Terni, traffico limitato: forse non solo quello

I commercianti del centro chiedono che il Comune riapra alle auto, ma le iniziative da mettere in campo affiancandole alle rivendicazioni? Il corsivo di Walter Patalocco

Condividi questo articolo su

di Walter Patalocco

Chi vuol cambiare le cose, di solito, viene pensato come un fautore del progresso. Ed invece anche quando si chiedono cambiamenti si può essere arretrati.

E’ il caso, a Terni, dei commercianti di via Primo Maggio i quali – giustamente – lamentano una specie di oblio in cui sarebbero stati lasciati dall’amministrazione cittadina, col risultato che quella che un tempo era tra le prime cinque strade principali cittadine ormai langue.

I commercianti – arrabbiatissimi – vogliono che il Comune faccia qualcosa, che intervenga per favorire il rilancio della strada. E fin qui, non ci piove. Il problema viene quando dalla protesta passano alla richiesta, ossia alla proposta. E chiedono che la zona a traffico limitato venga abolita.

Collegano il volume di affari al numero delle vetture in transito, ma forse sarà bene considerare che per entrare in un negozio dall’auto bisogna pur scendere, e quindi bisogna parcheggiare. Ma dove?

A pensarci su un attimo la stessa cosa i commercianti ternani l’hanno chiesta per la prima volta già nel 1973, quasi cinquant’anni fa. Quando cioè la zona a traffico limitato fu istituita. Possibile mezzo secolo sia passato inutilmente?

Via Primo Maggio, se la si risale da piazza Tacito verso piazza della Repubblica, presenta una serie di negatività.

Il primo tratto è ingabbiato tra il muro di cinta della ex foresteria, il liceo scientifico, le case “popolari” a suo tempo costruite dalla “Terni” (edifici grigi e tetri senza nemmeno una vetrina), il retro di un supermercato che vi ha impiantato il movimento merci. Seguono poi su un lato altri istituti scolastici, e finalmente una serie di vetrine che finiscono però dopo poche decine di metri perché c’è un incrocio e quindi i giardini Miselli.

Oltrepassato quell’incrocio ci si imbottiglia in una strada senza uscita utilizzata più che altro come parcheggio per poche autovetture (perché di più non ce ne entrano) e per il resto “battuta” avanti e indietro da chi prova a sostare, ma non trovando spazio, se ne torna indietro.

Adesso, mentre la zona è a traffico limitato.

Può essere una soluzione togliere le barriere e permettere a migliaia di vetture ogni giorno di fare avanti e indietro alla ricerca di una sosta già adesso introvabile lungo tutta la via?

Altri sono allora gli interventi da chiedere al Comune e altre sono le iniziative da mettere in campo affiancandole alle rivendicazioni. Il problema è che bisognerebbe lambiccarsi il cervello e farsi venire qualche idea valida, sia a palazzo Spada che in tutta via Primo Maggio, mentre si sta appoggiati in attesa, alla porta del negozio.

Che fine hanno fatto l’inventiva, il dinamismo, la capacità imprenditoriale dei commercianti veri? C’è ancora chi spera che siano gli uffici comunali a togliere le castagne dal fuoco?

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli