Morire di lavoro, Cgil: «Facciamo che basta»

Mauro Moriconi: «In questi anni di crisi si è affermata l’idea del “lavoro purché sia”, spesso con esiti drammatici»

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Mauro Moriconidi Mauro Moriconi
Responsabile Cgil Zona Lago Trasimeno – Media Valle del Tevere

Ancora una tragedia del lavoro – avvenuta nel comune di Castiglione del Lago – dove ha trovato la morte un operaio padre di famiglia, di 54 anni, che mentre lavorava alla ripulitura di un canalone nella frazione di Porto è stato travolto da un grosso tronco che con dei colleghi stava tagliando.

Un’altra tragedia che probabilmente non sarà sufficiente a riportare al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, e soprattutto della politica, la questione della sicurezza sul lavoro malgrado non vi siano segnali di controtendenza rispetto alla crescita degli infortuni.

Anche in questo caso la magistratura naturalmente appurerà cause e responsabilità specifiche, ma è evidente che il dilagare nel mondo del lavoro di situazioni di precarietà e ricatto portino sempre più spesso ad epiloghi drammatici.

Questa situazione è figlia dell’idea stessa del lavoro che si è andata affermando nell’ultimo ventennio. Anni in cui sono state praticate politiche di riduzione del salario e dei diritti dei lavoratori; governi e imprese hanno teorizzato (e praticato) che per la competitività era necessario diminuire i costi (e se è così anche la sicurezza diventa costo). E soprattutto in questi anni di crisi si è affermata l’idea del “lavoro purché sia” e in questo senso sono andati anche provvedimenti sul mercato del lavoro compreso il Jobs Act del governo Renzi.

E allora, denunciamo ancora una volta l’inspiegabile calo di attenzione che si riscontra da parte del Governo e più in generale della società tutta verso il fenomeno delle morti sul lavoro. Appare sempre più evidente, infatti, che in un momento di grande difficoltà quale quello attuale, sia necessario rimettere al centro non i mercati, non le borse, ma le persone e il loro lavoro. Questa dovrebbe essere la vera priorità della politica.

Nel chiedere un cambio radicale di passo e di atteggiamento verso questa vera e propria piaga, la Cgil dell’Umbria e la Camera del Lavoro di Perugia si stringono attorno ai familiari e agli amici della vittima.

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