Leonardo alla Cascata, emergono nuove prove

Gli esami svolti agli Uffizi regalano conferme e la Fondazione Carit imprime una decisa accelerazione: si farà un comitato tecnico scientifico di alto livello

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di Marco Torricelli

Le notizie sono due, entrambe molto importanti. Perché se la prima si riferisce ad una nuova conferma – ammesso che ce ne fosse bisogno – relativa al fatto che il ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci conservato agli Uffizi di Firenze raffigura la Cascata delle Marmore; la seconda prefigura l’avvio di un percorso – che vedrà la Fondazione Carit di Terni assoluta protagonista – che sul lungo periodo è focalizzato sul 2020, quando il disegno sarà esposto in Umbria, ma che nel breve-medio percorso porterà alla realizzazione di una serie di eventi finalizzati alla valorizzazione della scoperta e, contestualmente, del territorio.

Tratto di strada originale a Marmore percorsa da Leonardo a cavallo

Tratto di strada originale a Marmore percorsa da Leonardo a cavallo

Il tour di Leonardo Perché un altro aspetto che sta emergendo con sempre maggiore evidenza, è che Leonardo da Vinci non si è ‘limitato’ ad osservare e disegnare la Cascata delle Marmore e i territori ad essa limitrofi, ma è stato protagonista di un vero proprio tour in Umbria – probabilmente nel corso del suo viaggio verso Roma – lasciando tracce del suo passaggio e inserendo elementi – che via via andava accumulando in disegni e bozzetti che si è portato dietro – in molte sue opere successive. Ma è bene andare per ordine.

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

La Cascata Iniziamo dalla Cascata delle Marmore, visto che Luca Tomìo – lo studioso a cui si deve la scoperta – venerdì mattina ha nuovamente varcato l’ingresso degli Uffizi di Firenze; accompagnato dalla direttrice dell’archivio di Stato di Terni, Elisabetta David; per sottoporre il disegno di Leonardo ad una serie di nuovi esami, utilizzando strumenti tecnologici avanzatissimi. E quando lo riesco a contattare al telefono è raggiante: «Un altro tassello è andato al posto giusto – mi dice Tomìo – e abbiamo avuto la conferma che cercavamo su un particolare specifico del disegno».

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Il dettaglio, con l’arco di calcare che appare nel disegno di Leonardo

L’arco Il particolare a cui fa riferimento Tomìo è «un ‘arco’ che appare nella parte inferiore della Cascata disegnata da Leonardo e che mi aveva colpito fin dai primi approfondimenti fatti. Quando sono sceso lungo un sentiero che porta verso il punto in cui l’acqua della Cascata forma la prima vasca, me lo sono trovato di fronte. Si tratta di un arco di calcare che si staglia sulla parete rocciosa e che colloca con precisione Leonardo da Vinci in quel punto di visuale. Le analisi fatte con gli strumenti che gli Uffizi ci hanno messo a disposizione hanno confermato che si tratta dello stesso arco». E, quindi, discorso chiuso: quella disegnata – ma ormai in pochi si ostinano a volerne dubitare – è la Cascata delle Marmore.

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Il ‘percorso’ Da qui parte l’altra storia, che dopo qualche malinteso iniziale, ora sembra destinata – rapidamente e con tutte le parti interessate che potrebbero trovare solo punti di convergenza – verso una direzione precisa: «La definizione di un percorso che ci porterà, Umbria e Toscana insieme – spiega Tomìo – a ripercorrere il cammino di Leonardo da Vinci, che si è intrecciato con quello dei protomartiri francescani e che lo ha portato a confrontarsi e a contaminarne positivamente le tecniche pittoriche, con altri grandi artisti della sua epoca». Umbria e Toscana, dice Tomìo, «perché quelli che stiamo portando alla luce, giorno dopo giorno, sono dettagli che ci portano a scoprire un Leonardo diverso da quello fino ad ora conosciuto».

Il 'Paesaggio con fiume' di Leonardo da Vinci

Il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci

La tecnica Perché – anche analizzando il ‘Paesaggio’ conservato agli Uffizi – «il suo disegnare e scrivere ‘a specchio’ sembra emergere con particolare evidenza nelle opere ‘schizzate’ in condizioni che potremmo definire estreme e, infatti, il disegno della Cascata e i dettagli che vi sono contenuti sono stati realizzati in equilibrio precario sull’orlo del burrone e lungo sentieri che sono mozzafiato oggi, quando li si percorre protetti da balaustre di ferro, ma che ai tempi di Leonardo erano autenticamente paurosi e pericolosissimi».

Luca Tomìo

Luca Tomìo

Vinci Tanto che in quelle situazioni estreme sarebbe emersa la sua condizione di ‘mancino non corretto’ – come viene definito in neurologia – cioè di un giovane (quando ha disegnato la Cascata, Leonardo aveva 21 anni) che usa naturalmente la mano sinistra e questo metterebbe fine anche alle altre ipotesi (quando si ipotizzò che la scoperta relativa alla Cascata delle Marmore avrebbe portato ad una riscrittura della storia, forse, non si era così lontani dalla verità) che si sono sovrapposte nei secoli. «E che – spiega Luca Tomìo – mettono in evidenza un aspetto di grande interesse e che è rappresentato dall’importanza che, nella formazione giovanile di Leonardo, ha ricoperto il paese di nascita e la possibilità, per lui, di poter osservare e riprodurre liberamente panorami di incomparabile bellezza come quelli che aveva la fortuna di incontrare ogni giorno sul suo cammino. Ecco, quindi, che Vinci vede accrescere la sua importanza capitale nello sviluppo delle capacità creative del suo figlio più famoso».

Dragoni e Carlini

Dragoni e Carlini

La Fondazione Carit Anche su tutte queste nuove ed affascinanti teorie si potrà (si dovrà) studiare approfonditamente e qui – ecco la seconda notizia importante – entra in campo la Fondazione Carit di Terni: «Che ha deciso – spiega il vice presidente Ulrico Dragoni – di impegnarsi con convinzione per la nascita di un comitato tecnico-scientifico ad altissimo livello, al quale affidare il compito di portare avanti questi studi e di proporre le iniziative più idonee alla loro divulgazione». A farne parte dovrebbero essere chiamati personaggi del calibro di Francesco Scoppola, Vittorio Sgarbi e Cristina Acidini, oltre ovviamente a Tomìo, che dovrebbe essere il terminale operativo ed Elisabetta David: «Senza dimenticare – dice lo stesso Tomìo – l’indispensabile coinvolgimento del museo degli Uffizi, il cui direttore Eike Schmidt ha confermato una lungimiranza rara, aprendo alla possibilità che il disegno di Leonardo, dopo l’esposizione già programmata a Vinci per il 2019, possa essere visto anche alla Galleria Nazionale di Perugia l’anno successivo». Ma anche «della Regione dell’Umbria, che fin dall’inizio ha creduto con convinzione nel nostro lavoro».

L’impegno Ma, e qui si spiega la presenza di Elisabetta David al fianco di Tomìo agli Uffizi, entra in campo anche l’archivio di Stato di Terni: «Proprio alla dottoressa David – conferma Dragoni – la Fondazione Carit ha affidato una lettera nella quale è stata esplicitata la nostra disponibilità a farci promotori e sostenitori di quanto si riterrà opportuno per dare alla scoperta il massimo della rilevanza». Alla determinazione si è arrivati dopo un incontro che si è svolto gicascata-leonardo-terni-disegnoovedì – per la Fondazione c’erano il presidente Luigi Carlini, lo stesso Dragoni e Mario Fornaci – con Luca Tomìo, che mostra di aver apprezzato molto la cosa: «Questo scatto in avanti – dice da Firenze – non può che essere salutato con grande soddisfazione, perché è il segnale che tutti aspettavamo e che ci incoraggia fortemente. La Fondazione ha gli strumenti e le potenzialità per farsi autentico motore di una serie di iniziative che, questo è un impegno personale che mi sento di assumere, nel giro di pochi mesi potranno avviare un percorso che ci dovrà portare a cambiare davvero il volto della città».

Il disegno Per cominciare «rendendo possibile quanto ipotizzato proprio da Eike Schmidt – spiega Tomìo – che è stato molto colpito dal fatto che la ‘scintilla’ che ha dato origine alla scoperta sia venuta da un giovanissimo come mio figlio e che, da uomo di grande intelligenza quale è, ha intuito la grande valenza divulgativa che potrebbe avere l’esposizione a Terni di quella che potremmo definire una ‘copia conforme’ (cosa facilmente fattibile con le moderne tecniche digitali; ndr) del disegno di Leonardo, magari proprio all’archivio di Stato». E non è escluso che la cosa si possa realizzare presto, molto presto: «Ci stiamo già lavorando – garantisce Tomìo – come stiamo già ragionando su una serie di iniziative diffuse sul territorio e da organizzare nei primi sei mesi dell’anno prossimo, nelle quali far ripercorrere ad esperti, appassionati e semplici turisti, il cammino di Leonardo».

Luca Tomio e Marcello Luzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata da Tomio come base logistica delle sue ricerche

Luca Tomio e Marcello Luzzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata da Tomio come base logistica delle sue ricerche

Il comitato Ma nel frattempo si deve mettere in piedi la struttura di supporto per il comitato tecnico-scientifica: «La sede della Fondazione Carit – spiega Ulrico Dragoni – è ovviamente a disposizione e, anzi, riteniamo che possa assicurargli il giusto prestigio, anche se non mi sembra trascurabile la proposta della famiglia Luzzi, che ha messo a disposizione un piano di Villa Graziani a Papigno e che, oltre a rappresentare uno dei luoghi del tour di Leonardo sul territorio, potrebbe essere un’ottima soluzione per una base logistica sul posto e come centro di documentazione».

 

 

 

 

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