Regione, luci ed ombre del Rendiconto 2015

Fra i nodi critici evidenziati dalla Corte dei conti c’è il rapporto con le ‘partecipate’ e i crediti mai incassati. Il bilancio ottiene la ‘parificazione’ ma non mancano le polemiche

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Luci ed ombre sul rendiconto 2015 della Regione: l’analisi – accompagnata dal giudizio di ‘parificazione’ – è della sezione controllo della Corte dei conti dell’Umbria che evidenzia le principali criticità nel rapporto fra l’ente e le società controllate e le posizioni debitorie di quest’ultime.

«Crediti mai incassati» Sui debiti delle ‘controllate’ verso la Regione, la Corte dei conti dell’Umbria scrive che «tra i crediti si segnalano in particolare quelli verso società partecipate per euro 13.233.187, riferiti al residuo dell’anticipazione erogata alla società Umbria TPL e Mobilità SpA nel corso del 2013 per euro 17 milioni. Con DGR n. 110 del 10 febbraio 2014 la giunta regionale ha concesso la rateizzazione della restituzione dell’importo secondo il seguente piano di rimborso: 3 milioni di euro entro luglio 2014 e la rimanente quota di euro 14 milioni in 36 rate mensili di importo costante pari a euro 394.913 comprensivo di quota capitale e interessi calcolati al tasso dell’1% annuo. L’esame della movimentazione del capitolo di bilancio n. 2882, evidenzia che nel corso dell’esercizio 2015 non è stato incassato dalla Regione alcun rimborso, come confermato dall’importo del relativo credito al 31 dicembre 2015, invariato rispetto a quello al 31 dicembre 2014. Anche per l’esercizio in esame nella relazione della giunta al rendiconto 2015 (come peraltro in quella riferita ai precedenti esercizi) non viene fatta alcuna menzione di tale anticipazione e della mancata restituzione delle quote previste, con conseguente mancanza di chiarezza e trasparenza nei confronti dei destinatari del rendiconto, in particolare dell’assemblea legislativa». Un aspetto su cui la procura regionale della Corte dei conti «in considerazione anche di quanto detto in precedenza con riferimento alla valutazione della partecipazione della Regione nella medesima società – afferma il procuratore Antonio Giuseppone nella sua requisitoria – si riserva l’adozione delle necessarie iniziative».

«Scarsa trasparenza» La sezione controllo ‘bacchetta’ la Regione anche su altri aspetti del rapporto con le ‘controllate’: «Anche per l’esercizio 2015 la Regione non ha provveduto all’adozione di forme di consolidamento dei conti con le società e gli altri organismi partecipati malgrado le ripetute sollecitazioni di questa sezione che, nonostante l’obbligo normativo della redazione del bilancio consolidato decorra dall’esercizio 2016, ha comunque ritenuto il consolidamento dei conti necessario sia per la valutazione dell’impatto delle partecipazioni sul bilancio regionale, sia per una maggiore chiarezza sui rapporti debitori/creditori intercorrenti con le società partecipate». Tutto ciò tenendo conto del fatto che «la relazione della giunta al rendiconto generale 2015 non contiene alcuna informativa circa i richiamati rapporti di debito e credito».  Tale mancanza – e a dirlo in questo caso è la procura regionale – è stata rilevata anche dal collegio dei revisori dei conti che, nel suo parere sul rendiconto generale 2015, nel raccomandare il monitoraggio costante delle società partecipate, ha evidenziato «l’assenza dell’informativa in merito».

Marini soddisfatta Alla fine, però, il giudizio di ‘parificazione’ viene incassato e la prima ad esserne soddisfatta è la presidente Catiuscia Marini: «Per il quarto anno consecutivo, il giudizio di parificazione dimostra la solidità del bilancio della Regione. In questi anni abbiamo proseguito il lavoro di razionalizzazione e contenimento della spesa. I dati del 2015 confermano, ancora una volta, una gestione regionale improntata alla prudenza e alla correttezza dell’azione amministrativo contabile. Al termine dell’esercizio 2015 – spiega la presidente – tutti i principali indicatori della gestione si sono mantenuti su livelli positivi. Sono stati rispettati gli equilibri di gestione, sia di parte corrente che in conto capitale, ed il pareggio di bilancio». Sul rapporto con Umbria Mobilità, afferma Catiuscia Marini, «la giunta si è comportata responsabilmente per assicurare il funzionamento del servizio pubblico, dell’infrastruttura e la salvaguardia dei livelli occupazionali».

«Stop agli sprechi» Secondo il consigliere regionale Claudio Ricci, «la Corte dei conti ha evidenziato la necessità di attivare, da parte della Regione, tutte le azioni che possano ridurre spechi e inefficienze, con misure di contenimento della spesa. Inoltre serve una maggiore attenzione agli incarichi esterni, ai costi del personale dirigente visto che si rileva una posizione organizzativa, di fatto un mini dirigente, ogni 3,3 persone. Ma la Corte ci richiama anche ad una migliore attuazione della centrale unica acquisti in sanità, alla necessità di eliminare le criticità finanziarie nelle società partecipate, all’opportunità di massima attenzione per gli strumenti derivati, i debiti, assunti per circa 323 milioni di euro dal 2007».

«Giunta bocciata» «Fossi stato nella Marini oggi ad ascoltare la gravità della relazione dei giudici della Corte dei conti – afferma il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Raffaele Nevi – forse mi sarei dimesso. Nonostante il giudizio finale della Corte abbia formalmente assolto la gestione della giunta, il parere è stato condito da una serie di bordate che solo a ripeterle ci vorrebbe un libro. Certamente – afferma Nevi – ha smontato completamente la propaganda della sinistra che tende sempre a dire che in Umbria abbiamo un sistema perfetto, un modello amministrativo da imitare nel mondo. Personale, sanità, società partecipate, patrimonio pubblico: sono tutte partite, dice la Corte, che possono portarci al default in breve tempo. Ma loro continuano come se nulla fosse a parlare di poltrone e di date per far ruotare i manager della sanità. Sembra di stare sulla luna ma fra poco in Umbria non si fermeranno nemmeno i cani ad abbaiare».

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