Perugia, quelle scuole vecchie e poco sicure

Strutture datate e senza adeguamento sismico in un caso su due. Investimenti previsti per oltre 27 milioni di euro a partire da quest’anno

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di L.P.

Quasi la metà ha più di cinquant’anni, a un quarto manca la conformità antincendio mentre, ad altrettante, anche quella degli impianti idrico-sanitari. Lo stato di salute, e di sicurezza, degli istituti scolastici perugini merita forse qualche riflessione.

Sicurezza Mentre la giunta comunale rassicura i cittadini preoccupati per la sicurezza dei propri figli, già all’indomani del terremoto dello scorso 24 agosto, cui poi si è aggiunto quello del 30 ottobre, sono partiti i sopralluoghi per verificare la tenuta delle oltre centotrenta scuole, 55 dell’infanzia, 48 primarie, 30 secondarie, suddivise in quindici tra istituti comprensivi e circoli didattici di indirizzo montessoriano. Dopo i controlli, due sole scuole sono evacuate, l’istituto Pieralli, giudicato parzialmente inagibile in una parte in uso alla scuola e in un’altra alla parrocchia Santo Spirito dai tecnici della provincia, e dodici classi della Carducci Purgotti trasferite tra la scuola primaria di via Birago e quella di via Leonardo da Vinci.

Strutture vecchie Andando a spulciare da vicino l’elenco, la prima cosa che balza è l’occhio è che circa un buon cinquanta percento delle scuole è stato costruito tra il 1920 e il 1945 e tra il 1945 e gli anni ’60. Le più recenti sono la scuola secondaria di Colle Umberto, costruita in cemento armato nel 2008 e la primaria di Colombella, Solfagnano e Castel del Piano. Venendo poi alla conformità del piano antincendio, risulta mancante in circa un quarto delle strutture, a partire dall’asilo nido Filastroca di Madonna Alta, nella stessa struttura in cui c’è anche la primaria Santucci, alla primaria Ignazio Silone di Sant’Erminio, a Ponte d’Oddi, al nido Fantaghirò e al Flauto Magico, all’Anatroccolo di Balanzano, alla scuola di Pianello e alla primaria Mazzini di Ponte San Giovanni, all’Arcobaleno di Ponte Valleceppi, alla secondaria Lilli di Ripa, alla Carducci Purgotti di San Martino in Campo, alla scuola per l’infanzia di Sant’Enea e alla primaria di Sant’Egidio, a Ponte Felcino, Ponte Pattoli e a Castel del Piano, e poi ancora a Lucugnano, la primaria Nicholas Green, l’Anna Frank di Pila, la Rodari di Ponte della Pietra e a San Sisto.

Gli impianti Non va meglio per la conformità dell’impianto idrico sanitario, dove l’elenco riporta una seria di ‘non classificabile’ in attesa di ulteriori verifiche e per la conformità degli impianti del gas, mentre le verifiche sugli impianti elettrici sono state espletate in oltre il 70% dei casi. Il collaudo statico, cioè i controlli sul corretto funzionamento della struttura prima dell’utilizzo, non sono stati effettuati sugli edifici in muratura costruiti prima del 1987 perché non era necessario, mentre in tutti gli altri plessi sono stati fatti eccetto cinque casi: la primaria Manzoni e Falcone-Borsellino di Ponte San Giovanni, la scuola per l’infanzia Fantabosco e l’asilo La giostra di Ponte Felcino, la secondaria Gracchi a Castel del Piano, la Collodi, Andersen e Lambruschini a Ferro di Cavallo.

Antisismicità Il tasto dolente riguarda le verifiche di vulnerabilità sismica, non presenti in una scuola su due, mentre interventi di miglioramento o adeguamento sismico, fino a oggi, sono stati completati alla primaria Ciabatti alla secondaria San Paolo e San Bernardino di Betto, all’asilo nido Grillo parlante di Ferro di Cavallo, alla secondaria Da Vinci Colombo di Elce, alla primaria di Santa Lucia e a quella dell’infanzia di via Cestellini a Ponte San Giovanni, alla primaria Antolini di Ponte Valleceppi, alla scuole dell’infanzia di Ripa e alla secondaria di San Martino in colle. E poi, ancora, sempre alla scuola per l’infanzia di Sant’Enea e Bosco, a Fratticiola Selvatica, alla primaria di Piccione,, Ponte Pattoli, Ramazzano, alla secondaria Gracchi di Fontignano, a Mugnano e a Pila, alla scuola Stella polare.

Adeguamenti Quelle di costruzione recenti e rispondenti alle norme antisismiche o risultati sismicamente adeguati dopo i controlli, sono la De Amicis di Castel del Piano, oltre che l’asilo nido Peter Pan e la scuola per l’infanzia, le scuole di Solfagnano, le parti in cemento armato dell’asilo, della scuola dell’infanzia e la secondaria di Ponte Pattoli e Ponte Felcino, la primaria a Colombella, l’infanzia di San Martino inCampo, la secondaria Ugo Foscolo a Ponte Valleceppi, l’asilo nido Arcobaleno e l’infanzia Peter Pan di Ponte San Giovanni, la parte in cemento armato della secondaria Volumio e l’asilo nido l’Anatroccolo di Balanzano, la primaria Bellocchio a Madonna Alta, primaria e secondaria di Ponte della Pietra, Colle Umberto e Montelaguardia.

Investimenti Quello che è certo è che l’esito dei controlli e delle verifiche effettuate dai tecnici del comune e della provincia ha accertato qualsiasi tipo di lesione o danneggiamento a seguito degli ultimi terremoti e, secondo quanto aveva riferito palazzo dei Priori, «è stato possibile riscontrare che non sono presenti lesioni correlate al recente evento sismico tali da compromettere o modificare il preesistente livello di sicurezza degli edifici». Il preesistente, appunto, non la sicurezza globale e, proprio per questo la giunta, come già anticipato dal sindaco Romizi, ha messo sul tavolo più di 27 milioni di euro per la messa in sicurezza delle strutture già a partire da quest’anno. Tra le priorità la scuola dell’infanzia di Ponte San Giovanni Le Margherite, l’ex Lacugnano, la primaria Collodi e secondaria Mario Grecchi di San Sisto oltre che la secondaria Carducci-Purgotti di via Fonti Coperte, l’unica chiusa per danneggiamento dopo il sisma del 30 ottobre. Solo per quest’ultima, il valore dei lavori è intorno ai 3 milioni di euro, che si stima saranno attinti dai fondi statali per la ricostruzione. Poi vengono quelle dell’infanzia di Balanzano, di Ferro di Cavallo, la Ugo Foscolo e la Ciabatti di Perugia e le primarie di San Martino in Campo, Montegrillo e Santa Maria Rossa.

I dati «Abbiamo dovuto fare un accesso agli atti – spiega la consigliera del M5S Cristina Rosetti – per avere tutti questi dati e perché, altrimenti, per i genitori non c’è modo di conoscere il reale stato delle strutture che ospitano ogni giorno i propri figli. Il terremoto ha accelerato e anticipato alcuni interventi, quello che emerge però è che anche per quanto riguarda la sicurezza antincendio negli anni non è stata fatta. L’immobile della fondazione Sant’Anna, ad esempio, ospita svariate classi e c’è un contenzioso da anni su chi deve fare la manutenzione. Ma non si può aspettare l’emergenza o, peggio ancora, una tragedia, per intervenire su strutture in cui svolgono attività pubbliche».

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