Terni, caso Comune: «Sequestri legittimi»

Il riesame si è espresso sulle istanze di alcuni degli indagati. Fra i difensori c’è chi intende andare avanti, fino in Cassazione

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‘Niet’ del riesame – ovvero del tribunale di Terni – alla richiesta di annullamento dei decreti di sequestro emessi dal pm Raffaele Iannella nei confronti di alcuni degli indagati dell’operazione Spada. L’istanza era stata presentata dai legali difensori di tre delle persone coinvolte nell’indagine: l’assessore comunale Stefano Bucari, Carlo Andreucci (coop Alis) e Luca Ascani (Gea), difesi rispettivamente dagli avvocati Roberto Spoldi, Massimo Proietti e Enrico De Luca.

INDAGINE ‘SPADA’, I FILONI

Polizia e Finanza a palazzo Spada

Polizia e Finanza a palazzo Spada

Passo indietro Altri due indagati, Sandro Corsi (coop Actl) e Stefano Notari (Alis), avevano preferito non dare seguito all’istanza dopo aver riottenuto dagli inquirenti il materiale precedentemente sequestrato. La strada del ‘riesame’ è stata seguita anche dall’assessore al bilancio Piacenti D’Ubaldi la cui istanza, presentata dall’avvocato Attilio Biancifiori, verrà discussa il prossimo 6 dicembre.

INDAGINE ‘SPADA’, GLI INDAGATI REPLICANO

Sequestri ok Restano così validi i decreti emessi dall’autorità giudiziaria ed eseguiti dagli agenti della squadra Mobile di Terni, i primi ad avviare l’indagine, e dai militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza, coordinati rispettivamente dal vice questore aggiunto Alfredo Luzi e dal tenente colonnello Fabrizio Marchetti.

I legali di alcuni indagati

I legali di alcuni indagati

In Cassazione Ora la prospettiva è quella del ricorso per Cassazione. Una strada che l’avvocato Proietti è determinato a seguire: «Depositerò l’istanza nei primi giorni della prossima settimana perché ritengo che i sequestri, in particolare quello del computer personale dell’Andreucci, siano illegittimi». Possibile che anche gli altri legali seguano la stessa strada. Non l’avvocato Spoldi che sottolinea come la ‘materia del contendere’ sia già cessata con la riconsegna del materiale.

L’indagine Intanto il lavoro degli inquirenti procede nel massimo riserbo. L’indagine è tutto fuorché chiusa e, allo stato, non è possibile escludere nuovi passi da parte dell’autorità giudiziaria, finalizzati ad un chiarimento ulteriore dei fatti, dei quali gli inquirenti avrebbero un quadro già piuttosto preciso. Novità sono attese nei prossimi giorni.

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