Terni, coop indagate: «Nulla da temere»

Conferenza stampa ‘a quattro’ da parte di altrettanti indagati delle coop per spiegare le proprie ragioni: «Andiamo avanti come sempre»

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Il momento, per usare un eufemismo, non è dei migliori. Ma i rappresentanti delle cooperative coinvolte nell’operazione ‘Spada’ – sedici indagati fra amministratori, dirigenti e funzionari del Comune di Terni, oltre a figure apicali delle stesse coop – fanno sfoggio di serenità e, soprattutto, rassicurano i propri soci-lavoratori: «Andremo avanti lavorando come e più di prima e rispettando tutte le scadenze, perché questa è la nostra cifra».

SANDRO CORSI (ACTL): «RISPETTO PER LA MAGISTRATURA»

Insieme A parlare, nella conferenza stampa convocata per venerdì pomeriggio, sono stati Sandro Corsi (Actl), Stefano Notari (Alis), Nicola Cimadoro (SoLCo) e Antonio Sabatini (UltraServizi): «Non sono potuti essere presenti – ha detto Corsi – ma è come se fossero qui con noi anche la coop Gea di Luca Ascani e la coop perugina La Torre di Gianluca Tomassi. Siamo uniti anche di fronte alle difficoltà perché condividiamo tutti gli stessi valori sociali».

‘OPERAZIONE SPADA’, PARLANO GLI AVVOCATIVIDEO

«Siamo sereni» «Rassicuriamo i nostri centinaia soci lavoratori – ha affermato il presidente della coop Actl – che siamo assolutamente sereni e rispettosi dell’iniziativa della magistratura inquirente che ci vede indagati. Ci è arrivata un’informativa di garanzia che, in Italia, viene emessa a tutela delle persone sottoposte ad indagine e che ci consentirà di difenderci. Diciamo ciò con grande rispetto perché riteniamo giusto e doveroso che la procura, a fronte di notizie di reato riferite a fatti supposti, porti avanti le indagini anche a nostra garanzia, in maniera chiara e serena come sta facendo. Non crediamo che dietro tutto ciò si nascondano iniziative di carattere politico perché conosciamo l’autorevolezza della magistratura ternana. Voglio sottolineare allo stesso modo – ha aggiunto Corsi – come le forze di polizia e della finanza che ieri hanno effettuato ispezioni nei nostri uffici e nelle nostre case, si siano comportate con grande correttezza, stile e tranquillità. Ovviamente hanno fatto a fondo il loro dovere, ma rispettandoci».

‘OPERAZIONE SPADA’, PARLA IL SINDACO – VIDEO

La ‘frecciata’ Le coop che venerdì si sono presentate alla conferenza stampa, sono tutte ‘sulla stessa barca’. E ci tengono a dirlo: «Noi quando verremo chiamati spiegheremo perché queste cooperative si sono messe insieme attraverso un’Ati. Abbiamo unito chi opera con serietà, efficacia e solidarietà, con politiche di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Ci conosciamo e c’è fiducia e stima reciproca. Certe scelte, come quella di metterci insieme, appartengono a noi e basta. E se qualcuno non ne fa parte – chiaro il riferimento di Sandro Corsi a coop ‘rivali’ che, magari, non sono rimaste troppo dispiaciute dall’azione giudiziaria – è perché riteniamo non condivida la finalità sociale che ci caratterizza».

UltraServizi «Ieri è stata una giornata dura – ha detto Antonio Sabatini della coop UltraServizi -. Penso a me, alla mia famiglia ed ai soci che voglio rassicurare. Non smetteremo assolutamente di lavorare, non siamo affatto intimoriti e continueremo a frequentare i ‘palazzi’ perché non abbiamo nulla da nascondere. La nostra politica è una sola: incrementare i posti di lavoro, con obiettivi in primis sociali, e pagare gli stipendi. L’85% del nostro fatturato va in stipendi e contributi, questa è la realtà».

SolCo Nicola Cimadoro della coop SoLCo ha difeso a spada tratta la scelta di unirsi compiuta dalle cooperative: «Abbiamo storie diverse ma un unico scopo che è sociale e viene prima di tutto. Dedichiamo la nostra vita al lavoro e, certo, ritrovarsi con sei militari in casa all’alba, per una perquisizione, non fa piacere. Ma devo dire che sono stati di una cortesia unica».

Alis Per Stefano Notari (coop Alis) «una delle più grandi soddisfazioni è di aver unito la cooperazione sociale della città e di aver partecipato sempre insieme alle gare, elaborando progetti e dialogando continuamente. Da domani – ha aggiunto – torneremo a lavorare perché abbiamo scadenze e obiettivi importanti. E con i ritardi della pubblica amministrazione, anche dal punto di vista dei pagamenti, ci ritroviamo ogni anno con il fiato sospeso. Continueremo con l’impegno di sempre che, nel nostro caso, ci ha consentito di far diventare la cascata delle Marmore uno dei siti turistici più visitati in Italia. Da cui il Comune trae circa 840 mila euro l’anno per le proprie casse. Dei 10 euro di ingresso, a noi ne restano 1,22 per il personale. Ciò che viene fatturato nelle nostre cooperative, si traduce semplicemente in lavoro. Quando uno vive con moglie e figli a casa, questa situazione, le perquisizioni, non è facile da vivere. Noi viviamo del nostro stipendio, siamo tutti a busta paga e non imprenditori che si spartiscono utili fantastici. Abbiamo un margine operativo che viene reinvestito per la città. Ed ora è il momento di guardare avanti con fiducia e serenità».

Il rapporto con la PA «Frequentiamo ogni giorno gli enti pubblici perché lavoriamo a stretto contatto con loro – ha detto Sandro Corsi -. E ci aspettiamo che da parte del personale, dei funzionari, non ci sia alcun timore, alcuna remora a rapportarsi con noi. Questo rapporto, che è sempre stato sereno, non deve cambiare. Detto per inciso, le coop non hanno mai chiesto gli interessi sui debiti che hanno con l’amministrazione comunale. Purtroppo quando si lavora con la pubblica amministrazione certe situazioni vanno messe in conto perché si tratta di realtà seguite con grande attenzione dalla magistratura, ed è giusto così».

«Fare politica non è un problema» Sandro Corsi difende infine la sua appartenenza politica: «Il Movimento 5 Stelle ha sostenuto in parlamento l’idea che chi opera in una coop non deve ricoprire ruoli istituzionali e politici. Io mi impegno politicamente da quando ho 14 anni (Corsi è tesserato con il Pd, ndR) e lo faccio con piacere, oggi forse con un po’ di disillusione. Nessuno nella cooperativa chiede tessere o appartenenze e anche coloro che ci contattano per segnalare un problema o perorare la propria causa, appartengono spesso ad ambiti politici e professionali molto diversi fra loro. Conta solo ciò che si fa nel concreto e crediamo di aver operato sempre bene. Per questo siamo sereni».

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