Tragedia di Gabelletta: ecco com’è andata

Terni, terzo omicidio dall’inizio dell’anno. Ancora una banda di pluripregiudicati. Questa volta i carabinieri li hanno presi

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di Fabio Toni

Aveva appena pranzato e, come ogni giorno, era andato a riposare un po’ sul letto. Il tempo di stendersi e se li è ritrovati in camera, in due e armati delle peggiori intenzioni. Lo hanno preso, legato con le mani dietro la schiena e poi lo hanno lasciato lì, steso a pancia in giù, shoccato con il viso in mezzo alle lenzuola. In quelle condizioni Giulio Moracci – 91 anni – è riuscito a resistere pochi minuti. Si è sentito male, ha vomitato e alla fine è rimasto soffocato, mentre la banda faceva razzia di tutto quello che si poteva prendere in casa.

UCCISO DAI RAPINATORI: LE IMMAGINI

Banda criminale Giulio Moracci è morto così, in un pomeriggio che sembrava tranquillo e uguale a tanti altri, sconvolto da una banda di malviventi provenienti da Roma, tutti pregiudicati e di nazionalità rumena. In tre si sono presentati intorno alle 13.30 di martedì sotto l’abitazione dove l’uomo viveva con la moglie 85enne, Fioranna Fineschi, originaria di Monteriggioni (Siena). Tutti e tre a bordo di una Bmw nera di grossa cilindrata con targa rumena, di proprietà del 43enne B.D. che l’aveva guidata fino a Terni. Dopo aver parcheggiato a pochi metri dalla casa, i due più giovani della banda – il 20enne E.C. E il 21enne B.G. – si sono diretti verso il campanello.

VIDEO: PARLA UN TESTIMONE

La scusa «Signora c’è un telegramma per lei, può aprirci». La donna, con una certa circospezione, ha aperto prima il cancello di ingresso della palazzina, poi la porta di casa. Quando se li è trovati davanti, con le mani coperte da guanti e il viso parzialmente nascosto da una sorta di benda, era ormai troppo tardi. I due l’hanno immobilizzata, le hanno legato mani e piedi e le hanno tappato bocca e naso con del nastro adesivo. Poi sono passati in camera dove il marito stava dormendo e si sono ‘occupati’ di lui, con le conseguenze tragiche già descritte.

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L’arresto In casa hanno potuto agire di fatto indisturbati per una ventina di minuti. Hanno rovistato ovunque, riempiendo un contenitore con bracciali, gioielli, monili d’oro e anche un crocifisso. Poi sono scesi di corsa e hanno raggiunto l’auto. Lì, nel piazzale poco distante il centro sociale di borgo Rivo, ad attenderli hanno trovato non solo il palo-autista al volante della Bmw, ma anche i carabinieri del nucleo investigativo e del Norm di Terni che li hanno fermati e arrestati in flagrante.

Terni andromeda gabelletta omicidio (16)

La salma viene portata via

 

Tragica scoperta Dopo averli immobilizzati, i militari hanno raggiunto la palazzina per capire in quale appartamento la banda avesse colpito. Hanno iniziato a suonare i campanelli poi, da dietro una porta, hanno sentito indistintamente dei lamenti. Hanno sfondato l’ingresso e si sono trovati di fronte la donna, stesa e legata, quasi soffocata dal nastro usato per tapparle la bocca. Qualche metro più in là, nella camera da letto, il corpo del marito ormai senza vita.

L’appostamento Per capire come i carabinieri siano riusciti ad intervenire tempestivamente, arrestando la banda, bisogna fare un passo indietro. Durante un’attività di pattugliamento in borghese nella zona di Gabelletta, messa in atto martedì mattina, l’attenzione dei militari del nucleo investigativo è stata attirata dalla Bmw con targa rumena. Lì, dopo alcune verifiche iniziali, è scattato l’appostamento, anche a bordo di un’apecar prestata da un fruttivendolo della zona e utilizzata per non destare sospetti nella banda. Dopo aver chiesto rinforzi al nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Terni, hanno visto scendere i due rapinatori dalle scale dell’edificio con in mano un involucro. Hanno atteso che raggiungessero il complice e poi hanno fatto scattare le manette.

