Terni, inquinamento: «Una storia folle»

Il Movimento 5 Stelle: «Il Comune non informato della questione. Ma il sindaco-presidente della Provincia i dati li aveva»

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Parlano di «follia» e – strano a dirsi – proprio dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle di Terni sembra arrivare una difesa d’ufficio del sindaco Di Girolamo: «La follia di questa storia che lascia davvero sconcertati è che il Comune e il sindaco di Terni non siano stati minimamente informati della questione, dimostrando pienamente un ruolo di concreta marginalizzazione delle autorità locali».

IL DOCUMENTO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE SULLA QUESTIONE

La ThyssenKrupp Ast

La ThyssenKrupp Ast

La lettera E per dimostrare la cosa, mettono a disposizione una lettera, invita dal sindaco, ad Arpa, Usl2 e Regione e nella quale si legge: «Con riferimento a quanto recentemente conosciuto a mezzo stampa e a quanto pubblicato sui social, si chiede se le notizie circa la contaminazione da metalli pesanti delle acque del reticolo idrografico superficiale del territorio comunale, con particolare riferimento al fiume Nera nel tratto in cui lo stesso lambisce gli stabilimenti delle Acciaierie, nonché quelle relative ad una presunta contaminazione della risorsa idrica sotterranea sottostante l’area degli stessi stabilimenti, scaturiscano da attività di analisi e monitoraggio condotti dagli enti in indirizzo nell’ambito delle rispettive competenze. Pertanto, nell’ambito dello svolgimento della propria funzione di poggetto responsabile della salute pubblicascriveva Di Girolamo, che poi avrebbe ‘stoppato’ l’inceneritoreevidenzio la necessità di conoscere se le notizie di cui sopra abbiano un fondamento scientifico e, in caso affermativo, chiedo se sia opportuno procedere all’emissione di un’ordinanza sindacale in virtù dei poteri conferitimi dalla legge».

index-300x225I silenzi Le informazioni, che il Movimento 5 Stelle ricorda di «aver diffuso il 6 maggio, relativamente ad uno studio di parte Thyssen che certifica la forte concentrazione da nichel e cromo nelle acque del Nera e altre analisi riguardanti la contaminazione dei pozzi interni allo stabilimento Thyssen, hanno trovato pienamente conferma nelle corrispondenze ufficiali tra le varie istituzioni,  senza avere risposta alcuna e nel più totale silenzio di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione». E c’è sempre da tener presente lo studio dell’Ispra, secondo il quale il 95% delle acque dei fiumi umbri sono malate.

Leopoldo Di Girolamo

Leopoldo Di Girolamo

Le informazioni Ma la ipotizzata ‘difesa’ nei cofronti del sindaco diventa invece l’ennesimo atto di accusa, in quanto, insiste il M5S ternano, «la situazione raggiunge livelli a dir poco grotteschi per il rapporto dello studio ecotossicologico di parte Thyssen sulle acque del Nera considerando che Di Girolamo è al contempo presidente della Provincia, ente in possesso di questi dati. Di fronte alle normative nazionali e internazionali che garantiscono l’universalità dell’accesso ai dati ambientali – attaccano – ci chiediamo come Arpa possa continuare a nascondere alla città tali informazioni che certificano lo stato di contaminazione delle falde acquifere. Anche il direttore Ganapini che dovrebbe incarnare parte della storia dell’ambientalismo italiano (Walter Ganapini, direttore generale di Arpa Umbria, è stato cofondatore di Legambiente, è stato presidente di Greenpeace Italia ed è membro onorario del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente; ndr) si sta cimentando in una nuova forma di negazionismo in salsa umbra, un negazionismo 2.0, certamente più tecnico e scientifico rispetto alle castronerie della vecchia gestione ma per questo molto più pericoloso».

La mappa dell'area interessata

La mappa dell’area interessata

Coltivazioni e allevamenti bloccati Il Comune di Terni, intanto, reitera il provvedimento che vieta la coltivazione e l’avvemento di bestiame a Prisciano: «Il Dipartimento lavori pubblici e gestione del territorio – informa palazzo Spada – ricorda a tutti i cittadini interessati che è in vigore l’ordinanza per le zone di Prisciano, in riferimento alle particelle catastali indicate, con la quale si ordina a tutti i proprietari dei terreni e a tutti coloro che fossero titolari di altro diritto di possesso, uso o godimento, a qualunque titolo esercitato, il divieto di coltivare all’aperto prodotti ortofrutticoli per l’alimentazione umana o animale, nonché l’allevamento di animali all’aperto».

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