Leonardo alla Cascata, gli ‘arancini’ di Tomìo

Una settimana di incomprensibile silenzio dopo il clamoroso annuncio. E adesso Luca Tomìo viene ‘tentato’ dalla Fondazione Sicilia

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di Marco Torricelli

Buoni sono buoni, In qualche caso buonissimi. Se gli ‘arancini’ siciliani, però, si mettono di traverso, proprio nella stagione del ‘pampepato’, che a Terni è un must, allora la faccenda rischia di diventare seria. Ma andiamo per ordine: partendo da un dato di fatto indiscutibile.

tomio-cascata-leonardo-sgarbi-232323 terniIl silenzio Forse qualcuno se ne sarà accorto, ma qualche giorno fa è stata ufficializzata una notiziola non trascurabile: la Cascata delle Marmore di Terni (e quello che una volta era il castello di Papigno) sono i veri protagonisti del ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci, anche nel paesaggio al retro del foglio che raffigura il punto in cui, oltre un secolo dopo, sorse Villa Graziani. Bene, hanno fatto una giornata di presentazione, Vittorio Sgarbi l’ha gestita da par suo, gli esperti hanno preso posizione e, insomma, la cosa è confermata. Poi, su tutta la faccenda, è calato un silenzio inspiegabile. Come se noialtri, qui, pensassimo che uno come Leonardo da Vinci ‘ci spiccia casa’.

Tratto di strada originale a Marmore percorsa da Leonardo a cavallo

Tratto di strada originale a Marmore percorsa da Leonardo a cavallo

Lo scopritore Si prova, allora, a stuzzicare l’uomo a cui si deve la scoperta, ma quasi a sorpresa lui sembra non essere particolarmente turbato dalla cosa: «In fondo – dice con aria quasi divertita Luca Tomìo – potremmo dire che è meglio così. Si potrà lavorare con maggiore tranquillità in futuro, visto che di cose da fare, da cercare e da valorizzare ce ne sono ancora tantissime e soprattutto in tutt’Italia ci sono cose meravigliose da scoprire e valorizzare: in Umbria ho riscoperto il tour giovanile di Leonardo, in Sicilia un gigantesco stendardo di Alighiero Boetti che veniva portato in processione dalle donne di Gibellina intorno alla quale la Fondazione Sicilia vuole costruire una grande mostra dell’artista che riposa nella campagna di Todi». Poi cambia, troppo in fretta, discorso: «Vedrai però che il lavoro che la Regione Umbria sta facendo porterà presto dei risultati».

Luca Tomio e Marcello Luzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata da Tomio come base logistica delle sue ricerche

Luca Tomìo (a destra) e Marcello Luzzi in una delle grotte disegnate da Leonardo e utilizzata dallo studioso come base logistica delle sue ricerche

«Il dieci per cento» Sì, molto bene, ma parliamo di quelle cose di cui ancora non sappiamo niente? «Io ho già avuto modo di dire che quello della presenza della Cascata delle Marmore nel ‘Paesaggio’ di Leonardo è solo un indizio. Un segnale, una traccia, che per me ovviamente è di straordinaria importanza, ma che potrebbe spalancarci davanti un orizzonte del tutto inatteso, stupefacente e di rilevanza notevolmente maggiore». Significa che quello che è stato rivelato «è forse il dieci per cento – scandisce Tomìo – di quello che sta emergendo dai nostri studi: sapete che c’è una botola ancora sigillata oltre la quale ci sono gli ambienti mai esplorati del Castello di Papigno disegnati da Leonardo? Lo sai che all’inizio delle ricerche la famiglia Luzzi mi ha messo a disposizione una grotta-studio che poi si è rivelata essere una delle grotte disegnate da Leonardo nel punto dove poi sorgerà Villa Graziani? Sapete che Leonardo, non da solo, dopo aver ripreso la Cascata dal ciglio estremo, ha proseguito a cavallo per Rieti ritraendo il Lago di Piediluco e quello Ventina in due paesaggi che compaiono in due capolavori della pittura del Rinascimento?». Ecco, appunto.

