Ternana, arbitri e non: impasse infinita

Furia rossoverde dopo il nuovo penalty subito in extremis: «Penultimi causa loro». Ma le ‘Fere’ devono anche guardare in casa propria

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di S.F.

Aria pesante, così come la classifica e la sensazione di ‘impotenza’ manifestata da Benito Carbone, dallo staff tecnico e da alcuni rossoverdi al termine del pareggio interno con il Cesena. Un mix che poggia su una stessa base, gli arbitraggi: il secondo penalty consecutivo fischiato nel recupero della ripresa, in aggiunta a un altro paio di decisioni contestate dalle ‘Fere’, ha fatto crollare il self-control del tecnico calabrese. Un ‘dossier’ improvvisato a fine partita per elencare i torti subiti e una richiesta a muso duro: «Serve rispetto, ora basta». Arbitri o non arbitri, scelte, ingenuità difensive e finalizzazione rivedibile: la Ternana chiude le prime dieci giornate con nove punti all’attivo, la quinta peggior partenza (nelle ultime tre stagioni i rossoverdi ne avevano ottenuti dieci) di sempre nella seconda lega italiana dopo le annate 2005-2006, 2001-2002, 1992-1993 e 1947-1948. E non può essere solo per una questione legata ai ‘fischietti’.

LA PARTITA

Carbone lascia il terreno di gioco dopo l'espulsione

Carbone lascia il terreno di gioco dopo l’espulsione

Il primo errore Prima di arrivare all’ultima fase del match, più che contestato a livello arbitrale, sul campo era stato il Cesena a concludere in maggior misura verso lo specchio della porta, seppur – spesso – con conclusioni deboli o comunque ben gestite da Di Gennaro. La traversa di Koné da un lato e il tocco fuori misura di La Gumina dall’altro le grandi chance da rete nei trenta minuti, quindi la 4° marcatura stagionale di Felipe Avenatti: perfetta la combinazione tra Defendi e Zanon, che ha dato la possibilità all’aquilano di disegnare un assist perfetto per la testa dell’uruguaiano. E qui si giunge al primo errore grave rossoverde in ottica tre punti, perché in chiusura di frazione il 20 uruguaiano ha avuto sul sinistro la possibilità di mandare i cesenati – scontro tra due giocatori bianconeri e via libera a La Gumina in campo aperto – al riposo con il doppio svantaggio. Fretta di calciare, ‘goffa’ conclusione e romagnoli – apparsi tutt’altro che irresistibili – ancora in vita. Eccellente tra le ‘Fere’ la prestazione (non una novità) di Jacopo Petriccione: match completo per lui, fatto non solo di assist e buone geometrie, ma anche di tackle e fisicità in mezzo al campo.

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Jacopo Petriccione il migliore della Ternana

Jacopo Petriccione il migliore della Ternana

Male Bačinovič Drago inserisce Ciano e la partita di Germoni va in discesa. Il terzino di scuola laziale va subito in affanno nel tenere a bada il 10 bianconero, mentre per vie centrali è Koné – sue le conclusioni più rilevanti in avvio di ripresa – a sbaragliare la mediana rossoverde senza troppe difficoltà: in tal senso male ancora una volta Bačinovič, lento nel giostrare la palla e impreciso, talvolta anche in semplici lanci laterali, nel servire i compagni. Non meglio la Ternana in avanti, capace di impegnare Agazzi solo con un piazzato di Falletti.

CARBONE INVIPERITO A FINE PARTITA: «PENULTIMI PER ERRORI ARBITRALI, ORA BASTA»

La mancata sostituzione Al minuto 58 Germoni ‘vede’ il giallo – giuste entrambe le ammonizioni – e qui c’è il secondo grave errore di giornata in casa ‘Fere’. Non di Avenatti questa volta, ma di Benito Carbone: evidenti gli imbarazzi del ’97 di Roma nel gestire Ciano (bravo Di Gennaro su di lui al 73′) e, in più, il numero 17 rossoverde aveva manifestato nei minuti precedenti una perdita di brillantezza fisica. Visto l’avversario e il momento di pressione un cambio ‘chiamato’, che però non è arrivato: poco più di quindici minuti ed ecco l’espulsione. Tra i due momenti invece la Ternana si era lamentata per il mancato rosso a Perticone a causa di un intervento su La Gumina lanciato verso la porta.

MECCARIELLO E ZANON: «TORTI PESANTI»

Felipe Avenatti

Felipe Avenatti

L’uscita di La Gumina e l’apnea Appena un minuto prima dell’espulsione, Carbone aveva optato per l’inserimento di Di Noia in luogo di La Gumina. Una mossa che, sommata al rosso di Germoni, ha giocoforza schiacciato la Ternana nella propria metà campo senza troppa possibilità di ripartenza: il palo di Rodríguez, il colpo di testa di Djurić e il salvataggio sulla linea di Bačinovič hanno a quel punto ‘legittimato’ il pareggio romagnolo arrivato in extremis.

L’entrata di Surraco L’ex Lecce per Falletti, un cambio logico in contesti normali. In questo caso però la scelta del tecnico calabrese è apparsa quantomeno ‘dubbia’: Ternana già schiacciata, con chance di ripartenza in contropiede più o meno nulle e con la necessità di proteggere il vantaggio da un Cesena arrembante. In uno scenario di grande sofferenza e con tanti palloni lanciati in area rossoverde, forse un ingresso sul terreno di gioco di Contini o di Della Giovanna avrebbe potuto consentire una maggior efficacia difensiva nei minuti conclusivi: «Il cambio finale? L’ho visto così e va bene», ha tagliato corto Carbone nel post-partita in merito.

