Reddito di inclusione, dalla Regione 8 milioni

Da mercoledì prossimo la proposta di risoluzione nelle commissioni, tra i beneficiari famiglie con figli minori e disabili. In campo misure per il reinserimento lavorativo

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Aumenta in Italia la preoccupazione per quella fascia di popolazione che vive in una condizione di povertà assoluta. Tanti persino i bambini, circa il 19% del totale, che assieme agli anziani rientrano tra le fasce di popolazione più a rischio.

Audizione Così va avanti anche in Umbria la discussione sulle misure regionali di sostegno all’inclusione attiva, cioè il reddito di cittadinanza di grillina memoria riadattato in chiave istituzionale. E proprio di questo la prima e la terza commissione dell’assemblea legislativa dell’Umbria hanno parlato mercoledì riunite in seduta congiunta alla Scuola di amministrazione pubblica di Villa Umbra a Pila. Una misura, quella di sostegno al reddito, che mette d’accordo più o meno tutti e su cui si dovrebbero aumentare le risorse e coinvolgere maggiormente le associazioni, secondo quanto emerso durante le audizioni.

Presidente Smacchi «Per la prima volta l’Italia si dota di uno strumento che non era conosciuto nel nostro Paese, questa è una svolta epocale» ha riferito il presidente Smacchi ricordando che la risoluzione approderà in commissione mercoledì prossimo e, in Aula, entro metà giugno. Le prime erogazioni, se i tempi verranno rispettati anche da parte del governo, potrebbero già arrivare tra luglio e agosto. Le misure di certo non copriranno tutte le necessità dei cittadini in difficoltà ma dovrebbero invece «diventare strutturali, come nei paesi più avanzati dell’Europa – ha riferito Solinas – la povertà si contrasta soprattutto con il rilancio dell’economia e la creazione di posti di lavoro. E la Regione Umbria sta andando in questa direzione».

Il Sia, sostegno di inclusione attiva, è una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di servizi alla persona come il reinserimento lavorativo. Introduce il principio di ‘universalismo selettivo’ nell’accesso, secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’Isee. A livello nazionale le risorse complessive ammontano per il 2016 a 760 milioni di euro, un miliardo in più è invece previsto per il 2017. In Umbria verranno assegnati circa 8 milioni 373mila euro di cui potranno beneficiare oltre 6 mila 360 nuclei familiari con figli minori. Per il 2017 i fondi saranno invece pari a 11 milioni 18mila euro.

Ad esempio un nucleo familiare formato da 2 componenti, un adulto e un minore, con reddito annuo di 5mila 310 euro, percepirà 160 euro mensili, circa 1.920 euro in un anno. Una famiglia di 3 persone, invece, con reddito annuo di 6mila 720 euro, percepirà 240 euro mensili, 2.880 annui, mentre una famiglia composta da due adulti e due minori, con reddito annuo di 7mila 980 euro, percepirà 320 euro mensili.

Risoluzione La proposta di risoluzione che approderà in aula è frutto del lavoro di approfondimento svolto in seguito alla presentazione della mozione dei consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari del Movimento 5 stelle. L’atto di indirizzo impegna la giunta di Palazzo Donini ad attivare misure regionali integrative del Sia. Le risorse stanziate nel triennio, dovranno essere suddivise tra sostegno all’occupazione di disoccupati e inoccupati e inclusione sociale e lotta alla povertà. Tra i beneficiari le famiglie monoparentali, quelle con figli minori, con priorità per quelle con minori disabili. Inoltre punta ad aumentare il termine di 4 mesi entro il quale, terminato il tirocinio extra-curriculare della durata di 6 mesi, un’azienda deve assumere per godere del beneficio. Le persone più vulnerabili vengono individuate tra coloro che hanno un Isee da 0 a 6mila euro, una età compresa tra i 18 ed i 65 anni, con o senza figli minori all’interno del nucleo familiare, essere in stato di non occupazione o disoccupazione certificabile, non avere usufruito del Sia, essere in possesso della condizione di vulnerabilità riconosciuta da parte dei servizi competenti.

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