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Botola sigillata al di là della quale si aprono ambienti inesplorati del Castello di Papigno disegnato da Leonardo

La Sicilia Ma se lui si sorprende, mica può pensare di essere l’unico a farlo. E allora, proprio partendo dalla sua ultima affermazione, si prova a stuzzicarlo: ma è vero che potrebbe essere ‘costretto’ a ridimensionare il suo impegno a Terni e in Umbria, magari per andare a lavorare in Sicilia? La risposta arriva dopo una, breve, riflessione: «Se mi fai questa domanda – dice Tomìo – credo che tu conosca già la risposta. La Fondazione Sicilia (nata nel dicembre del 1991 per iniziativa del Banco di Sicilia; ndr) mi ha proposto una collaborazione molto interessante per un progetto di medio-lungo periodo e devo dire che l’idea è, sotto il profilo professionale, molto stimolante. La Fondazione Sicilia è una vera autorità istituzionale che contribuisce fattivamente allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Sicilia e di Palermo, la vera meravigliosa capitale del Mediterraneo».

Il ‘comitato’ Il che significa, tradotto: esiste il rischio che lo studioso possa proseguire le sue ricerche su Leonardo da Vinci a Terni e in Umbria nel così detto ‘tempo libero’: «Da quanto mi risulta – dice Tomìo – il Comune di Terni e quello di Amelia stanno lavorando per la nascita di un comitato tecnico-scientifico (del quale ovviamente lui dovrebbe far parte; ndr) che possa seguire il percorso futuro, ma non so con quali tempistiche (a palazzo Spada assicurano: entro la prossima settimana si farà; ndr). Le persone che hanno collaborato con me potranno certamente proseguire nel lavoro che abbiamo fatto. Io, ovviamente, non ho intenzione di tirarmi indietro, ma stando per cinque giorni a settimana in Sicilia, forse potrei contribuire in maniera meno assidua».

Luca Tomìo e Miro Virili

Luca Tomìo e Miro Virili

I fondi Ci sarebbe, poi, una questioncina banale: come proseguire, approfondire e documentare pienamente il lavoro che si andrà a fare? In sostanza: dove trovare i fondi? «Questo può essere un problema – dice Tomìo – ma a me riguarda marginalmente. Come ho detto anche a te, mi sembra, io non ho pretese economiche da accampare, ma le persone che lavorano al progetto, tutti professionisti che sottraggono tempo al loro lavoro, in qualche modo dovranno pur avere dei riconoscimenti ed essere messi comunque in condizione di svolgere le ricerche indispensabili. Altrimenti si ferma tutto o comunque proseguirà con lentezza».

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Il punto esatto dal quale Leonardo dipinse Papigno

La sede E proprio a proposito di un possibile centro-studi, i proprietari di Villa Graziani (uno dei ‘luoghi-simbolo’ del tour di Leonardo da Vinci in Umbria) hanno già fatto sapere di essere pronti a mettere a disposizione un’area dello stabile proprio per ospitarne la sede: «La famiglia Luzzi, che mi ha sempre sostenuto logisticamente fin dagli esordi della ricerca, lo farebbe a titolo gratuito – spiega Tomìo – e a mio avviso si tratta di una proposta degna di essere presa in grande considerazione, ma anche in questo caso sarebbe opportuno decidere in fretta». Perché «mi sembra di registrare una diversa valutazione delle potenzialità – sotto il profilo culturale, ma anche economico e turistico – da parte dei diversi soggetti campo».

tomio-sgarbi-cascata-leonardo-carlini terniRegione e Comune Facciamo i nomi o ci limitiamo ad enunciazioni generiche, magari frenate dalla diplomazia? «No, guarda, io sono abituato a parlare chiaro e allora ti dico che, per esempio, ho trovato in Fabio Paparelli una ‘sponda’ eccezionale: stiamo lavorando in perfetta sinergia e il suo approccio pragmatico e mirato alla valorizzazione ai fini turistici della scoperta, per quanto rispettoso della valenza puramente culturale, storica ed artistica del nostro lavoro, sta già dando dei riscontri importanti, tanto che stiamo pensando ad un Convegno internazionale a breve termine. Meno segnali – dice Luca Tomìo – arrivano da alcuni ambienti della città di Terni che potrebbero fare molto e invece si preoccupano solo di un’autoreferenzialità poco costruttiva, arcigna, provinciale».