Il rigore realizzato da Ciano

Il rigore realizzato da Ciano

Il ‘casus belli’ Un braccio sulla spalla di un attaccante, girato di spalle e in procinto di tentare una girata acrobatica col destro. Protagonisti Meccariello e Djurić: c’è indubbiamente l’appoggio del rossoverde sul bosniaco, come c’è la furbizia – lo stesso, seppur in maniera più lampante, fece Ardemagni l’anno scorso – del centravanti bianconero nello ‘scivolare’ verso terra sul leggere contatto subito. Rigore e sfuriata di Carbone, espulso. Anche perché in precedenza, spiegherà il 45enne di Bagnara Calabra in seguito, «c’è un chiaro fallo su Avenatti non fischiato, dal quale si sviluppa l’azione». La beffa è servita. Di certo un approccio – appoggiare il braccio non era necessario – in marcatura evitabile.

Un pareggio giusto in definitiva che, però, non aiuta nessuna delle due squadre: per Ternana e Cesena otto gare consecutive senza vittoria e un’insoddisfazione che non può che aumentare. Specie in casa rossoverde, che esce dagli incontri con Trapani e Cesena con quattro punti in meno a causa di – al di là delle decisioni arbitrali sui rigori fischiati, entrambi comunque assegnabili, nessun dubbio su quello del ‘Provinciale’ – di errori banali di Di Gennaro e Meccariello.

Mai così male dal ritorno in B Quattro punti persi e media che resto sotto l’1 dopo dieci giornate, di fatto a metà girone d’andata. Un peccato, perché realizzare tre gol in due giornate – il miglioramento c’è sotto questo punto di vista rispetto alle note problematiche del primo mese – e raccogliere appena due pareggi non è un buon viatico in vista della gara di martedì ad Avellino, che ha lo stesso score dei rossoverdi. ‘Fere’ peggio di così nelle prime dieci giornate nella seconda divisione solo nelle stagioni 2005-2006 (6), 2001-2002 (8), 1992-1993 (4) e 1947-1948 (7, calcolando sui tre punti per vittoria); quota 9 fu raggiunta invece nei campionati 1979-1980 (retrocessione, tecnico Santin) e 1975-1976 (salvezza, prima parte con Galbiati). Carbone ‘perde’ le sfide con i recenti predecessori: Breda, Tesser (entrambi da subentrati) e Toscano misero a referto rispettivamente 15, 18 e 15 punti nei dieci turni iniziali sulla panchina rossoverde. Guai a ‘proteggersi’ esclusivamente con il fattore arbitrale. Campionato lungo e classifica corta: per rimediare c’è tempo. Intanto l’allenatore calabrese siederà regolarmente in panchina al ‘Partenio-Lombardi’: per lui ammonizione con diffida e 1500 euro di multa per l’espulsione post concessione del rigore.

Splendido l'assist di Damiano Zanon

Splendido l’assist di Damiano Zanon

L’arbitraggio Un post-partita molto ‘caldo’ per la squadra rossoverde. Dura digerire il secondo pareggio di fila quando, a pochi secondi dalla fine, si era in vantaggio. Zanon, autore del pregevole assist per Avenatti, a fine partita non si risparmia nelle critiche al ‘fischietto’ pugliese: «Ci sono minimo un paio di episodi che vanno interpretati in maniera diversa. Il primo è l’atterramento di La Gumina: Perticone è ultimo uomo – in realtà la discriminante è la chiara occasione da gol, ndr – e va cacciato anche se sono a trenta metri dalla porta, e l’altro è il fallo su Avenatti che precede l’azione del penalty. Il rigore ci può stare magari, ma a Vercelli a noi non l’hanno dato. Credo che sono situazioni che ci siano costati due punti e come ha detto il mister bisogna vedere le cose in maniera diversa: pretendiamo di essere rispettati. Siamo amareggiati – chiude l’aquilano – e diciamo che in questo momento vediamo le cose diversamente rispetto all’arbitro. Possiamo recriminare».

Buona la gara di Alberto Masi

Buona la gara di Alberto Masi

100° amara e torti per Biagio Meccariello. Partita di buon livello fino al 93′, quando ha dato l’assist’ a Djurić – c’è la mano appoggiata sul bosniaco, che ha poi giocato d’astuzia durante il tentativo di girata – per procurarsi il calcio di rigore. Errore non da un giocatore di tale esperienza nel campionato di serie B: «Ho rivisto l’episodio. Penso – ha spiegato il centrale campano – che il calcio sia un gioco di contatto ed è normale che sia così su un cross in area, da parte mia non c’era alcuna intenzione di tirare giù un avversario di spalle: lo ritengo un rigore generoso che ci toglie soddisfazione e punti. Poi ognuno tra le sue valutazioni, l’arbitro mi ha parlato di ingenuità, ma la maglia strattonata non si vede. Non voglio parlare di malafede, tuttavia qualche torto arbitrale lo stiamo subendo».

La mancanza Altro pareggio, altra delusione. E la classifica continua a non sorridere alle ‘Fere’ che, ad Avellino, disputeranno un nuovo scontro diretto dopo quello di Trapani. La parola sconfitta al ‘Partenio-Lombardi’ non può esistere: «Il calcio è fatto di risultati e punti, poi delle prestazioni tutti si dimenticano. Dà soddisfazione – ha terminato il difensore di Benevento – giocare bene, ma ad oggi c’è tanta amarezza perché manca la cosa più importante: abbiamo portato a casa meno di quello che ci saremmo meritati». Domenica mattina la ripresa, quindi ‘rifinitura’ il giorno successivo e partenza per Avellino.

 

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