Omicidio di Gabelletta: «La Cioce non c’entra»

Agli atti la lettera di uno dei basisti arrestati che ‘scagiona’ la colf. Il legale della famiglia Moracci: «Ennesimo scaricabarile»

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di F.T.

La corte d'assise

La corte d’assise

Una lettera autografa – spedita dal carcere di Terni e giunta a casa di Angela Cioce – scagionerebbe la colf 48enne di origini pugliesi arrestata nell’ambito della rapina sfociata nell’omicidio del 91enne Giulio Moracci, avvenuta il pomeriggio del 28 aprile 2015 nella casa dove l’anziano viveva insieme alla moglie Fioranna (87) nella zona di Gabelletta.

Agli atti A scrivere la missiva, firmata ‘Franco’, sarebbe stato il 60enne Gianfranco Strippoli, uno dei due basisti arrestati – l’altro è il ternano Claudio Lupi (44) – a seguito delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo e del Reparto operativo di Terni. Martedì mattina il legale difensore di Angela Cioce, l’avvocato Sara Giovannelli di Terni, ha depositato il documento, finito agli atti del processo in corso di fronte alla corte di assise di Terni e che vede imputati la stessa Cioce, i due basisti e il ‘palo’ della rapina-omicidio, il 43enne rumeno Daniel Buzdugan. Gli autori materiali del ‘colpo’ finito in tragedia, i rumeni Gheorghe Budzugan (20) ed Elvis Epure (21), verranno giudicati con rito abbreviato di fronte al gup il prossimo 18 aprile.

Gianfranco Strippoli e Claudio Lupi, presunti basisti

Gianfranco Strippoli e Claudio Lupi, presunti basisti

«Tu non c’entri niente» Dopo il saluto iniziale all’amica – forse qualcosa in più a giudicare dal tono usato – Gianfranco Strippoli si mostra preoccupato per lei e va subito al sodo: «Stai tranquilla – scrive – che tu non c’entri niente con questa storia, vedrai le dichiarazioni che facciamo io e Claudio (Lupi, ndr, suo compagno di cella). Le cose sono andate così: in occasione di un caffè parlavamo di lavoro e tu ingenuamente hai detto che lavoravi saltuariamente dal figlio di Moracci. Altre cose le abbiamo viste noi. Poi ci siamo messi d’accordo con i balordi romeni che invece di fare un furto al primo piano, si sono approfittati di quei poveri anziani. Loro devono morire in galera, queste cose non si fanno […]».

«Diremo la verità» Poi, dopo una ricostruzione sommaria di come sarebbero andate le cose quel 28 aprile, Strippoli si lascia di nuovo andare: «Adesso bisogna aspettare che il giudice ci interroga tutti e due e diciamo la verità dei fatti, almeno ti tolgono dagli arresti. Non è giusto che stai così. Angela sai che io sono geloso e ci tengo a te, ti si sono allungati i capelli, sei sempre più bella, se non sbaglio sei calata anche qualche chilo. […] Comunque sappi che mi manchi e i pensieri sono tanti. […] Ti faccio presente che questa lettera la puoi dare al tuo avvocato almeno si rende conto che non c’entri niente e questo lo facciamo presente noi. Ora ti saluto con un caloroso abbraccio, ti voglio bene. Franco».

Difese e accusa durante una pausa

Difese e accusa durante una pausa

La richiesta Alla luce della lettera, l’avvocato Giovannelli ha chiesto al tribunale di emettere, d’ufficio e ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale, una sentenza di assoluzione nei confronti di Angela Cioce. Una richiesta a cui si sono opposti tanto il pm Barbara Mazzullo quanto l’avvocato Andrea Colacci, che rappresenta la famiglia Moracci. Il presidente della corte di assise, Massimo Zanetti, si è riservato la decisione che dipenderà anche dal contenuto delle testimonianze che verranno rese in aula, nel corso delle prossime udienze, dallo stesso Strippoli e dagli altri imputati.

Il calendario In aula ci si tornerà il prossimo 22 marzo per sentire i due co-imputati – Gheorghe Budzugan ed Elvis Epure – che verranno giudicati ad aprile con rito abbreviato. Le successive due udienze, del 12 e 28 aprile, consentiranno di ascoltare buona parte dei testimoni citati da accusa, parti civili e difese, quest’ultime rappresentate in aula dagli avvocati Luca Maori, Francesco Mattiangeli, Donatella Panzarola e Giuseppe Squitieri.

«Ennesimo scaricabarile» Una lettera che l’avvocato Andrea Colacci, che rappresenta la famiglia Moracci, stronca in toto: «Se non ci fosse di mezzo un morto, la cosa farebbe ridere. Si tratta dell’ennesimo scaricabarile. Una manovra puerile – afferma il legale – per cercare di ‘tirare fuori’ la Cioce e dare la colpa ai tre rumeni. Che a loro volta si sono accordati per far sì che la responsabilità dell’omicidio cada soltanto sulle spalle di uno di loro, l’Epure. Tutto ciò è francamente offensivo».

«Atto puerile» L’avvocato Luca Maori, che difende Daniel e Gheorghe Buzdugan ed Elvis Epure insieme al collega Giuseppe Squitieri, definisce la lettera finita agli atti come «un modo infantile, da parte di Lupi e Strippoli, di volersi togliere dalle responsabilità. Un passo precostituito – afferma il legale – a fronte di prove che inchiodano i due basisti di nazionalità italiana che hanno interamente pianificato e organizzato il ‘colpo’».

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