‘Sport in carcere’, c’è il protocollo d’intesa

A firmarlo il presidente del Coni regionale Ignozza e la direttrice del carcere di Terni Chiara Pellegrini: tennis, rugby e bocce per i detenuti

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Il presidente del Coni regionale Domenico Ignozza e la direttrice della casa circondariale di Terni Chiara Pellegrini hanno firmato il protocollo d’intesa per lo sviluppo del progetto ‘Sport in Carcere’ nell’ambito della struttura detentiva ternana. Alla firma dell’accordo erano presenti anche il vice presidente del Coni regionale Moreno Rosati, il delegato del Coni di Terni Stefano Lupi, il segretario del Coni Umbria Sara Falcinelli e l’educatrice e referente delle attività sportive della casa circondariale Roberta Lupi.

L’Umbria, regione che aveva già avviato da anni l’esperienza dello sport in carcere, risulta tra quelle più attive nell’attuazione del progetto su cui il Comitato olimpico nazionale italiano sta puntato molto.

Straordinaria partecipazione «L’esperienza nel carcere di Terni è stata la prima sperimentata in Umbria – ha commentato il presidente Ignozza – ed ha rappresentato un importante test di valutazione per allargare questa  esperienza molto positiva anche ad altri istituti dell’Umbria, come quello di Perugia, con il quale abbiamo siglato l’accordo pochi giorni fa,  e quello di Spoleto con il quale sarà concordato a breve termine. La straordinaria partecipazione degli ospiti della casa circondariale di Terni negli anni passati ci ha spinto a lavorare per allargare il ventaglio delle proposte aggiungendo al tennis anche il rugby e le bocce. L’obiettivo del Coni è di essere ancora più presente, per dare un contributo teso a migliorare la condizione psico-fisica delle persone detenute, riconoscendo allo sport un valore aggregativo e rieducativo di grande rilevanza». Due ore settimanali per ciascuna delle tre discipline sportive citate, che sono state scelte direttamente dagli ospiti della struttura carceraria di vocabolo Sabbione  col contributo della direzione.

Stefano Lupi, Moreno Rosati, Chiara Pellegrini e Domenico Ignozza

Stefano Lupi, Moreno Rosati, Chiara Pellegrini e Domenico Ignozza

Grande entusiamo «Siamo felici che si stia dando continuità al progetto dello ‘Sport in carcere’ e addirittura quest’anno venga potenziato. Vorrei  – ha dichiarato la direttrice del carcere Chiara Pellegrini –sottolineare come il Coni sia in ambito regionale che territoriale di Terni, abbia risposto sempre in maniera tempestiva alle nostre richieste di dare risposte con attività soprattutto nei periodi più difficili, come ad esempio il periodo estivo e quello natalizio. L’esperienza del tennis negli anni scorsi è già stata accolta dagli ospiti della nostra struttura con grande entusiasmo. L’immagine sereno e sorridente dei volti delle persone che hanno potuto usufruire delle lezioni sportive mi hanno trasmesso con grande efficacia il valore che tale progetto può rivestire». Soddisfatta anche l’educatrice della struttura penitenziaria Roberta Lupi: «Ci sono soprattutto tanti giovani che aspettano con ansia l’inizio delle lezioni sportive – ha spiegato – perché contribuiscono a scaricare le ansie che necessariamente si accumulano in situazioni di mancanza di libertà. Le proposte del Coni sono sempre tra le più richieste».

La sorpresa Il delegato del Coni di Terni, Stefano Lupi, ha inoltre preannunciato che a giugno potrebbe esserci una sorpresa molto attesa: «Stiamo già prendendo contatti con gli Steelers – ha anticipato – perché si possa organizzare una esibizione di football americano con l’aiuto di un’altra squadra che sembra aver già dato la propria adesione».

Bocce e carcere Ha espresso la volontà di potenziare al massimo anche lo sport delle Bocce il vicepresidente del Coni regionale Moreno Rosati che è anche presidente regionale della Fib, Federazione italiana bocce: «Sono molto soddisfatto del coinvolgimento delle bocce nel progetto ‘Sport in carcere’ – ha specificato – perché questo è un gioco, oltre che una disciplina sportiva, che appassiona dalle età più giovani fino ai novantenni. Uno sport tra i più popolari che tuttavia come attività sportiva ha le sue particolarità, perché già esprime un valore sociale, che qui si potrà esplicare in ulteriori sfaccettature. Se il nostro intervento all’interno del carcere di vocabolo Sabbione avrà lo sviluppo che speriamo – ha concluso Rosati – ci impegneremo anche per capire come poter migliorare il campo di gioco per renderlo maggiormente fruibile per gli ospiti che vorranno frequentarlo».

 

 

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