Terni e Narni, Comuni che ‘fanno la fame’

Mentre il primo stringe la cinghia in senso metaforico, nel secondo c’è un vice sindaco che digiuna sul serio per protesta – Il corsivo di Walter Patalocco

Condividi questo articolo su

di Walter Patalocco

Il vicesindaco di Narni ricorre allo sciopero della fame per segnalare un problema che riguarda la sua città destinata a rimanere senza ospedale. Il sindaco di Terni, col rimpasto di Giunta, sacrifica gli assessori tecnici. Due scelte in evidente contrasto.

A Terni, mettendo sotto un mattone lo spirito della legge di riforma elettorale del 1993 (che vuole solo assessori tecnici), si evidenzia che nella difficoltà è soprattutto la politica quel che serve. La politica come mezzo per dare risposte e trovare soluzioni. E’ un segnale forte quello del sindaco Di Girolamo. Il quale pare così annunciare la volontà di riavviare il motore – seppur diesel – della barca per solcare e muovere l’acqua dello stagno.

La situazione ternana è piuttosto complicata, in Comune e non solo: il sindaco appare deciso a cambiare ‘l’andazzo’, a riprogettare il programma di governo per la seconda parte del mandato, a ricontrattare il ruolo di Terni, e più in generale a volere una rivisitazione dei rapporti tra l’istituzione comunale e le altre Istituzioni: Regione e Governo. Rapporti diversi significa, partendo da come stanno ora le cose, che Terni vuole riacquisire il ruolo, la dignità, il peso politico che ad essa competono. E la propria indipendenza decisionale. Chiedendo rispetto.

E’ un’ovvietà che il gioco è tutto politico e quindi è l’aspetto politico dell’azione della Giunta comunale ternana che va rafforzato. Andando al di là dell’intento ‘risparmioso’, seppur da questo punto di vista apprezzabile, attuato mediante il ‘licenziamento’ di quattro assessori. Qualche decina di migliaia di euro sono poca cosa rispetto ai milioni di debito di cui si parla. Quel che emerge è un messaggio preciso: più rigore, più politica, un’istituzione più forte. Basterà questa determinazione a migliorare le cose?

Da questo punto di vista preoccupa la scelta del vicesindaco di Narni, Marco Mercuri, di proclamare lo sciopero della fame. Un’Istituzione, il Comune di una città di oltre ventimila abitanti, può trovarsi nella necessità di ricorrere a proteste di tipo movimentista per segnalare l’urgenza di una questione? Il vicesindaco, con cui solidarizza tutta l’amministrazione narnese, dovrebbe avere modi e strumenti idonei a farlo, senza che nessuno debba rinchiudersi in un gabbiotto a digiunare.

Delle due l’una: o gli amministratori di Narni non sono capaci, o hanno sperimentato che nessuno, a livello regionale e governativo, li ascolta né tantomeno li considera. Dimenticando che, con capacità o meno, essi comunque rappresentano una città intera e ventimila cittadini. Ossia ventimila persone. 

Ecco perché il dubbio sull’esito dell’iniziativa del sindaco di Terni, diventa legittimo.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli