giorni, spiega Terni Biomassa, «in ottica di totale collaborazione, stiamo cercando in tutti i modi un confronto con le istituzioni di riferimento, in particolare Sindaco, Provincia, Regione e Arpa (in realtà si sarebbe cercato un colloquio informale, invece che inviare richieste ufficiali; ndr). Del resto, contemporaneamente, ormai da due anni siamo in attesa di ottenere l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) che con le sue prescrizioni avrebbe garantito da tempo tutto quanto necessario alla sicurezza dei cittadini (compreso il campionamento in continuo delle diossine) e l’inserimento dei dati sempre aggiornati nei Totem distribuiti in città». L’azienda, al riguardo, si dice si dice fiduciosa: «Appena ottenuta l’autorizzazione Terni Biomassa potrà confermare il suo impegno e la sua volontà di effettuare nuovi investimenti, già ad oggi molto onerosi, per migliorare ulteriormente le performances ambientali dell’impianto».

I lavoratori Inevitabile il ‘passaggio’ riservato alle possibili ricadute occupazionali: «Per il momento l’azienda ha deciso di non prendere alcun provvedimento relativo alle tredici persone che lavorano nell’impianto – spiega Terni Biomassa – anche perché siamo fiduciosi che, una volta stabilito che non sono mai state commesse infrazioni, ci venga permesso di riprendere il lavoro, Ma è chiaro che se i tempi dovessero allungarsi non potremmo esimerci dal trarne le inevitabili conseguenze».

I rilievi Per la verità, però, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – insieme ai tecnici Arpa c’erano anche i carabinieri del Noe – nel periodo preso in esame, l’inceneritore non avrebbe bruciato solo ‘pulper da cartiera’ con un tasso di umidità, nichel, arsenico e cromo oltre i limiti consentiti dalla legge, ma anche in quantità superiori a quelle autorizzate – 170 tonnellate invece di 100 al giorno e e invece di 3 ogni ora –  mentre era stato contestato anche lo smaltimento delle ceneri del ‘pulper’, «attribuendo alternativamente codice a specchio per qualifica rifiuti, da ‘pericoloso’ a ‘non’». Si sarebbero scaricate sostanze pericolose nel fiume Nera «con presenza di rame superiore ai limiti tabellari massimi» e lo strumento di ‘misurazione emissioni’ sarebbe stato tarato «in modo da non consentire la verifica della presenza di sostanze inquinanti». Circa l’impianto di combustione, infine, sarebbe stato associato il codice ‘fermo’, mentre dal controllo registri carico/scarico rifiuti «veniva accertata l’alimentazione dell’inceneritore». Su questa parte della faccenda, però, da Terni Biomassa si ottiene solo un laconico «abbiamo fornito tutte le risposte formali al riguardo ai soggetti interessati».

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