Perugia, mense: «Annullare il bando»

Le associazioni e genitori ancora sul piede di guerra: «Illegittimo e da ritirare»

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Le associazioni e i comitati dei genitori insistono nel chiedere all’amministrazione comunale di Perugia «l’annullamento in autotutela del bando riguardante il servizio mensa scolastica per l’anno 2015-2016, in quanto illegittimo sotto vari profili».

Adeguate specifiche Secondo le associazioni, «i rilievi da noi mossi sono stati confermati dalle richieste di chiarimenti, avanzate al Comune da ipotetici partecipanti (al bando; ndr)» che avrebbero evidenziato la mancanza di adeguate specifiche su alcuni dei prodotti da utilizzare, «esponendo i partecipanti al concreto rischio di valutazioni arbitrarie e personali da parte della Commissione di gara».

Chiarimenti Alla richiesta di chiarimenti, il Comune di Perugia, «il 7 agosto ha risposto on line e in modo fumoso. Ancora una volta non ha stabilito punteggi chiari e predeterminati. Si tratta di una disciplina di gara a maglie larghissime, un fritto misto di criteri non trasparente e indefiniti, non conforme alle linee guida regionali, nonostante si tratti della gara economicamente più consistente del capoluogo di provincia».

Non conforme Una gara, quindi, secondo le associazioni, «non conforme al ‘Piano nazionale d’azione sul green public procurement’ emanato sulla scorta delle linee guida tracciate dalla Commissione europea, sulla cui applicazione l’Anac deve vigilare e della cui esistenza, come emerso dalla seduta della quarta commissione consiliare del 4 agosto, il dirigente non era nemmeno a conoscenza. Il che la dice lunga su quanto la qualità sia stata tutelata da sindaco e assessore che si erano professati paladini delle preoccupazioni dei genitori».

Ricorso Aumentano ora «i motivi di ricorso, oltre al rischio di contenzioso anche da parte delle ditte partecipanti che, se attendessero l’aggiudicazione, rischierebbero l’annullamento a valle della procedura». Le associazioni chiedono, quindi, ai consiglieri, nonché alle associazioni che sostengono la causa, «di presenziare alla seduta pubblica del 14 agosto alle 9.30, a tutela dell’interesse pubblico alla trasparenza ed imparzialità dell’azione amministrativa, le cui conseguenze negative sono difficilmente apprezzabili ex post, una volta rotti i sigilli ed aperti i plichi, in mancanza di riscontro immediato».

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