Terni, denuncia Cobas: «Attacco neofascista»

La ‘spedizione’ si sarebbe svolta nella notte tra domenica e lunedì: locali imbrattati e un coltello è stato lasciato in bella mostra

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Gli agenti della polizia scientifica hanno lavorato per un bel po’ nella sede del Centro sociale ‘Germinal Cimarelli’, dove sono stati inviati in seguito alla denuncia presentata per quella che viene definita, dalla Confederazione Cobas di Terni, una «grave intimidazione neofascista».

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La scritta sul muro

Il raid La ‘spedizione’ si sarebbe svolta nella notte tra domenica e lunedì e «dopo aver tagliato la rete esterna ed essere entrati nella sede – dice Franco Coppoli – hanno devastato alcuni locali del centro sociale con vernice nera e scritte inneggianti ad Hitler. Poi questi personaggi hanno sfondato la porta della sede della Confederazione Cobas, che si trova al primo piano del centro sociale di via del Lanificio, hanno gettato a terra oggetti, hanno tracciato delle scritte nella sede e hanno lasciato in bella vista sulla scrivania dell’organizzazione sindacale un grosso coltello con tracce di vernice rossa».

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La porta sfondata

La denuncia Coppoli dice ancora che «consideriamo questo un atto grave frutto di una penosa ideologia con cui abbiamo fatto i conti oltre 70 anni fa. Nonostante il chiaro scopo intimidatorio, i Cobas rivendicano e ribadiscono il loro totale impegno nelle lotte a favore dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei migranti, per la difesa della scuola pubblica e dell’ambiente e contro i progetti affaristici che attaccano la salute pubblica ed il territorio, come gli inceneritori o il nefasto acquedotto sul Nera. L’esecutivo provinciale dei Cobas della scuola considera fuori dalla storia questo penoso tentativo di intimidazione e queste azioni squadristiche che continuano a caratterizzare le pratiche delle organizzazioni neofasciste, intrise di razzismo ed esaltazione del nazismo, nonostante le facciate perbeniste presentate in pubblico. Continueremo la nostra attività antifascista ancora più consapevoli della necessità di ricacciare queste carogne nelle fogne della storia da cui provengono, seguendo l’esempio del partigiano Germinal Cimarelli che dà il nome alla struttura dove – come sindacato di base – abbiamo scelto di collocare la nostra sede, in un bel quartiere operaio e multietnico offeso da questo atto vandalico».

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