Lotta alla povertà: «Modificare criteri»

Progetto Sia, la Regione: «Consentire un numero maggiore di beneficiari. L’Inps ha accolto solo il 25% delle domande presentate»

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«Abbiamo chiesto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali di modificare alcuni criteri di accesso alle misure di contrasto alla povertà previste dal progetto Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), per consentire di raggiungere un numero maggiore di beneficiari, considerando che in Umbria sono state quasi 2 mila le domande presentate e soltanto 494 quelle accolte dall’Inps». Sono le parole dell’assessore regionale alla saluta, alla coesione sociale e al welfare, Luca Barberini, in seguito alla riunione della commissione politiche sociali delle Regioni e delle province autonome. Il Sia è una misura nazionale di contrasto alle povertà che prevede l’attivazione, tramite Inps, di sussidi da un minimo di 160 a un massimo di 400 euro a nucleo familiare, per un periodo di 12 mesi, attraverso una card emessa da Poste Italiane SpA.

Criticità da superare Barberini, in merito alla richiesta di modifica dei criteri, spiega che «dalla lettura dei flussi informativi pervenuti dalle zone sociali dell’Umbria emerge un quadro dinamico e in costante evoluzione, con molti cittadini in difficoltà per mancanza di lavoro o reddito insufficiente che hanno chiesto di accedere alle misure del Sia. In particolare, dal 2 settembre 2016, data di attivazione del programma, al 21 dicembre scorso, sono state 1.993 le domande presentate, 1.485 quelle trasmesse ad Inps dopo gli accertamenti sui requisiti effettuati dai Comuni, 224 in fase di istruttoria, 86 in corso di lavorazione da parte dell’Inps e 532 quelle rifiutate per mancanza dei requisiti dichiarati. Fra le richieste presentate, sono risultate 813 quelle da parte di cittadini che fanno un nuovo ingresso nei Servizi sociali territoriali e 1.180 quelle di persone già conosciute. In questo contesto, dati alla mano abbiamo rilevato alcune criticità da superare per raggiungere un numero maggiore di persone in difficoltà».

Le richieste e il sisma E quindi sono stava avanzate proposte di modifiche: «Abbiamo proposto – sottolinea Barberini – di abbassare la scala di valutazione multidimensionale del bisogno, calcolata con punteggi attribuiti in base a diversi indicatori (numero figli minori, unico genitore con figli minorenni, nucleo con persone disabili, condizione economica, assenza di lavoro dei componenti in età attiva), portandola da 45 a 30 punti, contando così di raddoppiare la platea dei beneficiari: circa il 57% delle domande, infatti, è stato escluso per il superamento di tale scala. Abbiamo anche evidenziato la necessità di fare in modo che il valore della ‘Carta Sia’ preveda una soglia d’ingresso maggiore per le famiglie più deboli, composte da un unico genitore e un figlio. Lo scorso mese di novembre, insieme all’assessore Paparelli, abbiamo inviato una lettera al ministro Poletti per chiedere alcune deroghe per l’accesso al Sia nazionale nelle zone terremotate: escludere dal computo dei redditi positivi gli immobili inagibili o danneggiati per effetto degli eventi sismici e abbattere la soglia dei 600 euro mensili di sussidi economici percepiti all’interno del nucleo familiare disagiato, perché spesso è previsto il contributo per l’autonoma sistemazione».

Contrato alla povertà Barberini ricorda che per le persone e famiglie escluse dai benefici del Sia, come adulti senza figli minori o con bambini ma con un Isee superiore a 3 mila euro «la Regione Umbria ha esteso le misure nazionali, ampliando la platea dei destinatari e il parametro Isee, con 12 milioni di euro provenienti da fondi europei. Per questa misura è stato predisposto il ‘Sia Più’ che partirà nei prossimi mesi, gestito congiuntamente dagli Assessorati regionali al Sociale e allo Sviluppo economico. Nel corso di un recente incontro delle Regioni con il ministro Poletti, è stato annunciato che nel 2017 il fondo destinato al Sia verrà incrementato con risorse pari a mezzo miliardo di euro, passando così da 1 miliardo a 1 miliardo e 500 milioni di euro, che per l’Umbria potrebbe significare circa 16 milioni di euro in più a sostegno delle famiglie disagiate. L’elevato – conclude – numero di domande pervenute ai servizi sociali dei Comuni umbri per accedere al SIA, è il segno che la partecipazione dell’iniziativa sui territori ha funzionato, che gli operatori delle zone sociali hanno svolto un buon lavoro e che i cittadini sono stati ben informati circa le opportunità offerte da questo strumento importante per la lotta all’esclusione sociale, oltre a rappresentare una situazione di palese difficoltà e disagio anche per effetto della crisi economica in corso».

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