Rifiuti bruciati a Terni: da dove provengono?

Mentre si litiga sulle parole – ma le avrà pronunciate? – del sindaco di Roma, forse sarebbe più utile capire cosa accade fra Umbria e Lazio – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

L’ha detto o non l’ha detto? E se non l’ha detto: lo ha pensato oppure no? Insomma la sindaca di Roma ha davvero parlato del trasporto dei rifiuti romani anche a Terni e Orvieto? Questo sembra sia quello che è importante capire. Se l’Emmecinqueesse se ne impippa o no dei non romani, o se invece è il Piddì che vuole fare polemica. Si discute di questo, adesso, a Terni e di nuovo ci si divide sparandosi ad alzo zero ognuno in difesa della propria barricata.

E mentre la sindaca Raggi cento ne dice e nessuna ne conferma il problema dei rifiuti, quello vero di una città che ha bisogno d’interventi seri, pare finito dentro l’inceneritore dell’Acea. La città è quella di Terni, per capirsi, perché pare che la ‘monnezza’ sia come i dolori che chi ce li ha se li tiene. Però un dubbio è legittimo: visto che l’inceneritore TerniEna (che una volta si definiva più nobilmente centrale termoelettrica) è dell’Acea, ossia del Comune di Roma (51% della società), da dove vengono i rifiuti che già da lungo tempo si bruciano a Maratta?

L’assessora romana Muraro, che dicono conosca davvero molto ma molto bene i meccanismi dello smaltimento dei rifiuti della capitale, ha pronunciato in un’intervista ad un quotidiano autorevole come il Corriere della Sera una frasetta che in Umbria e soprattutto a Terni dovrebbe far nascere qualche pensiero: “Non capisco, il conferimento dei rifiuti negli impianti Acea del Lazio avviene da anni nel silenzio generale…”. Lei ci ha messo – vista la polemica che s’è scatenata – la specificazione “nel Lazio”, ma gli impianti Acea sono tutti di uno stesso gruppo imprenditoriale, di notte i gatti sono tutti bigi e, infine, i rifiuti non hanno la targa con la sigla della provincia di ‘immatricolazione’.

Sarà da capire che succede veramente e per metterci una pezza, mica per togliersi la curiosità! E’ un diritto dei cittadini ternani. Perché le chiacchiere stanno a zero o se si vuole: “Fatti e non solette”, come diceva Palmiro Cangini.

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