Terni, omicidio Raggi: «Caso resta aperto»

L’avvocato della famiglia, Massimo Proietti, non esclude passaggi sul piano civile

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La ‘partita’ giudiziaria legata all’omicidio di David Raggi non si è conclusa con la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione emessa martedì dal gup Simona Tordelli.

LA LETTURA DELLA SENTENZA – IL VIDEO

LE FOTO DEL GIORNO DEL GIUDIZIO

Amine Aassoul

Amine Aassoul

L’appello Appare scontato, infatti, che Amine Aassoul – l’omicida – possa ricorrere in appello nel tentativo di vedersi ridotta la pena. Questo almeno sul piano penale. Nel corso del dibattimento che si è concluso con la sua condanna, il difensore aveva infatti puntato sulla ‘preterintenzionalità’ dell’omicidio, poi non riconosciuta dal giudice.

LA RABBIA DEGLI AMICI ALL’USCITA DAL TRIBUNALE – IL VIDEO

Gli amici di David

Gli amici di David

Caso aperto Ma ora potrebbe aprirsi anche un’altra partita, sul piano civile. Visto che nel processo di primo grado non è stato possibile citare i ministeri e lo Stato in quanto questo si è svolto con le modalità del ‘rito abbreviato’. Ma sul caso restano molte le domande a cui non è stata data una risposta definitiva: a cominciare dalle motivazioni che hanno portato alla permanenza di Aziz in Italia e al fatto che fosse in stato di libertà nel periodo prcedente a quella drammatica sera del 12 marzo, quando uccise David Raggi. La decisione, ovviamente, spetterà alla famiglia Raggi.

PARLA L’AVVOCATO MASSIMO PROIETTI- IL VIDEO

La mamma e il fratello di David

La mamma e il fratello di David

Risarcimenti Amine Aaasoul è stato infatti anche condannato a risarcire i familiari di David – il padre Walter, la madre Bruna e il fratello Diego – e lo stesso Comune di Terni, parte civile. Fissate provvisionali di 150 mila euro ciascuno per i due genitori e 100 mila in favore del fratello: «Soldi che non avremo mai – hanno detto subito – ma non era certo questo quello che cercavamo. Noi volevamo sole che fosse fatta giustizia». Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 60 giorni.

PARLA IL FRATELLO DI DAVID RAGGI, DIEGO, DOPO LA SENTENZA – IL VIDEO

David Raggi, la giovane vittima

David Raggi, la giovane vittima

I ‘saluti’ Sul profilo Facebook di David Raggi, lasciato aperto anche dopo il suo assassinio, nella serata di martedì sono stati lasciati molti messaggi. Eccone qualcuno: «Riposa in pace angelo mio!!!!», scrive un’amica; mentre un ragazzo aggiunge: «Ora riposa se puoi… Buonanotte!». La tristezza affiora con una «magra consolazione, niente e nessuno ti riporterà qua con noi» e «nessuna condanna renderà giustizia né colmerà il nostro dolore, però almeno questa sentenza evita di aggiungere una beffa al danno subito. Ora riposa in pace David». La promessa è che «nessuno ucciderà il nostro e il tuo sorriso. Per te angelo dolce il cuore continuerà a battere forte».

Il commento «La certezza della pena, questa è l’unica riforma che serve a questo Paese»: parole che vengono dal sindacato di polizia Consap, alla luce della sentenza. Il segretario nazionale Stefano Spagnoli parla di «condanna esemplare, frutto della grande sintonia della magistratura nel ritenere Amine Aassoul un individuo socialmente pericoloso e giunta in tempi ragionevolmente rapidi, appena sei mesi. Una sentenza – aggiunge Spagnoli – che cancella solo in parte la leggerezza con la quale, prima dell’omicidio, erano state attivate nei confronti di ‘Aziz’ le procedure di tutela giudiziaria che lo avevano portato ad incrociare sulla sua strada David Raggi ed ucciderlo senza pietà». In seguito al fatto di piazza dell’Olmo, la Consap aveva criticato la politica delle ‘porte aperte a tutti’ che – secondo il sindacato – aveva consentito all’omicida, espulso, di rientrare in Italia clandestinamente. «L’auspicio – conclude il segretario – è che non si dimentichi troppo presto la dignità della vittima, dei suoi familiari e si rispetti l’operato degli operatori di polizia che lo hanno arrestato e dei magistrati ternani che lo hanno condannato, stemperando la giusta sentenza con ‘correzioni’ negli ulteriori due gradi di giudizio».

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