Trasporti, pendolari: lunedì da incubo

Due guasti in contemporanea – a Settebagni – ed è stato il dramma per chi si sposta dall’Umbria verso Roma

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Mattinata di tregenda, quella di lunedì, per i pendolari umbri. Che peraltro ci sono drammaticamente abituati. Chi si è spostato – o si sta spostando – dall’Umbria verso la capitale, è andato incontro ad enormi disagi.

IL DOSSIER ‘PENDOLARIA’

Il guasto Tutto è cominciato quando, nella zona di Settebagni, a Roma, un guasto all’Intercity notte’ in viaggio da Torino a Salerno (ICN 797), ha provocato la caduta della linea aerea tra Settebagni e Tiburtina.

Lo scambio Siccome, la legge di Murphy non perdona, se qualcosa può andare storta, andrà storta, subito dopo si è rotto uno scambio alla stazione di Settebagni. Proprio quello che avrebbe permesso di deviare i treni in arrivo su un’altra linea e, quindi, si è formata la coda.

Deviazione Poi lo scambio è stato riparato e il treno RV 2479 (Foligno-Roma, deviato per gli ultimi chilometri su una linea circonvallazione utilizzata dai treni da e per l’aeroporto di Fiumicino) è riuscito ad arrivare, ma con una buona mezz’ora di ritardo; stesso ritardo per l’R 21631 (Rieti-Terni-Roma, deviato su circonvallazione). Ritardi maggiori per l’RV 2481 (Perugia-Roma, un’ora e quarantotto) e l’IC 533 proveniente da Ancona (un’ora e dieci). L’IC 531 da Perugia – sempre deviato sulla circonvallazione – ha registrato diciotto minuti di ritardo. Bloccato l’RV 2321.

20160118012507La App La cosa che ha fatto uscire definitivamente dai gangheri i pendolari sul treno 2321,  però, è stata un’altra: consultando l’applicazione di Trenitalia che permette – dovrebbe permettere – di controllare lo ‘stato di servizio’ dei singoli treni, quello sul quale si trovavano e che era tragicamente fermo, risultava invece regolarmente arivato – e pure in orario – alla stazione di destinazione. Il treno, giunto a Tiburtina alle 11.49, è ripartito tre minuti più tardi secondo l’applicazione.

Il commento Questa, secondo Gianluigi Giusti, del coordinamento comitato pendolari umbri, «è solo l’ennesima presa in giro nei confronti di chi utilizza il trasporto pubblico, ed i treni in particolare, per raggiungere quotidianamente il proprio posto di lavoro o di sudio. Ma anche di chi deve utilizzare i treni regionali per motivi economici o esigenze temporali. La vergogna si unisce alla vergogna».

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