Terni, visita negata: denunciato il medico

Due telefonate alla guardia medica senza nessun intervento. I familiari di un 60enne deceduto nel 2010 chiedono alla procura di indagare

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Due telefonate nel cuore della notte alla guardia medica: sono quelle effettuate il 4 febbraio del 2010 da una donna di Terni, per chiedere una visita domiciliare urgente. Il marito, 60enne ternano, gravato da numerosi problemi di salute e dimesso dall’ospedale il giorno precedente, aveva improvvisamente accusato forti dolori alla gamba destra. Il medico interpellato, però, si era limitato a consigliare l’assunzione di un antinfiammatorio, spiegando che un suo intervento diretto sarebbe stato superfluo, vista la mancanza di strumenti diagnostici e l’impossibilità di valutare la situazione.

Ricovero e decesso La donna, a circa tre ore dalla prima telefonata e di fronte ai dolori crescenti accusati dal marito nonostante l’assunzione del farmaco consigliato, si era vista costretta a chiamare il 118. In ospedale gli era stata diagnosticata un’ischemia acuta alla gamba destra e, dopo un giorno e mezzo di ricovero nel reparto di chirurgia vascolare e poi in terapia intensiva, l’uomo era deceduto per un’embolia polmonare massiva.

La denuncia Alla vicenda ha fatto seguito la querela sporta dai familiari del 60enne che, assistiti dagli avvocati Attilio e Daniele Biancifiori del foro di Terni, hanno rimarcato la condotta omissiva del medico interpellato. Quest’ultimo è stato denunciato per ‘rifiuto di atti d’ufficio’ per aver negato la visita domiciliare urgente che, secondo il consulente nominato dai parenti del deceduto nell’ambito del procedimento avviato in sede civile, «avrebbe consentito di accertare la presenza di un’ischemia critica e avrebbe così permesso di attivare in tempi più rapidi, con guadagno di alcune ore, sia le procedure interventistiche che i trattamenti terapeutici. In questo modo – scrive il consulente – si sono ridotte di molte le chance di guarigione e sopravvivenza del paziente».

Archiviazione e opposizione Concetti che la procura non ha però inteso fare propri, chiedendo l’archiviazione della posizione del medico indagato. Un passo a cui i legali che rappresentano i familiari del paziente morto si sono opposti evidenziando come la moglie avesse dettagliatamente descritto al telefono le condizioni di salute del marito, il fatto che fosse stato dimesso, i problemi pregressi – gravi – e quelli accusati la notte stessa. Spetterà al gip decidere, nei prossimi giorni, se l’indagine dovrà proseguire o meno.

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