Terni: «Comune, basta. Risana il quartiere»

Il comitato Santa Maria Maddalena si rivolge nuovamente a palazzo Spada: «La situazione non è più accettabile. Benvenuti nel degrado»

Condividi questo articolo su

«Era il 29 giugno 2015, quando il consiglio comunale di Terni approvò all’unanimità un atto d’indirizzo, impegnando l’amministrazione a una serie di interventi necessari a sanare lo stato di degrado in cui versava il quartiere di Santa Maria Maddalena. Ad oggi, dopo più di un anno e mezzo, nulla di quanto promesso è stato realizzato». La denuncia, a gran voce, arriva nuovamente dal ‘Comitato Santa Maria Maddalena’ di Terni.

La convenzione «Sentiamo ripeterci ormai da troppo tempo che la nuova convenzione è pronta e che con la sottoscrizione della stessa, le imprese edili coinvolte si occuperanno dell’esecuzione di quelle opere urbanistiche mai realizzate», si legge in una nota del Comitato. «Sarebbe bello pensare che fosse vero, se non fosse che ad oggi, nonostante le nostre ripetute richieste nel tempo, non ci è stata mostra ancora alcuna copia di tale convenzione. Non ultima occasione quella della seduta della seconda commissione consigliare del’11 gennaio, dove assessore e tecnici coinvolti, non hanno potuto fare a meno di sbarrare gli occhi, alla più che lecita richiesta della stessa».

Termini stringenti Il comitato ribadisce ancora una volta «come sia prerogativa la stipula non solo di impegni certi, ma anche di termini stringenti, a carico delle ditte sottoscriventi, se non vogliamo che si ripeta il teatrino a cui hanno dovuto assistere i residenti in tutti questi anni. E’ per ciò necessario, che quanto prima assessore e tecnici vengano riconvocati in seduta di commissione, per rendere pubblici i contenuti di detta convenzione, prima ancora che qualsiasi firma vi venga apposta. Non possiamo certo dire che ci siano i presupposti per fidarci: più di dieci anni di cantieri incompiuti, strade mai realizzate e la totale assenza di qualsiasi spazio verde e luogo aggregativo che dir si voglia; senza scordarci naturalmente che ad oggi centinaia di famiglie, sono prive del riconoscimento del certificato di agibilità sulla propria casa».

«Complicità tra controllore e controllati» Se questo ennesimo tentativo non dovesse trovare alcun seguito, sottolineano, «entro il termine del 2017, il Comune sarà costretto a farsi carico dell’adempimento di quanto evaso dalle ditte competenti e sappiamo come questo, non sia certo un periodo felice per le casse comunali. Per questo vogliamo, che il percorso prestabilito all’interno della commissione venga portato all’attenzione del consiglio comunale, di modo da accelerare i tempi affinché chi di competenza, possa fornire delle risposte tangibili. Non basterà certo però la stipula di un foglio di carta a garantire la risoluzione dello scempio compiuto: se non ci saranno le dovute verifiche, cosa mai fatta in tutti questi anni, assisteremo ancora una volta ad un esplicito atto di complicità tra controllore e controllati».

Le responsabilità L’amministrazione, secondo il ‘Comitato Santa Maria Maddalena’, «ha utilizzato fino ad oggi i certificati di agibilità, come arma di ricatto verso i costruttori inadempienti, non tenendo minimamente in considerazione come tutto ciò ricadesse doppiamente sulle spalle dei residenti: non solo il mancato riconoscimento di un documento fondamentale, ma anche la frustrazione di dover vivere in un quartiere in totale degrado. Tutto questo non è più accettabile e se la situazione non dovesse sbloccarsi ricorreremo ad ogni mezzo necessario, affinché gli artefici del disagio e del degrado quotidiano a cui sono relegate centinaia di famiglie, vengano ricondotti alle loro responsabilità».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli