Terni, bici d’epoca tra arte e sicurezza

‘Cascata delle Marmore d’epoca’ al via: tante le iniziative tra piazza della Repubblica, biblioteca, palaSì e piazza Solferino

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di S.F.

La 1° edizione della ‘Cascata delle Marmore d’epoca’, raduno cicloturistico non competitivo con biciclette d’epoca costruite prima del 1987, ha preso ufficialmente il via con una serie di iniziative associate nella giornata di sabato. La partenza della corsa – due percorsi da 84 e 40.6 chilometri – ci sarà invece domenica mattina da piazza della Repubblica.

BICI D’EPOCA, ARTE E SICUREZZA: FOTOGALLERY

‘Sicurinbici, sport e sicurezza’

‘Sicurinbici, sport e sicurezza’

‘Sicurinbici, sport e sicurezza’ Al caffé letterario della biblioteca, alle 10.30, la tavola rotonda a cura dell’Automobil club d’Italia con la polizia stradale di Terni e l’ufficio scolastico regionale: il tema principale ha riguardato le regole da apprendere per la sicurezza stradale. Hanno partecipato il sindaco Leopoldo Di Girolamo, l’organizzatore della ‘Cascata delle Marmore d’epoca’, l’avvocato Gino Iaculli, la comandante della polizia stradale di Terni Katia Grenga, il presidente dell’Aci Mario Bartolini e l’assessore allo sport Emilio Giacchetti.

’Piccoli ciclisti’ e mercato Dalle 10 alle 19.30 in piazza Solferino, percorso didattico per i più piccoli: un tracciato stradale educativo – c’è anche la presenza del ‘pullman azzurro’ della polizia di stato, un’aula scolastica multimediale itinerante con lezioni teoriche – organizzato dall’Aci di Terni. Infine il mercato ‘vintage’ delle biciclette a piazza della Repubblica. La giornata si concluderà con la serata danzante: protagonisti i ragazzi della musical academy.

La mostra

La mostra

La mostra d’arte ‘Bici&Territorio’ – Sculture, opere pittoriche e fotografia – della direttrice artistica Maela Piersanti è stata inaugurata a mezzogiorno al palaSì: in esposizione fino al 28 giugno (dalle 17 alle 20, nei giorni festivi dalle 10 alle 13) opere di dodici artisti – Ugo Antinori, Paolo Biancucci, Diletta Boni, Emanuela Canu, Laris Conti, Marco Costantini, Gilly Giacobbe, Andrea Mattiello, Cristiano Muti, Alessio Patalocco, Mauro Pulcinella, Margherita Vagaggini – incentrate sul territorio e le bici d’epoca. Sarà inoltre possibile ammirare biciclette di grandi campioni, una d’epoca della polizia di stato e uniformi ‘vintage’ provenienti dal museo storico di Roma. A tagliare il nastro Leopoldo Di Girolamo, Maela Piersanti e Katia Grenga: per la ‘prima’ della mostra presenti anche gli assessori alla cultura e allo sport, Giorgio Armillei ed Emilio Giacchetti. «Abbiamo qui presenti le bici della polizia stradale dei primi del ‘900 – ha detto la comandante di Terni Katia Grenga – perché da sempre abbiamo scortato il Giro e continuiamo a farlo».

Le bici d’epoca Dalla ‘Bianchi’ di Nello Ciaccheri del 1923 alla ‘Legnano’ di Pietro Parpajola del 1932, passando per la bicicletta con la quale Marco Pantani corse il giro d’Italia dilettanti nel 1991: appassionati e amanti del ciclismo hanno potuto visionare con cura e apprezzare numerosi pezzi storici e ‘pregiati’ del mondo ciclistico. In attesa della gara, tra i paesaggi della Valnerina, di domenica.

Il ‘pullman azzurro’

Il ‘pullman azzurro’

Territorio, paesaggio e tempo «Siamo riusciti ad organizzare – ha spiegato Maela Piersanti – una mostra che non è solo da guardare, ma da vivere. Artisti, pittori e fotografi mettono in scena opere che si evolvono e che entrano in contatto con il pubblico, che può vederne l’evoluzione e la creazione. Credo proprio che la bici non sia solo un mezzo di trasporto, ma l’unione tra il territorio, il paesaggio e l’importanza del tempo, di cui l’uomo deve riappropiarsi per riscoprire le bellezze che ci circondano».

Onore alla bicicletta «Ricordo con estremo piacere – il pensiero di Di Girolamo – le numerose bici che uscivano dall’acciaieria alla fine del turno. Ma anche le famiglie che usavano spostarsi per la città. Come mio padre, che mi portava con se sulla canna. Credo che la bicicletta è, ed è sempre stata, un mezzo di trasporto importante per la città. E la mostra non può che renderle onore».

 

 

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