Macroregione, Civiter «è una scommessa»

L’assessore del Comune di Terni, Giorgio Armillei: «La rete tra città come strumento di ridisegno dell’assetto territoriale»

Condividi questo articolo su

di Francesca Torricelli

La rete tra città come strumento di ridisegno dell’assetto territoriale. Proseguono i lavori del progetto Civiter, il disegno integrato dei processi di pianificazione strategica avviati da quattro città dell’Italia di mezzo: Civitavecchia, Viterbo, Terni e Rieti. L’assessore alla cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei, lo definisce «un itinerario complesso che prevede operazioni che potranno avere risultati solo nel medio-lungo periodo».

Il progetto Civiter Iniziato con la sottoscrizione del ‘Protocollo’ siglato a Terni a maggio del 2014, è un disegno che parte dalle connessioni infrastrutturali e potenziali tra le quattro aree urbane e contemporaneamente dalla consapevolezza dei limiti delle dimensioni di scala delle singole città se proiettate in un orizzonte nazionale ed europeo. Il rafforzamento delle connessioni e la valorizzazione delle specializzazioni di ciascuna città, consentono di raggiungere dimensioni e articolazione interna all’altezza delle sfide competitive dei mercati.

La governance Presupposto di questo rafforzamento è la definizione di un processo di governance complessa che, a partire dalle integrazioni esistenti tra le città in termini di legami funzionali, coalizioni di attori e coalizioni di istituzioni politiche, punti a: valorizzare le iniziative progettuali dal basso; facilitare la formazione di un quadro comune di gestione dei problemi collettivi, dalle prospettive ‘smart city’ al sistema dei servizi pubblici locali; sostenere politiche di rete; assicurare un livello crescente di comunicazione tra le quattro città e gli altri sistemi locali nazionali ed europei; accompagnare processi integrati di pianificazione delle politiche di coesione 2014-2020 di livello interregionale.

L’integrazione «Il progetto Civiter ha un itinerario complesso – spiega l’assessore Armillei a umbriaOn – perché si tratta di tentare di integrare il lavoro delle quattro amministrazioni concentrandosi, in particolare, attorno ai temi dello sviluppo locale, quelle che noi chiamiamo politiche territoriali integrate. Questo ‘sforzo’ d’integrazione si svolge su più temi, in un’operazione destinata a porre sul tavolo il tema del rapporto tra le città. La rete tra città come strumento di ridisegno dell’assetto territoriale».

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE GIORGIO ARMILLEI – IL VIDEO

Terni fin dall’inizio ha assunto un ruolo «propulsivo in relazione a questo percorso che nasce sulla base di una convinzione, ovvero quella che Terni, per la sua collocazione ha un ruolo di snodo nelle relazioni tra la parte nord e la parte sud dell’Italia centrale e nelle relazioni tra i due mari. Per questo spesso ripetiamo che l’operazione Civiter non è soltanto legata alla connessione tra le quattro città o al tema del rapporto con l’area metropolitana romana, ma è anche legata al tema dell’asse logistico Civitavecchia-Ancona che presenta molti elementi di interesse per il territorio ternano. Pensiamo, ad esempio, all’interporto di Orte, alla piattaforma logistica, all’interporto di Iesi, a tutta questa dorsale logistica che fa parte del quadro strategico logistico nazionale messo a punto dal Ministero delle infrastrutture».

Le criticità Lungo il percorso che le quattro città stanno affrontando affrontando, ovviamente, «sono emerse criticità e punti di forza», sottolinea Armillei. «Le criticità sono sicuramente legate ad una difficoltà fondamentale dal punto di vista dei rapporti tra i diversi livelli di governo. Qui abbiamo a che fare con una prospettiva che lega amministrazioni di due regioni diverse, quindi due governi regionali diversi. Civiter è una scommessa su un tema ‘caldo’, ovvero la non coincidenza tra le dinamiche reali dei territori e i confini amministrativi. È un tentativo di mettere a punto modalità con cui superare questa difficoltà, una prospettiva di identificare in modo più coerente con la realtà territoriale un’area vasta, che non coincide però con i confini regionali». La seconda difficoltà per le amministrazioni è quella di «lavorare in modo integrato, in particolare sui temi dello sviluppo economico, temi in cui il ruolo dell’amministrazione è quello di facilitatore, dov’è quindi più necessario che altrove saper costruire dei rapporti con i vari soggetti».

