L’Umbria del percolato e discariche al limite

Interrogazione alla Giunta regionale sulla nuova autorizzazione per Borgo Giglione e sul caso che monta a Terni

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L.P.

Rifiuti, rifiuti e ancora rifiuti. E’ questo il tema al centro del dibattito o, meglio, della polemica a livello regionale.
Sblocca Italia, inceneritori, discariche al limite del collasso e quelle interdittive antimafia che pesano sul sistema di appalti gestito da Gesenu & co. Per vederci un attimo più chiaro, durante la prossima assemblea legislativa i consiglieri regionali 5 Stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno deciso di presentare una nuova interrogazione per chiarire alcuni punti.

Discarica Tra tutti la discarica di Borgo Giglione che, quasi a rischio interruzione smaltimento dei rifiuti, è stata oggetto di una nuova delibera regionale che autorizza la società che gestisce i rifiuti, la Tsa, a continuare il servizio fino al prossimo 31 maggio. Via libera quindi alla viabilità dei camion sulla strada Colle del Cardinale, in sospensione delle prescrizioni, e al progetto di razionalizzazione presentato dalla Trasimeno servizi ambientali.

Razionalizzazione Nessuna modifica alla volumetria, né nuovi interventi rispetto a quanto autorizzato. Il progetto prevede esclusivamente la possibilità di continuare ad utilizzare la discarica per lo smaltimento del rifiuto secco in un bacino tradizionale e lo smaltimento della Forsu, la frazione organica, in celle bioreattore. La stessa Tsa, però, non ha fornito un’analisi completa e coerente dello stato attuale e futuro dei conferimenti in discarica, come è emerso nel corso di una riunione con i sindaci dei comuni dell’Ati 2, e la stessa Arpa, per quanto di sua competenza, ha sottolineato l’esistenza di diverse criticità.

Autorizzazioni Dal momento che la magistratura sta ancora effettuando le indagini sulla gestione dei rifiuti da parte di Gesenu s.p.a., Gest s.r.l.e TSA s.p.a., anche al fine dì verificare ipotesi di reato nella conduzione delle discariche di Pietramelina e Borgogiglione, «è lecito più di un dubbio – scrive Liberati – sugli effettivi conferimenti alla discarica di Borgogiglione e sulle reali necessità di  razionalizzarne il sistema di gestione e la relativa viabilità di collegamento» . Nonostante questo la Regione ha comunicato, in seguito al parere dell’ARPA, l’impossibilità a rinnovare l’autorizzazione per la coltivazione in modalità bioreattore del predetto impianto di discarica, «per cui risultano incomprensibili le valutazioni e le decisioni assunte dall’Ente in merito all’intero Progetto del Gestore».

Percolato Sul fronte ternano, invece, la notizia che il sindaco Lepoldo Di Girolamo assieme a nove ex assessori, sette attuali e tre dirigenti comunali, sono accusati di turbata libertà degli incanti per il trasporto del percolato dalla ex discarica urbana di Pentima frazionando gli importi su base mensile per rimanere al di sotto della soglia comunitaria ed evitare così la gara pubblica, fa pensare che, al di là degli aspetti giudiziari, lo sperpero di denaro pubblico si aggiri sui 5 milioni di euro. Numerose criticità, dunque, sui cui la Giunta regionale sarà chiamata a fare chiarezza, dal momento che dal 2008, il percolato di matrice industriale così come quello di matrice urbana, è finito nelle fogne e nelle acque del fiume Nera, senza considerare la questione della sottostante galleria del Tescino dalla quale, nel momento in cui veniva realizzata, colava percolato da cui è stato contaminato un operaio, Alessandro Ridolfi.

La Regione «Stante l’impossibilità di redigere sollecitamente un bando di gara da parte del Comune – chiedono i consiglieri – dopo i milioni di euro gettati al vento vogliamo sapere se la Regione intenda o meno procedere con un ‘ordinanza per avviare immediatamente un impianto di trattamento in loco, anche mobile, con titolo autorizzativo A.I.A» per ripristinare un quadro di legalità, economicità ed efficienza più volte violato.

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