Terni: «Il clima cambia, occorre reagire»

Un gruppo di consiglieri comunali di maggioranza chiede alla giunta «di redigere il ‘Piano di adattamento al cambiamento climatico’»

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La premessa parte da lontano: «La Commissione europea già nel 2013 aveva presentato la ‘Strategia di adattamento al cambiamento climatico’ in sinergia con l’operato degli stati membri con iniziative volte alla tutela dell’ambiente, alla prevenzione dei disastri naturali, alla gestione sostenibile delle risorse naturali e alla tutela della salute.
L’Italia, coerentemente con quanto disposto nei documenti europei, ha definito la ‘Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici’, da attuare mediante un piano di azione settoriale teso a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a proteggere la salute, il benessere e i beni della popolazione, a preservare il patrimonio naturale e a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche».

Un fulmine su Terni

Un fulmine su Terni

Il clima A Terni «si è avviata una discussione pubblica sul tema di come ridurre il rischio derivante dall’inquinamento ambientale presente nella città e che è necessario mettere in campo una strategia per migliorare la risposta del territorio ai cambiamenti climatici ed organizzare l’azione del Comune in coordinamento con altri enti, autorità e con la società civile. È compito dell’amministrazione comunale incidere con politiche volte al miglioramento dell’ambiente urbano con modalità di promozione e sviluppo delle infrastrutture verdi, valorizzando i servizi ecosistemici contenenti sia misure efficaci e concrete per fronteggiare l’incremento delle temperature, l’aumento degli eventi meteorici non convenzionali, la crisi idrica e la siccità, sia la messa a sistema, la valorizzazione e lo sviluppo della gestione dell’emergenza».

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Il verde

Il verde Le ondate di calore in area urbana «sono conseguenze inevitabili dell’aumento delle temperature e pertanto il piano di adattamento al cambiamento climatico deve indicare misure per incrementare il greening urbano, tutelare e valorizzare le aree verdi estensive e alberate, incrementare le superfici verdi e alberate all’interno della città, aumentare le alberature su strade, parcheggi e piazze, favorire la diffusione degli orti urbani, migliorare la qualità degli edifici, migliorare il microclima degli spazi interni, diminuire la vulnerabilità della popolazione esposta ai rischi sanitari, ridurre il rischio sanitario dovuto all’inquinamento atmosferico. Gli eventi estremi di pioggia e il rischio idrogeologico sono legati alla variabilità climatica delle temperature e delle precipitazioni e pertanto il piano di adattamento al cambiamento climatico deve indicare misure per migliorare la risposta idrogeologica del tessuto urbano esistente e delle nuove urbanizzazioni, rendere il territorio più resistente alle precipitazioni intense, migliorare la risposta del reticolo idrografico esistente, ridurre le frane in collina, ridurre il carico di inquinamento delle acque veicolate dalle piogge e quelle delle reti miste, ridurre l’afflusso delle acque meteoriche in fogna, migliorare il sistema di allerta e di gestione delle emergenze».

Il piano Partendo da questo, i consiglieri comunali Stefano Desantis, Andrea Cavicchioli, Francesco Filipponi, Michele Pennoni, Sandro Piermatti, Renato Bartolini, Valeria Masiello, Fabio Narciso, Sandro Piccinini (PD); Silvano Ricci (Sinistra per Terni); Faliero Chiappini, Saverio Lamanna (Città aperta); Luigi Bencivenga (Progetto Terni) hanno presentato un atto di indirizzo con il quale chiedono al sindaco e alla giunta comunale «di redigere il ‘Piano di adattamento al cambiamento climatico’ con le modalità e le finalità esplicitate nelle premesse e considerazioni, coinvolgendo gli enti e le aziende pubbliche, le aziende partecipate, il mondo dell’università e della scuola, le agenzie specializzate, i consorzi, le associazioni di categoria, ambientali e dei consumatori, le imprese e le fondazioni, integrandolo inoltre con i piani previsti dai livelli sovracomunali».

Stefano Desantis

Stefano Desantis

Desantis Con questa iniziativa, spiega Stefano De Santis, primo firmatario dell’atto di indirizzo, «abbiamo voluto porre al centro del dibattito politico, una riflessione seria e sistemica di come attenuare, prevenire danni alla salute dei cittadini e all’ambiente, illustrando quali misure per rendere maggiormente vivibile la città e azioni devono essere intraprese per prevenire le emergenze da calamità naturali. L’adozione del piano per l’adeguamento al cambiamento climatico è un atto dovuto e necessario: deve promuovere; il greening urbano, l’agricoltura e gli orti urbani orientati alla produzione di prodotti maggiormente adattabili ai cambiamenti climatici, i nuovi sistemi di gestione delle emergenze in caso di calamità, i progetti per la permeabilizzazione delle aree commerciali e industriali, le attività economiche per lo sviluppo di prodotti e di servizi legati alle politiche di adeguamento».

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