di-girolamo-leonardo-cascata-sgarbi terniLa cronaca In effetti, a Terni ci sono problemi di altro genere che, probabilmente, tengono impegnati coloro che hanno potere decisionale: «Questo lo posso comprendere – chiosa Tomìo – ma qui si tratta di ragionare, possibilmente in fretta, su iniziative che con le vicende politico-giudiziarie in corso non hanno proprio nulla a che vedere e che, anzi, potrebbero rappresentare un modo nuovo, diverso ed entusiasmante, per superare questo momento di comprensibile impasse. Ma c’è bisogno di entusiasmo. Bisognerebbe tentare una soluzione condivisa tra le varie parti politiche, una sinergia tra i Comuni di Terni, Amelia e anche Narni. Ritengo importate l’appello del sindaco Di Girolamo a fare quadrato intorno a questa scoperta e tentare di mettere le basi per una rinascita come si riuscì a determinare al tempo del sindaco Ciaurro».

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Crinali che incorniciano il Lago di Ventina che compaiono in un dipinto della bottega del Verrocchio

Le sinergie Quello che sembra emergere, si prova a stuzzicarlo, è che la decisione di esporre – nel 2020 – il ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci a Perugia e non a Terni abbia un po’ raffreddato questo entusiasmo: «L’ho già detto, questa scoperta deve unire, innazitutto Umbria e Toscana, che al tempo di Leonardo erano una sola grande area territoriale, contesa tra Lorenzo il Magnifico e Papa Sisto IV, e da cui scaturì l’apice pittorico del Rinascimento italiano che culminò nel ciclo dei pittori umbri-fiorentini della Sistina a Roma. Non ha senso parlare di rivalità tra Terni e Perugia: alla Galleria Nazionale di Perugia l’f.8P (il ‘codice’ del disegno; ndr) degli Uffizi avrebbe modo di essere visto in relazione con le opere coeve di Perugino, Pinturicchio e tutta la scuola umbra; è il contesto adeguato per costruirgli intorno una delle più grandi mostre mai realizzate. Lo sapete che Piero della Francesca, a suo tempo, veniva considerato umbro? Stessa cosa per Gentile da Fabriano. Pensarla diversamente mi sembrerebbe semplicemente imbarazzante – dice Luca Tomìo – perché sarebbe la dimostrazione di una mancanza di lungimiranza preoccupante. La città di Terni e in primis le sue istituzioni, politiche ed economico-sociali, dovrebbero secondo me puntare non tanto all’affermazione di una ‘primogenitura’ che non mi sembra nemmeno in discussione, quanto alle opportunità di divulgazione e di sfruttamento, se mi passi questo termine, del brand ‘Leonardo alla Cascata delle Marmore’ in un contesto più ampio, regionale, che poi vuol dire italiano e quindi mondiale. Poco fa Fabio Paparelli mi diceva che stava illustrando la scoperta ad una delegazione di Hong Kong».

Luca Tomìo

Luca Tomìo

Gli arancini Secondo Tomìo, «bisogna cominciare a pensarla in questo modo», oppure si corre il rischio che gli arancini, a Terni, restino sullo stomaco. «Lo sai bene che a Milano si dice che l’Umbria finisce a Todi. Con questa scoperta l’Umbria meridionale, con Terni e la Cascata a fungere da polo culturale complementare a Perugia, ha la possibilità di raccordarsi alle già note capitali della cultura come Orvieto, Assisi o Spoleto. Solo l’unione fa la forza, anche tra arancini e pampepato. Questa è la vera forza dell’Italia». Parola di Tomìo, uno storico dell’arte capace di trasformare con le sole proprie forze una scoperta straordinaria in un motivo anche di rilancio economico. Figuriamoci se chi di dovere dovesse sostenerlo con forze aggiuntive.

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