Truffa sul dolore: «Facciamo i miliardi»

Terni, dalle intercettazioni dei sei arrestati emerge un quadro desolante ma anche contatti per ottenere la convenzione con l’Usl

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di F.T.

Le persone finite in carcere

Le persone finite in carcere

Era entusiasta per aver ottenuto dalla Usl, lo scorso giugno, la conformità della clinica-centro fisioterapico di via Mentana. A quel punto mancava solo la convenzione con l’azienda sanitaria e per ottenerla era pronto a smuovere mezzo mondo, anche qualche amico legato alla massoneria. Questo è ciò che emerge da alcune delle intercettazioni telefoniche eseguite dagli agenti della polizia di Stato nell’ambito dell’indagine sul metodo di cura ‘Seven to Stand’.

IL PROCURATORE: «FARMACI DANNOSI» – VIDEO

Il fulcro La persona in questione è Fabrizio De Silvestri, l’avvocato arrestato dalla squadra Mobile di Terni martedì mattina insieme ad altre cinque persone, perché ritenuto centrale nella truffa che – secondo gli inquirenti – sarebbe stata perpetrata ai danni di decine di persone affette da gravi patologie neuro degenerative come la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide.

«RAGGIRATO CHI SOFFRE» – VIDEO

cura-truffa-seven-to-stand-sei-arresti-a-terni-27-settembre-2016-2Obiettivo-convenzione «Si certifica che la struttura in oggetto, cioè la nostra clinica, possiede tutti i requisiti previsti dal Dpr del 14 gennaio 1997 per visite mediche, neurologia, reumatologia, malattie autoimmuni, metaboliche, terapia antalgica, fisioterapia etc.». Nel dare la notizia della ‘conformità Usl’ ad un amico, Fabrizio Se Silvestri è entusiasta ma guarda già oltre, alla convenzione con l’azienda sanitaria che – parole sue – «consentirebbe al farmaco, che costa già poco, di essere guardato sotto un’altra luce». L’amico all’altro capo del telefono, storicamente legato ad una loggia massonica attiva anche a Terni, gli passa un medico, donna, che cerca di capire quale strada si possa percorrere e promette di informarsi.

Il «Fratello» L’esito della ‘ricognizione’ porta a capire che le convenzioni dipendono dalla Regione e non dalle Usl e che, attraverso qualche conoscenza, la cosa si potrebbe comunque tentare. A questo scopo la donna-medico dice che si potrebbe fissare un appuntamento con un dirigente dell’azienda sanitaria di Terni e che il marito «si impegna a chiamare questo, diciamo, Fratello per sentire se può darci qualche indicazione».

operazione-mobile-truffa-malati-gravi-seven-to-stand-terni-27-settembre-2016-5«Facciamo i miliardi» In un altro stralcio, datato maggio 2016, delle intercettazioni acquisite dalla procura di Terni, Fabrizio De Silvestri – oltre ad evidenziare qualche tensione con il direttore della ‘clinica’ Pierluigi Proietti («Siamo in stand by perché non si sa come ragiona», dice alla propria commercialista) – spiega di essere impegnato alla definizione di un’accordo con un’impresa farmaceutica italiana ed una multinazionale: «Se il farmaco non dovesse dare problemi e riusciamo a metterlo sul mercato, facciamo i miliardi con la pala – è il sogno dell’avvocato De Silvestri – perché cambia le leggi della metodologia». Ma un suo grande obiettivo è andare negli Stati Uniti, alla John Hopkins University, a fare il professore. Ciò comporterebbe però un ridimensionamento della clinica che lo stesso vorrebbe scongiurare.

Il protocollo 'Seven to Stand'

Il protocollo ‘Seven to Stand’

Le accuse Ma quali sono nel dettaglio le accuse che la procura di Terni muove nei confronti dei sei arrestati? A tutti viene contestata l’associazione per delinquere che, secondo i magistrati, sarebbe stata costituita, ideata e promossa dall’avvocato Fabrizio De Silvestri, dal medico Pierluigi Proietti, dal farmacista Giovanni Domenico Petrini, dall’ingegnere biomedico Edoardo Romani e dalla fisioterapista Annalisa Grasso, tutti e cinque finiti in carcere. Più defilato il ‘factotum’ Simone De Marco, ritenuto «partecipe» e ora sottoposto ai domiciliari. Dalle ‘carte’ emerge anche un altro indagato a piede libero, un medico 83enne originario di Napoli, che avrebbe operato per rendere credibile il protocollo ‘Seven to Stand’ attraverso seminari, incontri e conferenze stampa. Ai sei arrestati, in relazione ad un episodio, vengono contestati anche i reati di ‘somministrazione di medicinali in modo pericoloso’ e ‘commercio o somministrazione di medicinali guasti’. Al solo De Silvestri si contesta invece l’esercizio abusivo della professione medica per aver effettuato diagnosi, redatto cartelle cliniche, somministrato mix di farmaci e praticato anche iniezioni sottocutanee.

Interrogatori Intanto fra mercoledì e giovedì mattina sono previsti gli interrogatori delle sei persone arrestate. I primi ad essere sentiti sono il dottor Pierluigi Proietti ed Edoardo Romani, detenuti nella casa circondariale di vocabolo Sabbione ed entrambi assistiti dall’avvocato Marco Gabriele del foro di Terni. Per il primo si ipotizza una revisione della misura cautelare anche in ragione di alcuni seri problemi di salute. Fabrizio De Silvestri e Annalisa Grasso – detenuti a Terni e assistiti dall’avvocato Pietro Carotti di Rieti – verranno invece sentiti giovedì mattina. Giovanni Domenico Petrini, difeso dall’avvocato Enrico Paroncilli di Rieti, si trova invece ristretto nel carcere del capoluogo sabino.

«La sanità rimanga pubblica» Sull’indagine che ha portato alla luce la truffa ai danni di decine di malati di tutta Italia, interviene la Cgil di Terni il cui direttivo ha approvato un ordine del giorno sulla vicenda: «La ‘truffa del dolore’ – si legge nel documento – è l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, di come le attività sanitarie e di assistenza debbano rimanere pubbliche ed essere sottoposte a continui controlli, per evitare che sulla salute possano verificarsi speculazioni e imbrogli. In un paese moderno e civile, l’assistenza e la cura non possono essere delegate ad attività imprenditoriali il cui unico scopo rimane il profitto fine a sé stesso. Sulla salute – scrive la Cgil – fondamentale è il ruolo del sistema pubblico e, laddove si dovessero inserire i privati attraverso convenzioni e accreditamenti certificati, maggiori devono essere i controlli di qualità ed efficienza».

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