I punti di forza Fare rete fra città «è un passaggio fondamentale per evitare che il dibattito sulle macroregioni si trasformi in una marginalizzazione di questo arco territoriale. Questo può essere un fattore determinante nell’orientare la discussione pubblica e quindi anche le successive decisioni, indipendentemente dalla vicinanza o lontananza del traguardo della riorganizzazione dei confini territoriali regionali. Indipendentemente da questo, porre il tema del ruolo delle città nelle politiche di sviluppo e delle reti che le città possono creare, è essenziale per consentire a quest’area territoriale di stare all’interno di questa discussione con posizioni avanzate. Non una rivendicazione di vantaggi per le singole città, ma un modo per realizzare una massa critica superiore a affrontare in questo modo il tema del ridisegno dei livelli di governo».

Le infrastrutture Secondo Giorgio Armillei, i punti di forza «si generano sulla base di una molteplicità di fattori. Uno è il tema della logistica e delle infrastrutture di collegamento. Civiter è ‘plasticamente’ rappresentato dal collegamento stradale della superstrada Civitavecchia-Rieti, il cui completamento è ormai deciso e verrà realizzato nei prossimi anni, che rende queste quattro aree sempre più unite, ciascuna con le proprie specificità. La rete si può fare in vari modi cercando i punti di contatto, ma anche investendo meglio sui punti di specializzazione. Terni ha la sua storia e le sue potenzialità, come gli altri territori, e fare rete è un modo per potenziare le capacità e le opportunità di ognuno».

Il turismo e l’università Entrare in un contesto nel quale i punti di forza delle altre città possono diventare opportunità, «per Terni non può che essere un vantaggio. Uno dei temi che abbiamo trattato più volte è quello di come intercettare dal punto di vista turistico i flussi che si generano dal porto di Civitavecchia, uno dei più importanti del Mediterraneo con 2 milioni di traffico passeggeri ogni anno. Lavorare in maniera organizzata, sistematica e in rete tra i territori che possono beneficiare dei flussi turistici, in base ai diversi ‘pacchetti’, significa poter aspirare ad intercettare una domanda che al momento viene soddisfatta soltanto dall’area romana». Un secondo tema, spiega ancora l’assessore, «è quello del rapporto tra le università che gravitano, in qualche modo, sul territorio. Noi abbiamo un Polo universitario, quello di Perugia, università che abbiamo coinvolto nella definizione della prospettiva Civiter in collaborazione con l’università di Viterbo, e la relazione tra gli atenei è un punto fondamentale che Terni potrebbe ‘sfruttare’».

L’area metropolitana romana Un ultimo punto sul quale Civiter è una condizione di vantaggio per Terni, «è il rapporto con l’area metropolitana romana». L’assessore conclude sottolineando che «capire in che modo i rapporti tra Terni e l’area metropolitana romana possono essere elemento di sviluppo per il nostro territorio, fatto in rete con le altre città che hanno la stessa relazione con Roma anche se modulata diversamente, potrebbe avere più qualità di successo». Fare rete tra città «non è soltanto un’aspirazione o un pensiero ‘alla moda’, ma un modo concreto per impostare diversamente operazioni molto complesse come sono quelle delle politiche di sviluppo territoriale. Molto complesse perché sono tutte operazioni che hanno risultati nel medio-lungo periodo».

Umbria, Marche e Toscana Intanto, il 15 giugno a Bruxelles, è stato firmato dai presidenti di Umbria, Marche e Toscana un nuovo protocollo d’intesa tra le tre Regioni. Un atto attraverso il quale, aveva commentato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al momento della firma, «si da avvio ad un percorso comune che, utilizzando le norme di legge già in vigore, ci consentirà come Regioni di lavorare meglio in materie come sanità e welfare, processi di internazionalizzazione delle imprese, occupazione giovanile, e altre ancora, e di promuovere anche un ‘brand’ che sappia valorizzare ciò che accomuna le nostre tre Regioni».

I rapporti con il Lazio Ma secondo il senatore ternano del Partito Democratico, Gianluca Rossi, «di quella Italia centrale fa parte una regione che, dal punto di vista economico, ma anche ovviamente politico, a mio parere non può e non deve essere trascurata». Rossi pensa ovviamente al Lazio, con cui «almeno fino ad oggi, non risultano interlocuzioni ufficiali, se non timidi tentativi di accordi e anche se la presidente Marini garantisce il suo rapporto con il presidente di quella Regione, non basta perché mi sembra ovvio che un percorso come quello che si ipotizza, ammesso che si arrivi ad una revisione costituzionale in materia di regioni che, va ricordato, sarebbe lungo e del quale si potranno eventualmente raccogliere i frutti non prima di anni, non può prescindere dalla presenza di un possibile compagno di viaggio importante». E il senatore, a tal proposito, pensa ad esempio, «al progetto Civiter e al completamento della Orte-Civitavecchia, che permetterà finalmente di inserire questa area della regione in un altro possibile asse di collegamento tra i due mari».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli