Omicidio di Gabelletta: scontro di perizie

Terni: nell’udienza di giovedì sono stati sentiti i medici legali citati dalle difese degli imputati e dalle parti civili

Condividi questo articolo su

In attesa che i quattro imputati parlino – e ciò dovrebbe avvenire sin dalla prossima udienza fissata per il 23 giugno di fronte alla corte d’assise di Terni – al processo per la tragica rapina del 28 aprile 2015, sfociata nell’omicidio del 91enne Giulio Moracci, è andato in scena lo ‘scontro’ di perizie fra i consulenti di difese e parti civili.

LA VEDOVA MORACCI: «CHIEDEVA AIUTO E POI SOLO IL SILENZIO»

Battaglia legale Per i primi la posizione in cui è stato ritrovato l’anziano, prono sul letto e con la testa riversa nel piumone, non sarebbe stata decisiva nel causare il decesso, e forse non sarebbe neppure la posizione in cui è stato inizialmente posto dai due malviventi rumeni, già giudicati e condannati all’ergastolo. Di contro per il medico legale citato dalle parti civili, quella posizione – obbligata e da cui non era possibile liberarsi – sarebbe stata decisiva nel causare il rigurgito che ha soffocato e ucciso Giulio Moracci. La sintesi è dell’avvocato Andrea Colacci, legale della famiglia Moracci: «Logico che le difese puntino a dimostrare l’imprevedibilità dell’evento. Ma quanto accaduto era assolutamente prevedibile e tutti gli imputati, non solo chi ha compiuto materialmente la rapina, hanno accettato il rischio che Giulio Moracci e sua moglie potessero morire».

Le difese A parlare per primi sono stati i consulenti delle difese. La dottoressa Laura Panata, citata dagli avvocati Aldo Poggioni e Giuseppe Squitieri – difensori del presunto ‘palo’, il 43enne Daniel Buzdugan – ha spiegato che il distacco della protesi dentaria, così come le condizioni precarie di salute, avrebbero avuto un ruolo «rilevante nel causare il decesso del Moracci, maggiore rispetto al fatto che il volto fosse immerso nel piumone». Secondo il consulente, nonostante la posizione, «l’anziano poteva comunque respirare, visto che le vie respiratorie non erano occluse». La dislocazione della protesi, in particolare, potrebbe aver «innescato quei riflessi che hanno portato al successivo rigurgito del cibo ingerito poco prima, a pranzo». Per la dottoressa Panata si è comunque di fronte «ad un contesto di morte violenta in cui si sono instaurati numerosi elementi che andrebbero valutati come concause del decesso».

«Possibile malore» Non diversamente il dottor Massimo Lancia, citato dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Donatella Panzarola, difensori dei presunti basisti – il 60enne romano Gianfranco Strippoli e il 44enne ternano Claudio Lupi – ha spiegato che «le patologie di cui il Moracci soffriva hanno sicuramente avuto un’alta incidenza sull’evento morte. Non si può escludere, accanto all’ipotesi del soffocamento, che l’anziano possa essere deceduto a seguito di uno scompenso cardio respiratorio legato ad una situazione di salute già compromessa».

Punto di vista diverso In aula, prima della deposizione dell’ultimo consulente delle difese, il dottor Walter Patumi, è stato sentito anche il dottor Giancarlo Giovannetti che, da consulente di parte civile, ha assistito all’autopsia eseguita al suo tempo dal dottor Luigi Carlini. Per il medico, ex direttore del pronto soccorso del Santa Maria di Terni, a determinare la morte di Giulio Moracci è stata «l’asfissia susseguente il rigurgito di cibo, in particolare un corpo estraneo di origine vegetale (un pezzo di zucchina, ndR) rinvenuto nel corso dell’esame autoptico. La posizione in cui l’anziano è stato lasciato ha avuto un ruolo – secondo il consulente – determinante nell’ingenerare il rigurgito che ha bloccato le vie respiratorie». La protesi dentaria, di contro, «era stata espulsa, tanto che è stata trovata sul letto e per questo non avrebbe potuto ostruire le vie respiratorie. La vittima aveva il viso completamente circondato dal piumone e se Giulio Moracci si fosse potuto liberare da quella posizione, ad esempio ruotando semplicemente la testa, lo avrebbe sicuramente fatto. Purtroppo ha continuato ad inalare il materiale espulso dalla bocca e la conseguente occlusione è stata per lui fatale».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli