Terni, bene i cani: meno i proprietari

La seconda città dell’Umbria mostra di amare molto gli animali, ma poi alcuni comportamenti lasciano perplessi – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Terni può vantare, in Italia, un’eccellenza: è il capoluogo di provincia che tiene nel massimo conto la questione della presenza di animali in città, in particolare i cani. Il dossier 2016 di Legambiente “Animali in città” – appunto – informa che a Terni c’è un cane ogni tre abitanti e mezzo, il dato più alto in Italia, dove mediamente, c’è un cane ogni 7,87 abitanti.

Una differenza consistente, ma l’eccellenza che Legambiente riconosce a Terni, comunque, non è dovuta tanto al numero dei cani, quanto a tutta una serie piuttosto articolata di servizi, regolamenti, controlli, strutture. Su questa base per ogni città è stato calcolato un punteggio che va da 1 a 100, rappresentando il 100 praticamente la perfezione. Terni è con Modena l’unica città italiana che supera quota cinquanta.

Va subito detto che alcune (pochissime) città non hanno risposto all’indagine di Legambiente e già questo la dice lunga su quanto abbiano a cuore la questione. In altri casi l’anagrafe canina non è così curata, per cui il calcolo del rapporto tra abitanti e numero dei cani presenti non risulta veritiero: anche in questi casi significa che quel che manca è un approccio positivo alla questione, con scarsa vigilanza e scarsa considerazione dell’utilità collegata all’iscrizione degli animali: va da sé che anche in merito a strutture e servizi l’attenzione probabilmente non è particolarmente attenta.

Per quanto concerne i dati, non è male sottolineare che dopo Terni (un cane ogni 3,51 abitanti) c’è Forlì (3,57), quindi Ferrara (3,96), Arezzo (4,3), Verona (4,7), Perugia (5). Nella graduatoria delle “eccellenze”, ossia la valutazione collegata a servizi igienico sanitari, esistenza di canili, aree dedicate, regolamenti, tutela e adozione degli animali abbandonate, controlli ecc. Terni può vantare 56,95 punti contro i 53,2 di Modena. Perugia è a quota 42,35.

C’è poi un altro dato: la quota di spesa che ogni Comune dichiara. Anche qui Terni è tra le prime con con nove euro e quasi quaranta centesimi annui per abitante (la massima parte è assorbita dalle spese per i canili), contro i 7 euro e circa 70 centesimi di Isernia.

Certo una differenza abissale se si confrontano Terni e Bolzano che spende per i cani in città meno di venti centesimi pro capite e non caso è in fondo alla graduatoria. Terni lavora, quindi, per cercare di garantire il rispetto e il benessere degli animali e nello stesso tempo un rapporto facile e felice tra gli animali ed i cittadini.

Poi ci sono i comportamenti dei singoli proprietari dei cani, ma qui entrano in gioco la sensibilità civica, il rispetto degli altri e la buona educazione.

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