Gli inquirenti sul posto

Gli inquirenti sul posto

Colpo studiato a tavolino I tre, tutti di nazionalità rumena, hanno alle spalle decine di denunce e arresti per reati di ogni tipo, in particolare contro il patrimonio. Attivi su Roma, martedì mattina si sono diretti con sicurezza a Terni, dove la loro presenza non era mai stata riscontrata dalle forze dell’ordine. Il punto è che sapevano già dove andare e cosa fare. E forse sapevano già che in casa avrebbero trovato solo i due anziani da soli. Né il domestico filippino che ogni tanto li aiuta nelle cose di ogni giorno, né il figlio della coppia, fuori dall’Umbria per lavoro. Tutti aspetti che fanno pensare ad un colpo studiato nei minimi dettagli, forse con l’ausilio di qualche fiancheggiatore locale. Su questi aspetti, così come sugli eventuali collegamenti con la tragedia di Gabriella Zelli Listanti, uccisa lo scorso 12 gennaio da una banda di ladri in fuga dal suo appartamento, sono al lavoro procura e carabinieri.

In ospedale Non ci sarebbero molti dubbi sul fatto che Giulio Moracci – molto conosciuto nella zona e una vita trascorsa a lavorare la terra, come fattore e coltivatore – sia morto soffocato. Le tracce di sangue individuate sul corpo dell’uomo, anche attraverso l’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale Luigi Carlini, non sembrano ricollegabili ad atti di violenza tali da poterne causare direttamente il decesso. La moglie, soccorsa e trasferita in ospedale, è stata definita «in discrete condizioni, lucida e cosciente»: l’intervento dei militari in questo senso è stato decisivo, visto che l’anziana aveva iniziato a manifestare evidenti difficoltà respiratorie.

La palazzina 'colpita'

La palazzina ‘colpita’

Le accuse I tre arrestati devono rispondere dei reati di rapina, sequestro di persona, omicidio preterintenzionale e lesioni personali. Dopo le formalità di rito, sono stati trasferiti all’interno del carcere di vocabolo Sabbione, a disposizione del sostituto procuratore Barbara Mazzullo, titolare dell’indagine. Non è escluso che le imputazioni a carico dei tre possano ‘appesantirsi’ con l’esito degli approfondimenti investigativi tuttora in corso.

Il Comando L’operazione che ha portato all’arresto dei tre malviventi, tutti formalmente regolari in Italia, sono state condotte dal comandante del nucleo investigativo dei carabinieri Pietro Petronio e dal comandante del reparto operativo, Mariano Celi. Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Pier Luigi Felli, ha sottolineato il pronto intervento degli operanti che ha consentito di assicurare alla giustizia i soggetti. «Purtroppo – ha detto – ci troviamo di fronte ad un altro fatto tragico, dopo quello di Gabriella Zelli Listanti. In questo caso, però, l’intervento tempestivo dell’Arma ha scongiurato conseguenze ancora più gravi. L’operazione è frutto anche del rinnovato impegno su tutto il territorio rappresentato da controlli continui e costanti, attuati anche attraverso i militari dei comandi stazione del circondario».

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Il vicesindaco Francesca Malafoglia

 

Il procuratore della Repubblica di Terni, Cesare Martellino, analizza il fatto a 360 gradi: «A Terni ci troviamo di fronte ad una realtà in cui i reati statisticamente diminuiscono ma il senso di insicurezza aumenta. Tre omicidi dall’inizio dell’anno ad oggi, uno diverso dall’altro per origine e caratteristiche, sono oggettivamente troppi e impongono una riflessione. Su questo territorio – ha detto Cesare Martellino – procura, prefettura e forze dell’ordine stanno mettendo in campo uno sforzo massimo. Ma forse il problema è anche politico e va affrontato in tutto il Paese con strumenti legislativi più incisivi». Al procuratore non sfugge che i tre arrestati fossero già noti da tempo a procure e tribunali: «Stiamo verificando se, oltre alle denunce, avessero già condanne alle spalle. Il punto è che a soggetti del genere non può essere concesso di girare liberi sul nostro territorio. Esiste un’immigrazione sana e pienamente inserita. Ma esiste anche un’immigrazione votata soltanto alla delinquenza. Le forze dell’ordine possono fare di più, ma servono strumenti per impedire che persone di questo tipo restino in Italia, a piede libero». E la memoria non può non tornare a quanto accaduto a David Raggi.

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