Terni, amianto all’Ast: Paolo Pennesi rischia

Il direttore dell’Ispettorato del lavoro nel mirino del sottosegretario Bellanova: «Renzi e Poletti dicano a nome di chi parla»

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di M.T.

Al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, il ternano Paolo Pennesi, le orecchie devono aver fischiato forte, venerdì, durante il vertice convocato al Mise per la ThyssenKrupp Ast. Perché la vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova sembra proprio avergliela giurata.

ast amianto2L’amianto Venerdì, nel bel mezzo del vertice – insomma, vertice, quasi – che si stava svolgendo al Mise e nel corso del quale stavano tutti a bocca aperta e a fare ‘sì’ con la testolina – mentre l’ad di ThyssenKrupp Ast Massimiliano Burelli diceva che ‘tutte le mete saranno raggiunte’, o una roba del genere – di fronte al quesito relativo all’amianto, alla sua presenza, alla bonifica e alle cose dette dallo stesso Pennesi a Perugia, quando venne ascoltato dalla commissione regionale, l’ex sindacalista dei braccianti della Cgil (e attuale vice ministro) ha promesso sfracelli.

Teresa Bellanova

Teresa Bellanova

La lettera «Voglio vederci chiaro – ha tuonato Bellanova – e capire a quale titolo abbia parlato Pennesi e chi lo abbia autorizzato a farlo. Scriverò una lettera al ministro del lavoro Poletti e una al presidente del consiglio Renzi, chiedendo che facciano chiarezza in fretta. Perché non che se uno non ha proprio niente di meglio da fare, può andare in giro a far nascere aspettative improponibili e mettere così in difficoltà tutti noi». Silenzio imbarazzato – qualcuno per la verità ha faticato a non saltare su ed applaudire a scena aperta (ma non stava bene) – e la vice ministro ha promesso che la cosa non finirà qui.

ast amianto3Discorso chiuso Mentre secondo lei devono finire qui le rivendicazioni, perché, come si sono limitati a registrare i sindacati, «ha ribadito quanto già sostenuto durante la vertenza in sede negoziale e parlamentare rispetto alla non possibilità del governo di riaprire i termini relativi ai benefici dell’amianto». Pure per loro, quindi, capitolo chiuso. Mentre Paolo Pennesi, che da quel giorno a Perugia ha scelto la strada del silenzio, sembra non voler derogare e inutile è stato il tentativo di umbriaOn di chiedergli chiarimenti.

discarica Valle discariche ast2 (FILEminimizer)Le scorie Aperto, invece, sarebbe il discorso relativo al recupero, alla bonifica e al riutilizzo delle scorie di produzione della ThyssenKrupp Ast: adesso si sarebbero ridotte a tre le aziende tra le quali i tedeschi potrebbero scegliere quella a cui far fare il lavoro. Una finlandese, una franco-belga e – sorpresa, ma nemmeno tanto – la anglo-statunitese Harsco, attraverso la sezione ‘metals and minerals’. Cioè la stessa Harsco che, attraverso Ilserv, le scorie oggi le ammucchia a 300 mila tonnellate all’anno sulla collina che diventerà un parco di salute. Sì, perché pure quel progetto, giura ThyssenKrupp, si porterà a termine.

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