Terni, ‘Staminali’: «Fondazione decisiva»

La soluzione della querelle tra Ater, Azienda ospedaliera e Comune di Terni passa per un suo progetto: ma che sembra in ritardo. E c’è il giallo dei fondi Cnr

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di M.T.

Una quadra, alla fine, potrebbero trovarla. Cioè, diciamo meglio: vorrebbero trovarla. Solo che la faccenda di quella palazzina – la ‘ex Milizia’ di Campomicciolo, dove dovrebbe trovar posto la Fondazione cellule staminali – non sarebbe così tranquilla come viene, ovviamente in buona fede, descritta.

Maurizio Dal Maso

Maurizio Dal Maso

L’auspicio Perché il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni, Maurizio Dal Maso, sulla base delle informazioni che gli sono state fornite, si è detto «fiducioso che si possa arrivare presto ad una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa e credo che fin dalla prossima settimana potremo tornare a vederci per ragionare con tutti gli elementi necessari a diposizione».

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

La questione Com’è noto il problema è relativo al fatto che quella palazzina, che Ater e Regione hanno ristrutturato, mettendoci sette milioni di euro, dovrebbe ospitare la Fondazione cellule staminali – con tanto di laboratori all’avanguardia – è pronta e in attesa ormai dal 2013, ma che nessuno ci hai messo piede. E che l’Ater ‘avanza’ circa 700 mila euro di canoni arretrati. E che il tassametro – 300 mila euro all’anno di affitto – continua a girare a vuoto. Tanto che il presidente di Ater, Alessandro Almadori, ha a più riprese fatto presente di essere pronto a portare tutto il materiale in tribunale. Così si potrebbe capire chi, tra Azienda ospedaliera, Comune di terni e Fondazione cellule staminali, avrebbe dovuto effettivamente farsi carico delle spese.

Lo stabile

Lo stabile

La Fondazione Da giorni si susseguono incontri e ci si scambiano messaggi che dovrebbero essere finalizzati a traquillizzare: l’ultimo, la conferma arriva ancora da Dal Maso, era quello relativo al «progetto definitivo relativo all’utilizzo dello stabile, che la Fondazione cellule staminali sta predisponendo e sulla base del quale potremo stipulare una convenzione». Un progetto – la cosa sta particolarmente a cuore alla Fondazione Carit di Terni, che è tra i più generosi sostenitori del progetto – che permetterebbe, in pratica, di mettere Ater nelle condizioni di normalizzare la situazione per il presente e per il futuro – la Fondazione staminali prenderebbe in affitto la ‘ex Milizia’ – lasciando poi aperti gli spazi di trattativa tra Ater, Azienda opedaliera e Comune, per sanare il pregresso.

Il progetto Ma, ed è qui che la faccenda si complica, il progetto della Fondazione staminali sarebbe in alto mare e, forse, a Maurizio Dal Maso e ad Alessandro Almadori hanno raccontato una storia diversa dalla realtà. Alessandro Sanguinetti che per la Fondazione Carit siede nel Cda della Fondazione cellule staminali, però, fa sapere di «non essere autorizzato a rilasciare dichiarazioni al riguardo», alimentando più di una perplessità e facendo crescere il disagio. E se il progetto non arriverà nel corso di pochi giorni, tutto il castello di carte su cui si basa il possibile trattato di pace potrebbe venir giù. E qualcuno ci rimarrebbe sotto, di sicuro.

Enrico Garaci

Enrico Garaci

Il Cnr Perché il problema, peraltro, sarebbe anche (e forse soprattutto) un altro: il Cda del Consiglio nazionale delle ricerche, presieduto da Massimo Inguscio, avrebbe ha deciso di annullare l’accordo di durata triennale con il quale, a febbraio scorso, il Cnr – allora presieduto da Luigi Nicolais – e la Fondazione cellule staminali di Terni, il cui presidente Enrico Garaci è stato alla guida dello stesso Cnr fino al 1997), avevano deciso di instaurare un “rapporto di collaborazione finalizzato a migliorare la conoscenza delle cellule staminali sane e tumorali e la loro regolazione”. Accordo in base al quale il Cnr avrebbe dovuto ‘staccare un assegno’ di oltre cinque milioni di euro. E tante cose cominciano ad avere una logica.

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