Terni, ‘staminali’: troppe cose non chiare

Terni, il direttore generale dell’ospedale, Maurizio Dal Maso, alle prese con problemi che dice dice di aver appreso dai media

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«Sono passati tredici anni, ma il Centro di ricerca (sulle cellule staminali; ndr) non ha mai aperto». Se n’è accorto anche il Corriere della Sera, che nei giorni scorsi ha dedicato un ampio servizio alla storia della struttura di Campomicciolo: «Lei si immagina a che punto potrebbe essere la sperimentazione – ha detto il professor Luigi Vescovi, responsabile del progetto – se ci avessero consegnato dopo sei mesi, come promesso, tutto l’impianto? Oggi saremmo in una fase molto più avanzata».

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

La polemica Ma il professor Vescovi, al grande quotidiano nazionale ha detto anche altro: «Se solo penso agli anni persi mi viene da piangere e dire che sono ancora qui con il progetto in mano alla ricerca di fondi» e rispondendo ad una domanda relativa ai tanti annunci che si sono susseguiti negli anni ha detto: «Se fa una verifica corrispondono sempre a periodi elettorali. Fin dal primo momento ho assistito a beghe cittadine, ideologiche e ostilità da parte dell’Università di Perugia. In un Paese burocratico come il nostro basta questo per rallentare l’iter. Invece dove c’è stata la volontà di fare ricerca, a San Giovanni Rotondo, in un anno e mezzo abbiamo aperto un altro istituto pienamente funzionante utilizzando i fondi europei».

Le informazioni Le frasi di Vescovi al Corriere della Sera sono chiarissime, a differenza delle tante – troppe – parole sprecate negli anni. Ma anche di quelle non dette, visto che – a sentire lui – il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni, Maurizio Dal Maso, ha candidamente confessato a umbriaOn che tante cose sulla faccenda relativa alla palazzina dell’ex Milizia, lui le ha imparate dai media.

PARLA MAURIZIO DAL MASO – L’INTERVISTA

La possibile sede della Fondazione cellule staminali

La possibile sede della Fondazione cellule staminali

La questione Come è ormai chiaro anche a dal Maso, comunque, il problema sta in quei circa 700 mila euro di canoni arretrati che l’Ater, dopo aver investito una barca di milioni per la ristrutturazione dello stabile, vuole recuperare – il presidente, Alessandro Almadori, ha fatto presente di essere pronto a portare tutto il materiale in tribunale – ma anche nei 300 mila euro all’anno di affitto che ‘corrono’ e che qualcuno dovrà pagare, anche se quella struttura resta desolatamente vuota. Dal Maso, però, aveva parlato di un «progetto definitivo relativo all’utilizzo dello stabile, che la Fondazione cellule staminali sta predisponendo e sulla base del quale potremo stipulare una convenzione».

I soldi Ma la Fondazione cellule staminali, nei giorni scorsi, ha incassato una sberla forte: il Cnr ha annullato la convenzione che il vecchio Cda – presidente Luigi Nicolais – aveva siglato con la Fondazione stessa e di cui è presidente Enrico Garaci, che è stato alla guida dello stesso Cnr fino al 1997. Un’accordo che avrebbe fatto arrivare a Terni almeno cinque milioni. Per fare un progetto senza quella somma, però, ci vuole gente pratica.

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