Trasporti in Umbria: «Fcu, sempre peggio»

Gianluigi Giusti del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri torna alla carica: «La responsabilità è di chi ha lasciato questa ferrovia allo sbando»

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Gianluigi Giusti, primo da sinistra

Gianluigi Giusti, primo da sinistra

di Gianluigi Giusti
del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri

Era da immaginare che l’ANSF avrebbe prima o poi preso carta e penna, imponendo di nuovo delle limitazioni all’ex FCU, nonostante l’Azienda avesse deciso di porre in essere alcuni adempimenti per evitare che si continuasse a viaggiare con limiti di 50 km orari.

Questo perché l’unico strumento che l’Ente Controllore ha per far effettuare al più presto i lavori di adeguamento dei sistemi di sicurezza agli standard della rete nazionale, è quello di ribadire (se non addirittura di ampliare per quanto si dirà in seguito) le prescrizioni già dettate. Di certo non può, come forse si auspicava nel caso dell’ex FCU, attendere il passaggio ad RFI per vedere tali opere iniziate e completate.

La questione, infatti, appare assai delicata. Poiché il decreto Ministeriale di passaggio dall’USTIF all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria è dell’Agosto scorso, e il decreto iniziale dell’Agenzia contenente le prescrizioni, è stato emesso con decorrenza dal 1/10 u.s., è lecito ipotizzare, quindi, che l’ANSF non abbia ancora il quadro completo della situazione dell’ex FCU.

Ad oggi, di fatto, il documento pone solo limitazioni alla velocità, come cautela generale rispetto alla sicurezza dell’esercizio.

Ma quando l’Agenzia avrà un’idea più precisa della situazione, magari all’esito di controlli sull’infrastruttura, e in particolare sui binari e massicciata, ed impianti, purtroppo le conseguenze potrebbero essere ben più pesanti.

Treni pendolari3Sperando di non essere profeti di sventura, forse dovremmo ancora attenderci giorni dolenti, dato che l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria difficilmente potrebbe concedere deroghe, almeno fino a quando non avrà una certificazione sullo stato dell’infrastruttura.

E a chi attribuire la responsabilità di questa situazione se non a chi ha lasciato, giorno dopo giorno, questa ferrovia allo sbando, rimanendo a guardarla mentre lentamente agonizzava, fin quasi alla morte?

Senza voler fare forzosi paragoni con condizioni ben più deteriori di quella della ex FCU come quelle delle ferrovie ex concesse del Sud Italia (Ferrovie del Sud Est, Ferrovia Bari Nord o Ente Autonomo Volturno, per fare alcuni esempi), rimane come dato di fatto che la politica umbra ha dimostrato di non avere minimamente la cultura del trasporto su ferro, tanto da disinteressarsi completamente delle vicende ad esso connesse.

Ma questo disinteresse, è evidente, non può continuare.

Come avevamo già richiesto alcuni giorni or sono, infatti, dovranno essere quanto prima riviste le tracce orarie, anche perché i ritardi accumulati sulla linea aziendale nella tratta Ponte S. Giovanni/Terni, vanno a ripercuotersi sui servizi che proseguono verso Rieti/Aquila, effettuati, dall’exFCU, per conto di Trenitalia S.p.A.

Ciò che però deve essere evitato è che, con la scusa dello stato di necessità ed urgenza, dette rivisitazioni di orari portino ad un ulteriore incremento di servizi su gomma, che poi piano piano vadano a sostituirsi a quelli su rotaia

Una decisione in tal senso sarebbe senz’altro deleteria anche se sembrerebbe porsi in linea con quanto già detto dall’AD di Ferrovie dello Stato Italiane Mazzoncini alla presentazione del piano industriale di FSI, in cui si darebbe, secondo fonti di stampa, ampio spazio ad uno sviluppo del Gruppo Ferrovie dello Stato nel settore del trasporto della gomma.

Forse, il dott. Mazzoncini, nonostante il ruolo attualmente rivestito, potrebbe avere, ancora, una spiccata preferenza verso il trasporto su gomma, essendo già stato AD di Busitalia-Sita Nord, più che, ahinoi, verso quello su rotaia.

Treni pendolari1Tanto che, in occasione della già citata presentazione, avrebbe, altresì, dichiarato, di voler collocare sul mercato una quota non inferiore al 30% della nuova divisione Frecce di Trenitalia, che opererà nel trasporto a lunga percorrenza sia Alta Velocità che Intercity.

Questo, dimenticando, può darsi, che, a differenza dei servizi dell’AV, una parte dei treni Intercity sono ricompresi nel cosiddetto “servizio universale”, che attualmente è regolato, ed auspichiamo che lo sarà anche in futuro, da un contratto di servizio sottoscritto tra Trenitalia S.p.A. e il Ministero dei Trasporti.
E siccome tali treni sono utilizzati da moltissimi pendolari, su tale questione, di sicuro, non mancheremo di far sentire la nostra voce nei prossimi giorni.

Riportando ora il discorso, dopo questa lunga, ma opportuna digressione, sugli originari binari (tanto per rimanere in tema), come utenti della ex FCU non possiamo non mostrare tutto il nostro disappunto verso la situazione venutasi a creare.

Riteniamo, infatti, che vi siano gravi inadempienze rispetto al contratto che il passeggero sottoscrive con il vettore al momento dell’acquisto dell’abbonamento o del biglietto: ritardi su tutta la linea, tagli del carico a Città di Castello ed Umbertide, disagi di varia natura, tra cui vanno senz’altro ricordati quelli derivati, a suo tempo, dalla chiusura della Galleria di San Gemini.

Ma tali inadempimenti non sono mai stati riconosciuti. E per questo gli utenti non sono mai stati ristorati né dalla Regione Umbria, né da Umbria Mobilità

Per questo riteniamo inaccettabili le dichiarazioni, dell’Assessore secondo cui non vi sarebbero responsabilità né da parte della Regione Umbria né da parte delle Società di trasporto, di fatto avallando un comportamento del tutto pilatesco nei confronti degli utenti, che non vedono rispettati neppure i termini minimi della Carta dei Servizi.

Ci domandiamo, a riguardo, cosa ne penserebbe l’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Chiediamo, pertanto, che siano rivisti a ribasso i costi degli abbonamenti e rimborsati parzialmente, con modalità e importi da stabilire, quelli già emessi, anche attraverso il riconoscimento di una scontistica sui futuri rinnovi.

Stante la situazione, riteniamo che la Regione Umbria dovrà quanto prima rivedere anche il Contratto di Servizio sottoscritto con Umbria Mobilità.

Infine, non possiamo sin da ora non evidenziare che, quando l’infrastruttura della exFCU, passerà ad RFI, l’atto di regolamento della concessione che sottoscriverà la Regione Umbria dovrà prevedere che la ferrovia non sarà soppressa e che anzi sarà migliorato il suo standard di esercizio. Di certo, questo lo ricorderemo al momento opportuno ai politici umbri.

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