Provincia di Terni: predissesto finanziario

La decisione assunta a maggioranza dal consiglio nella giornata di giovedì: salta il bilancio e si chiederà aiuto alla Corte dei conti

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Con sei voti a favore e due contrari il consiglio provinciale di Terni ha deciso di attivare quello che, con un bel giro di parole, si chiama «ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi dell’art.243-bis del dlgs 267/2000». Detto in parole povere: il predissesto finanziario della Provincia.

Il disavanzo Il disavanzo della Provincia è di 4 milioni e mezzo e in questa situazione il bilancio 2015 non era decisamente approvabile. Inevitabile, quindi, chiedere ‘soccorso’ alla Corte dei conti: alla quale verranno inviate tutte le carte che accompagneranno la richiesta di poter rientrare a rate del disavanzo. In dieci anni.

Di Girolamo «L’atto – spiega il presidente, Leopoldo Di Girolamo – tutela l’ente da eventuali procedure esecutive e ci consente di giungere ad un riequilibrio finanziario senza inficiare l’operatività dell’ente e la forza lavoro. La Provincia si trova in questa situazione nonostante i conti in ordine, nessun ricorso ad anticipazione bancarie e il rispetto del patto di stabilità».

PARLA LEOPOLDO DI GIROLAMO – IL VIDEO

Cosa dice la norma L’articolo 243-bis – ‘Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale’ – recita così: «I Comuni e le Province per i quali, anche in con siderazione delle pronunce delle competenti sezioni regionali della Corte dei conti sui bilanci degli enti, sussistano squilibri strutturali del bilancio in gr ado di provocare il dissesto finanziario, nel caso in cui le misure di cui agli articoli 193 e 194 non siano sufficienti a superare le condizioni di squilibrio rilevate, possono ricorrere, con deliberazione consiliare alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale prevista dal presente articolo».

Il dibattito Sergio Bruschini (Provincia Civica) pone l’accento sul mantenimento dei servizi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro: «Vanno trovate – dice – anche soluzioni adeguate per i dipendenti non ancora ricollocati. Su tutta questa vicenda la Regione non ha fatto tutto quello che poteva fare. La Provincia di Perugia ha chiuso il bilancio e stava peggio di quella di Terni». Giuseppe Germani (Democratici, progressisti e riformisti) dice che «oggi chiudiamo una fase per aprirne un’altra, consentendo all’ente di mantenere la sua operatività. Dobbiamo però domandarci quale sarà il suo futuro», mentre secondo Manuela Beltrame (Provincia civica) «questa manovra ricadrà sulle tasche dei contribuenti, oggi la Provincia è un ente che non serve più» e per Leonardo Grimani (Democratici, progressisti e riformisti) «il predissesto consentirà alla Provincia di ripartire ma occorre aprire presto un tavolo di confronto per capire quale sarà il suo ruolo futuro».

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