Ternana, convenzione: «Fiducia e progetto»

Tra i tanti nodi da sciogliere c’è anche quello relativo al ‘Liberati’. Giacchetti: «Vogliamo un progetto ad ampio respiro, non ‘precarietà’»

Condividi questo articolo su

di S.F.

Allenatore a scadenza e verso l’addio, niente direttore sportivo e diverse situazioni contrattuali – spicca Busellato oltre ai ‘noti’ Ceravolo e Vitale – da risolvere, nel bene o nel male. Il campionato è finito da quattro giorni e da Roma ancora nessun cenno di ‘risveglio’ da parte di Simone Longarini per la programmazione della stagione 2016-2017. E tra i tanti nodi da sciogliere c’è anche quello legato alla convenzione per il ‘Liberati’, da mettere nero su bianco giocoforza prima dell’iscrizione della Ternana al prossimo torneo di serie B.

Emilio Giacchetti e Simone Longarini alla presentazione in Comune

Emilio Giacchetti e Simone Longarini alla presentazione in Comune

Il punto chiave Le discussioni tra l’amministrazione comunale e l’amministratore unico non sono mancate. Tuttavia, tra accenni di bozza e ‘tavoli’ tecnici, manca ancora la conclusione pratica dell’iter. Che non – a livello teorico – tarderà ad arrivare, anche perché le idee da parte del Comune sono ben chiare: «La convenzione – spiega in merito l’assessore allo sport Giacchetti – per noi non rappresenta solo un atto puramente burocratico, ma una cartina al tornasole degli impegni che la Ternana Calcio vuol prendersi nei confronti della città: nella bozza sono stati inseriti elementi di prospettiva per capire le intenzioni della società e la stabilità del progetto. Noi siamo aperti a 360 gradi in tal senso».

Niente precarietà ‘Terni città degli sport’ è il percorso che ha intrapreso il Comune per dare una profonda vocazione sportiva – sulla scia dei successi del 2015 – alla città. E ovviamente la Ternana non può esulare da questo cammino: «È l’unica squadra calcistica a militare in campionati professionistici e rappresentata uno dei tratti identitari della città. Per quanto ci riguarda vogliamo capire che tipo di progettualità abbiano in mente, non deve essere un passaggio precario. Ci piacerebbe che l’accordo fosse di respiro triennale, duraturo nel tempo: l’idea è che la convenzione vada a ‘sposarsi’ con l’idea di sviluppo territoriale – conclude Giacchetti – che abbiamo in mente e che coinvolge anche altri sport». Il pericolo è che ci sia da attendere ancora un bel po’, come per tutto il resto.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli