Tribunale: «La Ternana reintegri i Montemari»

I due fratelli erano stati licenziati il 20 ottobre 2010. Il giudice del lavoro di Terni ha imposto alla società rossoverde anche il pagamento di tutti gli stipendi arretrati

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I licenziamenti, accolti con favore da una larga parte della tifoseria rossoverde, risalgono al 20 ottobre del 2010: i fratelli Andrea e Simone Montemari avevano ricevuto il benservito dalla Ternana Calcio dopo circa sette anni di lavoro per la società di via Aleardi nelle vesti di responsabile delle relazioni esterne, il primo, e di segretario, il secondo. Un provvedimento che i due avevano impugnato di fronte al giudice del lavoro di Terni che alla fine, circa sei anni dopo il doppio licenziamento, gli ha dato ragione.

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Ternana ‘stangata’ La sentenza è stata emessa lo scorso 22 settembre dal giudice del lavoro di Terni, Manuela Oliveri, che ha imposto alla Ternana Calcio il reintegro di entrambi sul posto di lavoro. E non solo: ad Andrea e Simone Montemari la Ternana dovrà liquidare tutti gli stipendi non percepiti – 2.490 euro mensili per il primo e 2.466 euro per il secondo – a partire dal 29 gennaio 2011 fino alla data di reintegro, oltre agli interessi legali. Un importo che, complessivamente, potrebbe aggirarsi sui 400 mila euro. ‘Dulcis in fundo’ la Ternana Calcio è stata anche condannata a liquidare le spese di lite – oltre 16 mila euro in tutto – per compensi professionali.

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Benzina e gasolio L’unico punto che i due fratelli Montemari non sono riusciti a ‘mettere a segno’ in tribunale è quella relativa al riconoscimento di una qualifica superiore ed al rimborso delle spese sostenute (gasolio, pasti) stante l’assenza di riscontri a supporto delle richieste avanzate. In questo senso l’istanza è stata respinta ma si tratta, a ben vedere, di un aspetto marginale in relazione alla sentenza nel suo complesso.

Cosa accade? Che la Ternana presenti ricorso in appello appare praticamente scontato. A fronte della decisione, la società dovrà reintegrare nelle proprie fila le due figure, liquidando gli stipendi non percepiti dalla data del licenziamento. Tutto ciò sempre che le parti non trovino un ‘compromesso’ stragiudiziale, un accordo in pratica che potrebbe costare alla società rossoverde qualche centinaio di migliaia di euro. Nel procedimento in questione la Ternana Calcio era rappresentata dall’avvocato Cinzia Sarnacchioli di Roma, nominata al tempo dall’ex presidente del sodalizio Francesco Zadotti, in delega congiunta con l’avvocato Maria Raggi del foro di Terni.

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