Perugia, Ponte Felcino: l’ostello della discordia

Al vaglio dell’amministrazione un trasferimento dei migranti in altre strutture. Verifiche anche sugli accordi tra Arci e Aig

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L.P.

Un ostello in cui è impossibile pernottare e sottratto alle disponibilità di cittadini e residenti.Con queste motivazioni l’ordine del giorno proposto dai consiglieri del gruppo misto Pittola e De Vincenzi e riguardante l’ostello Villa Giardino di Ponte Felcino è stato approvato con sette voti a favore dalla quarta commissione consiliare.

Verifiche Con l’approvazione dell’atto, dunque, l’amministrazione sarà chiamata a verificare il corretto impiego della struttura ricettiva di proprietà comunale nonché le modalità di gestione che l’Aig, l’associazione italiana alberghi per la gioventù, sta attuando dell’immobile e delle zone verdi limitrofe alla struttura, anch’esse di proprietà comunale, nonchè la tipologia di rapporto instaurato fra Aig e Arci n merito all’utilizzazione dei locali dell’ostello.

L’ostello, affidato per 28 anni dal comune di Perugia all’Aig che, quindi, ne disporrà fino al 2030, nel 2015 è entrato a far parte del progetto ‘Accoglienza solidale’ dell’Arci, per cui nella struttura sono ospitati i profughi che, secondo le decisioni del governo nazionale, vengono smistati dai Cie nei vari centri di permanenza temporanea sul territorio. Da tempo una parte della cittadinanza residente a Ponte Felcino lamenta l’ospitalità riservata da una struttura pubblica ai vari richiedenti asilo perché, dicono, la frazione alla periferia perugina ha già troppe problematiche di suo. E così è iniziata la battaglia contro l’ostello che, ben presto, si è trasformata in una battaglia contro chi, dall’ospitalità, ci guadagna.

Accordi verbali In particolare i cittadini si chiedono come mai non esista alcun accordo scritto che regolamenti la situazione ma, come aveva spiegato il presidente di Arci Franco Calzini, «in situazioni di emergenza, come può essere un’alluvione o un terremoto, ma anche l’emergenza sbarchi sulle coste italiane, ci trova ad agire in deroga alla normativa. Non lo stabiliamo noi, lo stabilisce la normativa, il Governo». In particolare Calzini aveva ricordato che l’Arci, capofila di un raggruppamento di associazioni temporanee di scopo, gestisce il servizio deciso dal ministero dell’Interno che coordina l’emergenza e dalle prefetture che, sul territorio, attuano la gestione del flusso dei migranti.

Nel documento approvato in commissione, si chiede all’amministrazione di individuare tutte le misure necessarie al fine di garantire la manutenzione delle aree verdi della struttura, onde evitare che la zona di interesse venga lasciata nel degrado, di verificare con la Prefettura e la Questura i protocolli di gestione degli immigrati ed il numero dei soggetti presenti nello stabile e, infine, di ripensare, se necessario, sentito il parere delle associazioni dei cittadini di Ponte Felcino, la destinazione dell’ostello, riassegnandone la disponibilità alle iniziative aggregative della frazione.

La struttura «Il territorio pontefelcinese –si legge nell’atto- nelle zone adiacenti alla struttura ricettiva conosciuta da tutti come ostello, è caratterizzato da luoghi d’interesse che meritano di essere conosciuti, valorizzati e fruiti sia dai residenti che da esterni all’ambito strettamente paesano e che pertanto vanno custoditi e preservati sia a fini ricreativi che didattico-ambientali». Alla struttura è collegato anche il ‘Bosco didattico’, area di grande valore storico e naturalistico, anch’esso di proprietà comunale, caratterizzato dalla presenza di importanti testimonianze dell’architettura rurale quale la torre Baldelli-Bombelli oggi sede dell’ostello ed il ‘Molino della Catasta’ con la sua Torre medievale in cui è presente la sede del Centro di Educazione Ambientale volta a fornire al sistema scolastico territoriale ed alla cittadinanza un supporto educativo, informativo e formativo in ordine alle diverse tematiche ambientali.

Questione sicurezza «Nella frazione di Ponte Felcino perdurano molteplici problematiche, prima fra tutte quella della sicurezza e gli abitanti denunciano sempre più spesso, nell’area dell’ostello e nelle zone verdi limitrofe, una situazione di degrado e cattiva manutenzione dello stabile e di una non corretta gestione nell’accoglienza dei profughi. Il consigliere De Vincenzi, nel presentare l’atto in commissione ha anche ricordato che la convenzione a suo tempo firmata da Aig con il comune risulta disattesa in molte sue parti, come in quella inerente l’obbligo di destinazione turistica e il divieto di usare la villa Giardino per scopi non previsti dalla convenzione senza l’assenso del comune stesso. Non risulterebbe neanche la dovuta corresponsione nelle casse dell’ente degli importi dovuti da convenzione, per la quale si potrebbe ipotizzare anche l’ipotesi di danno erariale.

Una nuova struttura In commissione è intervenuta l’assessore Cicchi, precisando tuttavia che la sua competenza sulla problematica discussa è relativa solo all’impiego degli immigrati in attività socialmente utili. «Per il resto –ha spiegato- da un lato, la questione immigrati è in capo direttamente alla Prefettura, dall’altro, l’ostello è di competenza dell’assessorato al Turismo». L’assessore ha quindi precisato che la struttura di Ponte Felcino viene utilizzata come centro di prima accoglienza dei profughi, che da lì vengono poi inviati nelle circa 47 strutture private in città. Ha anche annunciato che le associazioni stanno comunque già cercando un’altra struttura per liberare Ponte Felcino.

Cittadini Secondo i residenti che, sin da subito, hanno precisato di non voler fare una battaglia razzista, neanche i cittadini sono mai stati sentiti circa l’ipotesi di utilizzare quella struttura per ospitare i migranti, struttura che, peraltro, la comunità locale utilizzava a costi bassi anche come centro di aggregazione. «Non ce l’abbiamo con i profughi –dicono- ma non possiamo nascondere che dei problemi ci siano, rumori, disagi, sporcizia, insicurezza. Abbiamo aspettato tre anni perché ci era stato detto che sarebbe stata una situazione temporanea, ma in questo tempo è andata peggiorando e vorremmo riavere l’ostello per la comunità, per farci una biblioteca che non abbiamo, un centro per i nostri giovani e per il turismo».Nessuna contrarietà all’accoglienza, come hanno ricordato i consiglieri in commissione quanto piuttosto trovare altre soluzioni e regolare normativamente la situazione attraverso una progettualità più definita.

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